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Eni, differenziali self servito: le associazioni dei gestori scrivono all'azienda

Con una nota unitaria le tre Federazioni dei gestori hanno rivolto una nota di protesta all’Eni sulla questione del differenziale prezzi self/servito
Nella nota le tre Federazioni, a proposito della variazione del differenziale, “tengono a precisare che monitoreranno con grande attenzione gli effetti che tali variazioni porteranno sull’andamento commerciale degli impianti, tenuto conto delle possibili conseguenze negative sugli equilibri economici dei singoli punti vendita e delle relative gestioni.”
Le Associazioni ritengono infatti che “ Tale decisione penalizza incontestabilmente le vendite in servito , costringendo i clienti a pagare più caro il rifornimento , innescando meccanismi di disaffezione al servizio”.
Tale decisione può alterare l’equilibrio economico dell’Accordo, spostando l’asse dei costi sul gestore ed infatti “ tale decisione penalizza incontestabilmente le vendite in servito”
Come più volte dichiarato, sia in fase di sottoscrizione dell’Accordo sia nei vari incontri successivi , l’ intesa raggiunta – condivisa in un contesto particolare di crisi dei consumi e del paese-, può dare i suoi frutti, sia all’azienda che ai gestori, solo a condizione che la modalità servito si attesti su valori interessanti di erogato.
Secondo le Associazioni la decisione presa “… altera, di fatto, l’equilibrio raggiunto con l’Accordo in quanto viene sottratta ai gestori quella quota di margine negoziato per le vendite effettuate in servito che, con la stesura dell’Intesa, doveva rappresentare il punto di equilibrio economico per ogni singolo gestore.”
Nella nota le tre Associazioni ricordano che la buona performance della modalità servito, seguita alla firma dell’accordo, “è stata raggiunta grazie all’impegno dei gestori ,che hanno creduto nel progetto di rilancio del servizio al consumatore e si sono fatti carico di costi aggiuntivi non riconosciuti da quell’intesa.”
Per questi motivi, la decisione unilaterale dell’Azienda, per Faib , Fegica e Figisc, “rischia di rivelarsi controproducente”.
Faib Fegica e Figisc nella nota confermando “la necessità del rigoroso rispetto dell’intesa raggiunta” ritengono “necessario sottolineare come appuntino il massimo della loro attenzione e, di conseguenza, come risulti essenziale che codesta azienda uniformi i propri comportamenti al contenuto dell’Accordo sopra citato – oltreché della legge – in materia di condizioni eque e non discriminatorie da assicurare ai gestori perché possano competere nel mercato di riferimento” riservandosi in ogni caso “ogni altra azione idonea a tutelare gli interessi dei propri rappresentati.”
La nota delle tre Federazioni fa seguito, dunque, alla decisione unilaterale di Eni che di fatto riduce in modo significativo la possibilità di mantenere quei livelli di vendita su una modalità che poteva riportare marginalità alle gestioni, ridando quella boccata di ossigeno indispensabile ai tanti punti vendita in difficoltà da tempo. In questo senso la scelta aziendale appare censurabile sia per i motivi sopra descritti sia perché si rivela controproducente in quanto rischia di annullare il lavoro di fidelizzazione dei clienti operato con tanti sacrifici dai gestori.

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