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Eni, partono le proteste contro la politica dei prezzi

La brusca accelerata impressa da Eni nel perseguire una politica di prezzi discriminante sulla propria rete a favore di retisti privati convenzionati, riforniti dalla stessa Azienda sul canale extra rete, e il continuo saliscendi dei prezzi consigliati sui propri impianti, in assenza di una logica di mercato chiara e comprensibile, ha scatenato una forte fibrillazione tra i gestori a marchio che sta culminando in proteste spontanee organizzate e non su tutto il territorio nazionale.
Ne è la riprova la proclamazione dello stato di agitazione che ci viene segnalato dalle sedi Faib di Rimini, Firenze, Siena, Genova, Parma, Roma, Savona, La Spezia con chiusura temporanea degli impianti per consentire ai gestori di riunirsi in Assemblea per valutare le iniziative da intraprendere a contrasto di una politica aziendale che sta calpestando i principi fondamentali che hanno ispirato la sottoscrizione dell’Accordo siglato a dicembre 2014.
Il continuo ritocco al rialzo del listino consigliato da Eni sta mettendo fuori mercato i gestori della rete che sono continuamente costretti a richiedere interventi correttivi sui prezzi, per poter competere sul loro micro mercato. A fronte delle richieste, i gestori riscontrano in moltissimi casi dinieghi oppure operazioni di ritocco esclusivamente nella modalità self, scelta che causa un doppio danno economico alle gestioni: 1) continuo allargamento della forbice tra prezzo self e servito, rendendo di fatto più difficile e in tanti casi impossibile vendere con la modalità di servizio, cosa che genera una forte migrazione della percentuale della vendite servito verso il self; 2) un impoverimento della condizione economica e finanziaria, già difficile da sostenere di questi tempi, determinata dal venir meno, nei fatti, di una modalità di vendita più remunerativa e delle anticipazioni riconosciute in fattura tarate a 70/30 %. Si tratta anche di un’azione finalizzata allo svuotamento dell’Accordo del 2014, con un forte attacco unilaterale al margine dei gestori, che può essere determinato solo in sede negoziale.
Le proteste in atto di queste ore, di cui pubblichiamo alcuni Report, inviati ai rispettivi Responsabili delle Aree Commerciali di Eni, sono significative del senso di sofferenza e mostrano tutta la rabbia di una intera Categoria che sta vedendo tradito l’Accordo raggiunto. L’accelerazione di Eni è molto preoccupante per i gestori e per la stessa Azienda che rischia di bruciare un’intesa che se applicata correttamente, come è successo inizialmente, può continuare a produrre risultati positivi per le parti.
Le Federazioni di Categoria hanno già espresso l’auspicio che il management Eni riveda questa politica, sia in sede negoziale che per le vie informali, valorizzando, come lo spirito e la lettera dell’Accordo prevede, il servizio che il gestore ancora può garantire al cliente in termini di fidelizzazione. E’ evidente che se l’Accordo sarà disatteso, così come si profila, non rimarrà che lo scontro, ripercorrendo quella stagione di conflitti che la Faib, insieme a Figisc e Fegica, ha cercato di superare con sacrificio e senso di responsabilità. Va in questa direzione l’invito rivolto ai massimi vertici aziendali ai quali le tre Federazioni hanno richiesto un incontro urgente per riprendere quel cammino leale che possa consentire di superare questo momento difficile che sta attraversando il settore e in generale il Paese tutto.
Da questo punto di vista l’Azienda è stata avvertita. I movimenti di protesta che arrivano dal territorio non possono essere ignorati e aprono la strada ad una protesta generalizzata che potrebbe trovare a breve uno sbocco nazionale.

 

– Leggi il Comunicato dello sciopero Eni Liguria

 

– Leggi la Vertenza Eni dei gestori di Siena

 

– Leggi la Lettera del Comitato unitario di Colore Eni di Rimini

 

– Leggi il Verbale incontro Eni di Firenze