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Documento conclusivo dei lavori dei gruppi dirigenti Faib Fegica Figisc. Anticipato sciopero gestori, braccia incrociate il 15, 16, 17 settembre

I gruppi dirigenti di Faib, Fegica e Figisc, riuniti oggi a Roma, hanno esaminato lo stato delle relazioni con il complesso dell’industria petrolifera ed i retisti privati, approfondendo, nel contempo, la situazione dei rapporti con il Ministero dello Sviluppo Economico.
Nel corso della discussione sono emerse le fortissime preoccupazioni della Categoria schiacciata dall’incapacità delle compagnie di mantenere, da una parte, corrette relazioni sindacali e, dall’altra, dall’ormai generalizzato rifiuto di mettere mano – con il pretesto dell’avversa congiuntura – al rinnovo dei rapporti economici già scaduti ovvero in via di scadenza.
Tale situazione sta aumentando il disagio e la sofferenza “economica” dei Gestori che si vedono costretti a partecipare, sempre più frequentemente, a politiche di sconto al pubblico e di pricing deciso dalle compagnie che non trovano alcuna rispondenza nei ricavi normali che dovrebbero essere appannaggio di qualsiasi impresa, ovvero a subire il ricorso a rapporti contrattuali che eludono e vìolano le norme vigenti.
In questo quadro i Gruppi dirigenti delle tre Organizzazioni hanno stigmatizzato la decisione già assunta od in via di assunzione da parte di aziende dell’industria petrolifera, -che attraverso il sistema di prezzi “personalizzato”, cui si somma un uso “disinvolto” e gravemente oneroso per l gestore del cosiddetto iperself- sta determinando un collasso dell’intero settore, un impoverimento della Categoria ed una progressiva riduzione degli spazi a disposizione delle singole gestioni per condurre gli impianti in maniera efficiente ed efficace. Ciò, indipendentemente dal marchio esposto sull’impianto.
Nello stesso modo il dibattito ha fatto emergere, con consapevolezza, il senso di sfiducia nell’operato del Governo che, dapprima ha incassato il 20 giugno 2008 – con la sottoscrizione del “protocollo Scajola” -, il via libera dei Gestori sulle modifiche normative che hanno condotto all’approvazione della Legge 133/08 e, quindi, ha disatteso tutti gli impegni convenuti.
Il Sottosegretario Saglia, unilateralmente, ignorando gli impegni assunti nei confronti della nostra Categoria dal Ministro Scajola, a nome del Governo, ha scelto, invece di continuare a privilegiare qualsiasi altro interesse, purché diverso dalla tutela della categoria più debole – quella dei gestori -, tra cui quelli dell’industria petrolifera, dei retisti privati, piuttosto che degli operatori indipendenti e della GDO, costruendo ed inviando al Consiglio dei Ministri un disegno di legge con il quale, tra le altre cose:

– si vanificano i contratti codificati con il D. Lgs. 32/98;
– si cancella la Legge 496/99 sui contratti di fornitura/somministrazione;
– si utilizza il Fondo Indennizzi per pagare le ristrutturazioni dei retisti privati;
– si incoraggiano gli impianti ghost che possono essere realizzati fuori dal rispetto di ogni normativa anche regionale;
– si da avvio ad una concorrenza, all’interno dello stesso impianto, durante le ore di apertura del servizio manuale, con  l’installazione di una colonnina “a sconto” che, presumibilmente, rimarrà nelle mani della compagnia;
– si prevede la cancellazione dei diritto dei Gestori, in quanto titolari della licenza UTF, ad ottenere le autorizzazioni per la somministrazione;
– si obbligano i Gestori a comunicare i prezzi praticati, settimanalmente, al Ministero, sopportando le eventuali sanzioni che dovessero essere elevate per la mancata corrispondenza fra quanto comunicato e quanto dichiarato;
– si azzerano le normative regionali che hanno previsto l’introduzione dei carburanti “ecologici” per la realizzazione di nuovi impianti;
– si affida all’Antitrust il compito di “vigilanza” sulle Leggi Regionali.

Tutto ciò in nome della libertà di impresa ed invocando l’articolo 117 della Costituzione che regola la materia della concorrenza.
La sintesi di tali accelerazioni – quella delle compagnie e dei retisti e quella del Ministero – apparentemente diverse ma concomitanti per la negatività degli effetti, rischiano di condannare l’intera categoria all’obsolescenza, ad una stagione di diritti negati, ad una residualità economica e finanche ad un’incertezza sulla continuazione dei rapporti contrattuali in un clima di fattiva e costruttiva collaborazione o, almeno, di corrette relazioni tra le parti.
Non è un caso, infatti, che mentre si continuano a scaricare tanto da parte di compagnie e retisti, quanto da parte del Governo sui Gestori oneri e costi che non trovano giustificazione (dall’aumento delle “tasse camerali” alla metrologia, dagli sconti a clausole commerciali vessatorie ed all’elusione delle corrette pratiche contrattuali), vi è un incessante sovrapporsi di iniziative che hanno come bersaglio terminale, nell’indifferenza pressochè totale, soltanto la nostra Categoria.
Quanto al rispetto del “protocollo Scajola” sulla trasformazione strutturale della “deduzione forfetaria dal reddito d’impresa” (cosiddetto “bonus”), va sottolineata la specifica ulteriore inadempienza: un’inadempienza, di importanza assolutamente vitale per il futuro delle piccole imprese del settore, che, al momento, non c’è alcuna certezza venga colmata (come del resto già accaduto in passato) dai provvedimenti in corso di adozione da parte del Ministro Tremonti e richiesti ripetutamente dalle tre Organizzazioni di Categoria.
Di fronte a tale situazione gli spazi negoziali a disposizione della Categoria sono ridotti al limite: per questo i Gruppi dirigenti ritengono indispensabile una mobilitazione straordinaria che faccia comprendere a compagnie petrolifere, operatori vecchi e nuovi del settore, Governo e Parlamento, la straordinarietà della situazione.
Una condizione giustificata in nome di un mercato – formalmente libero, ma in realtà portatore di gravi limitazioni e discriminazioni -, che ha come risultato quello della totale destabilizzazione del comparto, con rischi di non ritorno per la nostra Categoria che, una volta espulsa dal processo di distribuzione o messa ai margini dalle scelte effettuate dai titolari degli impianti, rischia di non rientrare più nei piani futuri di riassetto del settore ovvero di rientrarvi in posizione del tutto depotenziata e residuale.
Senza alcuna stabilizzazione delle dinamiche contrattuali e normative oggi sotto veemente attacco concentrico, la Categoria torna esattamente 40 anni indietro. A quel 1970, anno nel quale la straordinaria partecipazione dei Gestori, conquistò alla Categoria più forza, più dignità, più diritti.
Alla fine di lungo ed articolato dibattito i Gruppi dirigenti, all’unanimità, hanno scelto di anticipare la data dello sciopero di ottobre ed assumere, nel brevissimo periodo, alcune iniziative regionali e nazionali.
Su quelle regionali i gruppi dirigenti territoriali si attiveranno, unitariamente, fin dai prossimi giorni nei confronti di Regioni, forze politiche, Prefetture, parti sociali, ecc.; quelle nazionali consistono nella sospensione, a partire dal 1 agosto e fino a tutto il 30 settembre, degli effetti della parte degli accordi sottoscritti con le compagnie che regola il “prezzo massimo”.
Quindi dal prossimo 1° Agosto i Gestori eserciteranno liberamente ed in relazione alle singole situazioni gestionali la facoltà loro concessa dalla normativa europea in materia di fissazione dei prezzi, nonché la responsabilità economica, civilistica e di impresa, di tendere all’equilibrio dei proprio bilanci, compromessi dal mancato adeguamento dei mar
gini da parte delle compagnie e dei retisti e dall’adesione forzosa a sconti al pubblico.
Nel quadro delle iniziative nazionali, i Gruppi dirigenti hanno convocato a Roma, per Mercoledì 8 settembre una riunione delle strutture nazionali allargate ai responsabili territoriali con contemporanea manifestazione, in preparazione della chiusura degli impianti che viene anticipata, stante l’accelerazione impressa alla situazione, al 15, 16 e 17 Settembre.

Roma, 21 luglio 2010