Faib e Fegica a riscontro della nota di Eni di domenica 16 marzo hanno preso atto che “l’Azienda, nonostante le nostre ripetute e motivate sollecitazioni, insiste nel rendersi indisponibile a concentrare lo sforzo di mediazione intorno agli ultimi elementi propri del Tavolo negoziale volto a rinnovare l’Accordo collettivo aziendale scaduto da tempo.”
Nella nota le due Federazioni sottolineano con rammarico di “dover registrare che, l’ennesima conferma della nostra disponibilità a prendere in esame qualsiasi proposta di nuovo modello contrattuale ed avviare la relativa negoziazione nell’unico ambito proprio che la Legge 27/2012 inequivocabilmente chiarisce, non è stata sufficiente per rimuovere la pretesa, non accoglibile proprio perché chiaramente in contrasto con la medesima norma, di condizionare il rinnovo dell’Accordo sopra citato ad una nostra accettazione del modello contrattuale messo a punto dall’Azienda e improvvisamente sottopostoci.”
A fronte di tale rigidità Faib e Fegica hanno comunicato all’Azienda che “Quanto sopra evidenziato ci impedisce di fatto, con estremo rammarico e disappunto, di confermare la presenza delle nostre delegazioni, non essendo per un verso da Voi riconosciute nella loro composizione, di cui riteniamo di poter essere gli unici responsabili, e per l’altro a causa della manifesta assenza delle necessarie condizioni che consentano un prosieguo costruttivo del confronto.”
Nella comunicazione Faib e Fegica respingono “l’interpretazione arbitraria delle norme speciali che regolano il settore offerta con la Vostra comunicazione, in evidente contraddizione persino con i comportamenti assunti dall’Azienda stessa in altre simili circostanze, e dal Ministero” e ribadiscono “le disponibilità più volte in precedenza precisate formalmente” di concludere l’Accordo economico e normativo, tornando “a chiedere al Ministero dello Sviluppo Economico di valutare l’opportunità che la negoziazione tra le Parti possa essere ripresa in sede ministeriale con il sostegno e la garanzia dell’Istituzione.”
Diversa la valutazione di Figisc che pur sottolineando “tutte le riserve già unitariamente manifestate con le due note di venerdì 14 u.s.,” che, dunque, vengono riconfermate, ivi compresa l’impossibilità di discutere al Tavolo con l’Azienda, in assenza di una tipizzazione di primo livello, del Contratto di Commissione, ha comunicato all’Azienda “per la parte di sua competenza, Figisc accede ad assicurare la propria presenza all’incontro odierno, con l’esplicita finalità di pervenire ad un indispensabile e reciproco chiarimento delle posizioni sulla vertenza in atto.”
Faib e Fegica nell’auspicare che si possa “ritrovare la condizione per chiudere l’intesa economica senza la quale si perpetua lo stato di gravissima difficoltà dei gestori cui è stata, nel tempo, erosa ogni possibilità di essere attivamente sul mercato e di vedersi corrisposta una giusta remunerazione per l’attività”, confidano che si possano “rimuovere le chiusure” pregiudiziali che hanno bloccato il confronto nell’ultima fase negoziale, tramite una ripresa del confronto sulle nuove tipologie contrattuali nelle sedi proprie che la normativa vigente ha stabilito.