Nei giorni scorsi i Presidenti di Faib Autostrade, Fegica e Anisa hanno inviato un nota unitaria sulle profonde criticità nel segmento autostradale della distribuzione carburanti e sui rischi di imminente abbandono dell’industria petrolifera delle aree di servizio all’On. Maurizio Lupi, Ministro per le Infrastrutture, al Prof. Claudio De Vincenti Vice Ministro dello Sviluppo Economico, all’Ing. Gilberto Dialuce, Direttore Generale per la Sicurezza e Approvvigionamento Energetico e all’Autorità per la Regolazione dei Trasporti nelle persone del Presidente Dott. Camanzi, ai Consiglieri Marinali e Valducci, al Segretario Generale Dott. Scino.
Nella nota i tre Presidenti premettendo che “La nostra categoria gestisce in pratica, in forma di impresa autonoma, la distribuzione carburante e i servizi connessi (il cosiddetto "Oil") mediante contratti sottoscritti con gli "affidatari" assolvendo pertanto al delicato ed insostituibile servizio pubblico di rifornimento ai mezzi pesanti ed autovetture, per 24 ore al giorno interrottamente per tutto l’anno, ma soprattutto garantendo la continua e puntuale assistenza al cittadino e a chiunque utilizzi il nastro autostradale per lavoro, nel tempo libero o per necessità.”, denunciano “La crisi generale ed in particolare la verticale discesa dei consumi” che “negli ultimi anni (meno circa il 50%) è stata ancora piu’ devastante nel mercato autostradale per effetto di una antieconomica logica di gare indette prevalentemente da Autostrade per l’Italia, in cio’ seguita da altre Società Concessionarie in verità, volta ad ottenere dagli operatori petroliferi e da quelli della ristorazione corrispettivi (in cifra fissa e in cifra mobile, percentualmente legata ai fatturati) che alla lunga si sono rivelati eccessivamente onerosi in funzione di volumi di vendita, sui carburanti e sulle altre attività tradizionalmente presenti nelle aree di servizio.”
Il risultato dell’attuale sistema di governance in autostrada “sta determinando effetti catastrofici sulla politica dei prezzi dei carburanti, politica imposta dalla industria petrolifera ai gestori nostri rappresentati, nonchè in generale sui beni e servizi strettamente collegati, in un vortice perverso di rincorsa alla massima profittabilità (per gli aggiudicatari delle gare predette: compagnie petrolifere e imprese della ristorazione) che ha ormai prodotto un gap irreversibile su cio’ che il consumatore sceglie "fuori autostrada" in termini di prezzi competitivi a parità di prodotto acquistato, producendo negli automobilisti la strutturata convinzione che le autostrade siano un “mercato da "evitare" per il consumatore finale perchè percepito come non conveniente,”
In questo quadro, i Presidenti dei gestori autostradali segnalano che “circa 100 sub concessioni affidate da Autostrade per l’Italia per la parte petrolifera sono già scadute al 31 dicembre 2013 o in via di scadenza entro l’anno con il risultato che le aziende petrolifere stanno intimando alle gestioni – nostre rappresentate – il rilascio forzoso delle corrispondenti aree di servizio” sottolineando che “vi è un concretissimo rischio di interruzione delle forniture a far data o dal 1° luglio 2014 ovvero, a seconda dei casi, dallo spirare del termine di subconcessione, per una aliquota pari a circa il 20% degli impianti presenti sulla rete autostradale: una situazione di precarietà totale per i consumatori, le imprese di gestione e gli stessi Concessionari”, mentre alcune gare di affidamento delle aree sono andate deserte.
La nota rimarca anche che “il Tavolo di confronto costituito presso il Ministero dello Sviluppo, sulla scorta delle nostre sollecitazioni e profonde preoccupazioni – nonché da una vertenza e mobilitazione della categoria che si protrae ormai da due anni -, (…) ha subito una preoccupante battuta d’arresto per via – da una parte – della attuale difficoltà tra industria petrolifera e Aspi prevalentemente a comporre i contrastanti interessi in gioco e, dall’altra, per la volontà di AGCM di non esprimersi nel merito di tale possibilità, con ciò inibendo ogni possibilità di realizzare un mercato "in equilibrio" – economico e dimensionale – capace di coniugare prezzi competitivi, standard di servizio ottimali e garanzia del servizio pubblico.”
Per Faib Autostrade, Fegica e Anisa, “il recente "Atto di indirizzo" emanato dal precedente Ministro Passera, nel suo duplice Dicastero, non coglie assolutamente le necessità e le urgenze che si impongono” a fronte del fatto che “le nostre Federazioni hanno dovuto registrare, ulteriormente rispetto ai mancati rinnovi degli Accordi collettivi nazionali in materia economica e normativa tra compagnie petrolifere e legittime rappresentanze delle gestioni, ai sensi e per gli effetti di una puntuale norma imperativa contenuta nella Legge 57/01, un aggravamento della situazione per la pervicace volontà delle aziende petrolifere a non rinnovare Accordi collettivi ormai scaduti da anni, impedendo alle gestioni nostre rappresentate di sostenere i costi di un servizio garantito sempre e comunque anche in presenza di volumi di vendita crollati dell’oltre 50% negli ultimi tre anni.”
Le associazioni, che nel frattempo hanno indetto la Manifestazione Nazionale di categoria a Milano per il prossimo 9 aprile, in conclusione richiamano l’attenzione sul fatto che sulle autostrade sono state aperte “almeno quattro aree di servizio con l’erogazione dei carburanti in modalità "ghost" (…) e l’avvio di un pre-contenzioso da parte di un operatore petrolifero nei confronti delle gestioni al fine di giungere, non oltre la data del 1° luglio prossimo venturo, alla chiusura del servizio "oil" in circa 20 aree di servizio, con l’evidente obbiettivo di interrompere le forniture di carburanti sulle aree coinvolte (…) e l’ulteriore degrado cui sono inevitabilmente destinate a scivolare le aree di servizio autostradali (…)” mentre “l’Agcm ha avviato un’istruttoria (…) su alcune imprese della ristorazione al fine di accertare pratiche collusive in ordine alla partecipazione e alla aggiudicazione di alcuni Bandi di Gara per l’affidamento dei servizi "Ristoro" su alcune importanti aree di servizio.”
Per Faib Autostrade, Fegica e Anisa occorre “ipotizzare un inevitabile processo di riduzione del numero delle aree presenti sul segmento autostradale accompagnato dalle inevitabili tutele occupazionali ed economiche, non puo’ essere surretiziamente raggiunto con la progressiva selfizzazione totale delle stesse aree che continuerebbero a "pesare" sui volumi e sui fatturati complessivi, sostituendo alla gestione tradizionalmente intesa una "macchinetta" che, per sua stessa natura, finisce per azzerare quel pubblico servizio voluto dal legislatore ed i conseguenti servizi offerti all’utenza sulla rete viaria strategica del Paese.”
Sullo stesso argomento, ma rivolto alla gestione Anas della Salerno-Reggio Calabria e delle tratte siciliane, le tre associazioni avevano denunciato un mese fa l’insostenibilità dello stato di servizio delle autostrade al sud. Le tre sigle come si ricorderà avevano puntato il dito sul fatto che “sulle tratte in oggetto intervengono le spese di gestione e mantenimento dei piazzali, in alcuni casi aperti e fatti area di ritrovo di avventori che utilizzano servizi, utenze, depositano rifiuti, pur non avendo nulla a che fare con il servizio di distribuzione dei carburanti. Una situazione grave che espone a rischio sicurezza i gestori e i clienti. A fronte di tutto ciò, le Federazioni rilevano come la grave crisi delle vendite dei prodotti petroliferi mette oggettiva
mente le gestioni nella necessità di dover compensare le perdite derivanti dalla caduta degli erogati con l’integrazione delle attività non oil.” Una nota a cui Anas ancora non ha risposto.
In questo quadro complessivo Faib Autostrade, Fegica e Anisa concludono con il richiamo al rischio concreto dei rifornimenti e alla garanzia del pubblico servizio della distribuzione carburanti e dei servizi connessi per gli utenti ed i cittadini in autostrada e alla necessità “non più procrastinabile di un incontro urgente.”