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Effetto sciopero, il Governo striglia le Compagnie e si impegna a razionalizzare la rete e a rivedere i costi della moneta elettronica

Lo sciopero nazionale dei gestori carburanti indetto da Faib Fegica e Figisc/Anisa per protestare contro l’abbandono in cui versa il settore ha già prodotto i primi positivi effetti.
Nell’esprimere soddisfazione per la riuscita delle manifestazioni, possiamo osservare che al netto di quelli aperti per garantire il servizio pubblico essenziale chiesto dalla Commissione di Garanzia sul diritto allo sciopero e degli impianti a gestione diretta delle Compagnie e/o dei retisti privati, la chiusura degli impianti, sebbene non abbia avuto la totale adesione dei punti vendita, ha registrato una soddisfacente partecipazione, con punte più alte di adesioni e aree con minor partecipazione.
Assieme ai dati sulla partecipazione sono anche giunte infatti osservazioni e note di richieste di chiarimenti sulle motivazioni dello sciopero e sulle forme di protesta adottate, oltre che di distinguo e dissenso. Elementi che debbono essere presi in seria considerazione. E’ evidente che le Associazioni debbono porsi la questione di un più ampio coinvolgimento della base associativa a livello territoriale nei processi delle decisioni. Per quanto riguarda la Faib sono state svolte, a livello regionale e provinciale, numerose assemblee territoriali di coinvolgimento dei gestori associati e non, in parte riportati anche sulle pagine del sito federale e in parte testimoniato dalla partecipazione dei gestori Faib in Piazza Montecitorio, giunti dal Trentino, dal Veneto, dalla Liguria, dal Piemonte, dalla Valle d’Aosta, dall’Emilia Romagna, dalla Toscana, dalla Calabria, dal Molise, dall’Abruzzo, dalla Campania oltre che da Roma e dal Lazio.
Ciò detto, occorre rimarcare che vi era la necessità inderogabile di rendere pubblico il malessere della Categoria e di portarlo in piazza in modo evidente e incontestabile. La manifestazione di Roma e la chiusura degli impianti hanno in questo senso acceso i riflettori sui gestori carburanti. Le dirette televisive, la partecipazione dei media, le interviste rilasciate dai manifestanti in piazza hanno testimoniato e rilanciato all’opinione pubblica e al mondo della politica e dell’industria petrolifera le questioni che più stanno a cuore ai benzinai.
Possiamo dire che, dalle reazioni di alcune Compagnie petrolifere alle importanti affermazioni del Vice Ministro dello Sviluppo Economico, Prof. Claudio De Vincenti, all’Assemblea dell’Unione Petrolifera, alle parole del Presidente Gilotti, nell’ambito della stessa Assemblea, oltre al forte interessamento manifestato dai parlamentari che sono scesi dal Palazzo in mezzo alla nostra gente ad ascoltare i motivi della protesta, sono stati colti alcuni importanti risultati.
Le manifestazioni di protesta, organizzate dalle Federazioni di Categoria ed articolate in tre iniziative (sospensione dei self negli orari di apertura, chiusura totale degli impianti, non accettazione della moneta elettronica), hanno avuto, dunque, l’effetto desiderato, scuotendo il mondo delle Compagnie petrolifere, della politica e del Governo.
Le reazioni che abbiamo registrato infatti hanno segnalato che le proteste individuate sono andate a bersaglio come si può facilmente evincere da una nota che una Compagnia petrolifera ha rivolto dalle pagine web del suo sito in modo censurabile e anti sindacale. A tal proposito, la Faib ha condannato un messaggio che, riferendosi allo sciopero dei self, affermava “… in base al contratto di comodato in essere con la scrivente, tale ultima condotta costituisce un grave inadempimento sanzionabile con la risoluzione di diritto del contratto medesimo. Vi diffidiamo pertanto dal dare seguito alla condotta annunciata anticipandovi che, diversamente, saremo costretti a porre in essere le iniziative più opportune a tutela dei diritti e dei legittimi interessi della Società.” Su questo la Faib è intervenuta denunciando che “…l’Azienda in questione… palesemente e pubblicamente vuole impedire il libero esercizio di un diritto costituzionale garantito dalle Leggi dello Stato, riservandosi laddove vi fossero le condizioni di denunciare la gravità dell’accaduto nelle sedi più opportune per questa grave condotta antisindacale.”
La protesta dei gestori ha avuto anche l’effetto di irrompere nell’Assemblea dell’Unione Petrolifera che si è svolta nel pomeriggio sempre a Roma, a poche centinaia di metri di distanza da Piazza Montecitorio.
I gestori – lo ricordiamo per i distratti – hanno chiuso gli impianti di rifornimento carburanti per protestare contro la mancata riforma della rete, per chiedere la razionalizzazione della distribuzione carburanti, per denunciare la concorrenza sleale che le Compagnie fanno ai propri gestori, e chiedere la riqualificazione della rete in senso europeo, con livelli di efficienza e offerta di servizi, la chiusura degli impianti incompatibili e improduttivi, contro la ghostizzazione e l’espulsione dei gestori, nel rispetto delle Leggi e delle condizioni eque e non discriminatorie, per favorire prezzi più bassi su tutta la rete, e il contenimento dei costi della moneta elettronica, per dire basta regali alle banche e chiedere al Governo equità.
Queste motivazioni sono rimbalzate all’interno dell’Assemblea dell’Unione Petrolifera, alla presenza di tutti gli azionisti delle Compagnie, dei direttori rete, del management petrolifero e di tutti gli addetti ai lavori. Tanto che nel suo intervento all’Assemblea, il Vice Ministro De Vincenti, a riconoscimento dello stato di sofferenza dei gestori, ha invitato in modo netto le Compagnie a rinnovare gli accordi di colore e a praticare condizioni eque e non discriminatorie. Un richiamo tanto forte quanto autorevole, tanto più in considerazione che veniva fatto, pubblicamente, davanti all’intera platea dell’industria petrolifera italiana. In più sia Il Vice Ministro De Vincenti che il Presidente di UP, Alessandro Gilotti, si sono impegnati a rimettere mano in modo celere alla ristrutturazione della rete carburanti e all’armonizzazione dei costi della moneta elettronica e del loro contenimento in ragione delle specificità del settore. Quattro punti sollevati dalla piattaforma sindacale dei gestori.
Lo sciopero, dunque, ha rilanciato i temi proposti dalle Associazioni inserendoli in maniera prioritaria sull’agenda di Governo e del settore.
Come ha detto il Presidente Faib, Landi, intervenendo in Piazza Montecitorio, nel suo breve discorso di saluto e ringraziamento ai gestori giunti da ogni parte d’Italia: “La Categoria deve recuperare fiducia nelle proprie forze e guardare alle grandi conquiste che ha saputo conseguire e conservare, per assicurare la difesa delle proprie gestioni e preservare il ruolo dei gestori nel futuro della rete carburanti, sapendo guardare avanti e accettando le sfide che la modernità ci propone, con spirito e capacità di innovazione ma anche di solidarietà verso le aree di maggior difficoltà, consapevoli che questa categoria non ha mai avuto regali da nessuno ma si è sempre conquistato, con sacrificio, il proprio lavoro”.