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Esso: dopo Autogrill, prosegue il processo di revisione della strategia. Faib conferma proprie preoccupazioni

Esso, dopo Autogrill, conferma che è alla ricerca di nuovi modelli di business.
La crisi dei consumi, la crescita della concorrenza, l’attivismo dei nuovi competitor porta uno dei principali attori tradizionali della rete a rivedere le proprie strategie.
Il quadro di preoccupazione generale, seguito all’annuncio dell’ accordo Esso-Autogrill, esce confermato dal doppio incontro avuto dalle Associazioni dei gestori con la compagnia.
Il dato preoccupante è costituito dal fatto che il secondo operatore petrolifero in Italia, e leader mondiale, è costretto a rivedere le proprie strategie su un mercato di assoluto interesse – sebbene maturo – com’è quello italiano.
Gli interrogativi che si aprono – ribadiamo – riguardano più profili.
Prendiamo atto delle comunicazioni dell’Azienda che ha riaffermato sia l’intenzione di non lasciare il mercato italiano che la centralità del gestore nel proprio business. Sono affermazioni importanti a cui diamo piena credibilità, ma certamente da monitorare nei prossimi mesi.
L’iniziativa comunicata apre uno scenario in divenire, diverso, che dobbiamo valutare con attenzione e con approccio pragmatico, avendo presenti le difficoltà attuali del mercato, ma con spirito innovativo e scevro da ideologismi fuori luogo e posizioni preconcette.
Intanto, registriamo che l’attuale comunicazione si riferisce ad un’area circoscritta e connotata da peculiari condizioni di mercato, oltre che ad un lotto di circa 80 impianti su 3000 pv, che si inquadra in un’ ottica di sperimentazione e, comunque, in una prospettiva di mantenimento e presidio del mercato italiano.
Ciò che è irrinunciabile è il ruolo del gestore, il posto di lavoro, la conduzione delle stazioni. Da qui si parte e si valuta, sapendo che siamo in presenza di un nuovo processo in formazione nel quale nulla è ancora definitivo.
Apprezziamo l’atteggiamento dell’Azienda che ha informato preventivamente le Associazioni sui progetti di cambiamento che è interessata a percorrere in una logica di confronto costruttivo, anche con le gestioni interessate.
Ciò detto si ribadisce un quadro di forte preoccupazione sul futuro del mercato, della qualità della presenza della compagnia, della moltiplicazione dei soggetti operanti sulla rete, dell’ulteriore frastagliarsi del panorama distributivo nazionale, già segnato dalla crescita di pompe bianche, piccoli retisti e soggetti terzi. La corsa alla compressione dei margini, alla riduzione dei costi e al continuo stress delle politiche di prezzo rischia di compromettere la qualità del servizio ai cittadini e l’arresto del processo di ristrutturazione della distribuzione, costringendo le aziende più strutturate a disinvestire depauperando la distribuzione carburanti italiana.
E’ evidente che in questo quadro diventa più difficile immaginare politiche industriali di ammodernamento e innovazione della rete e questo ci preoccupa fortemente.