L’onorevole Cosimo Latronico, della Commissione Bilancio e Tesoro, nella seduta 577, ha presentato in Commissione un’interrogazione a risposta (la 5/07913) indirizzata al Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere, in sostanza, quali iniziative intenderà adottare perché i prezzi dei carburanti sia nella modalità self che servita, rispondano a criteri di equità e ragionevolezza. E anche quali iniziative di competenza intenderà avviare nei confronti di Eni, capace di condizionare il resto del mercato.
Nell’interrogazione, il parlamentare, dopo aver sottolineato che la distribuzione dei prodotti petroliferi, “mantiene inalterata una delicata importanza strategica per il Paese oltreché una caratteristica di essenzialità del servizio in forza della sua stretta interdipendenza con il diritto costituzionalmente garantito alla mobilità dei cittadini” e ricordato che “il legislatore ha ritenuto di dover affidare al Ministero dello sviluppo economico il compito di mettere a disposizione dei cittadini un sistema di informazione elettronico – Osservatorio prezzi – volto a pubblicare a beneficio del consumatore il prezzo di ciascun prodotto praticato da ciascun impianto di distribuzione carburanti”, rimarca che “presso lo stesso Ministero debbono, ex lege, essere depositati, perché ne sia curata la loro pubblicizzazione, gli accordi collettivi di categoria tra le compagnie petrolifere e le associazioni dei gestori, con le quali intese, tra l’altro, risultano essere definiti, ai sensi e per gli effetti delle leggi speciali di settore (decreto legislativo 32 del 1998, articolo 1; legge n. 57 del 2001, articolo 19; legge n. 27 del 2012, articolo 17) i criteri per la determinazione dei prezzi nonché le condizioni economiche (cosiddetti per brevità «margini») da riconoscersi ai gestori a motivo dell’attività e del servizio prestato presso gli impianti”.
Dalla premessa il parlamentare passa poi all’osservazione che “dalla «rilevazione dei prezzi praticati alla pompa»,(…) resi pubblici dall’Osservatorio prezzi del Ministero dello sviluppo economico, risulta una abnorme e … ingiustificata differenza tra il prezzo medio imposto al pubblico per la modalità di vendita in self service e quello per la modalità servita” In particolare l’interrogante nota che “dai dati ministeriali emerge che presso gli impianti delle reti italiane, un consumatore che, per scelta o necessità, per fare rifornimento alla sua auto si rivolga ad un erogatore servito paga mediamente 8,8 centesimi di euro in più al litro per la benzina (1,461 contro 1,373) e 9,1 centesimi di euro in più al litro per il gasolio (1,276 contro 1,185) di quanto spenderebbe ad un erogatore self service, spesso peraltro posti entrambi nel medesimo impianto.”
L’onorevole Latronico chiarisce che “è bene subito chiarire che si tratta di cifre per niente trascurabili sia per le tasche dei consumatori (oltre 5 euro su un pieno medio di un auto) sia se messe in relazione al «margine industriale lordo» che le compagnie petrolifere «denunciano» ed il Ministero dello sviluppo economico assume per le sue statistiche e pubblica: assunto il valore di 17,3 eurocent/lt, quale margine industriale lordo medio (IVA compresa) rilevato dal Ministero dello sviluppo economico, nel 2015, il sovraprezzo di 8,8 sulla benzina venduta in servito pesa per oltre il 50 per cento; allo stesso modo del sovraprezzo di 9,1 imposto sul gasolio venduto in servito, assunto quale margine industriale lordo medio rilevato nel 2015 il valore di 17,9 eurocent/lt (IVA compresa) per il medesimo prodotto” .
Il Parlamentare infine punta l’attenzione sulla compagnia a partecipazione pubblica Eni, rilevando che “ ancora più rilevante – e palesemente ingiustificato – è il suddetto sovraprezzo se si analizza – a mero titolo di esempio – quello imposto dall’Eni, azienda leader del mercato sia in termini di quota mercato (oltre 25 per cento) sia in termini di punti vendita (poco meno del 20 per cento) la stessa inoltre è saldamente sotto il controllo del Governo (30 per cento del pacchetto azionario di proprietà della Cassa depositi e prestiti; consiglio d’amministrazione nominato dal Ministero dell’economia e delle finanze, per quanto risulti nominalmente soggetto giuridico privato). Nel caso di Eni l’onorevole evidenzia che “secondo i dati dell’Osservatorio prezzi del Ministero dello sviluppo economico, pubblicati da Staffetta Quotidiana, gli impianti della rete a marchio Eni praticano mediamente un sovraprezzo medio di 12,2 eurocent/lt sulla benzina (1,492 contro 1,370; +3,4 cent oltre la media Italia) e di 12,4 eurocent/lt sul gasolio (1,319 contro 1,195; +3,3 cent oltre la media Italia), annotando in sovrappiù che, “tuttavia, è del tutto agevole constatare da una verifica diretta sul territorio come risulti assai facile imbattersi in impianti a marchio Eni che arrivano a praticare, presso il medesimo punto vendita, fino a 20 eurocent/lt di sovraprezzo per lo stesso prodotto tra erogazione servita e in self service”.
Il rappresentante parlamentare, dopo aver evidenziato l’ andamento del differenziale prezzi self servito sulla rete e su quella a marchio Eni, si spinge con l’analisi oltre, annotando che “in quale misura tutto questo sia tanto dannoso per i consumatori, quanto abnorme e del tutto ingiustificato anche sul piano più strettamente commerciale, lo si può facilmente evincere verificando, attraverso l’esame degli accordi collettivi per i gestori Eni depositati presso il Ministero dello sviluppo economico, come di norma solo 2 eurocent/lt (fino a un massimo di 3,2) del suddetto sovraprezzo (-12 cent medi con punte di 20 ) venga riconosciuto dalla compagnia ai propri gestori per quella attività – il servizio – che sola potrebbe giustificare un delta prezzo tra vendite in self service e in servito.”
Dalla narrazione dei fatti evidenziati e supportati dalle rilevazioni dell’osservatorio prezzi il membro della commissione parlamentare “ne consegue che Eni, oltre al proprio «margine industriale» ragionevolmente incassato sul prezzo base relativo alle vendite in self service, aggiunge a proprio esclusivo beneficio e a giudizio dell’interrogante in assenza di alcuna ragionevole giustificazione – posto che la manodopera per l’erogazione dei carburanti in servito è un onere a carico del gestore, remunerata dal margine contrattualmente definito come sopra già quantificato – un incasso extra che va tra i 9 e i 18 cent/ litro, fino a raddoppiare di fatto il proprio margine industriale medio esposto dal Ministero dello sviluppo economico; ragionamento omogeneo, con numeri che possono discostarsi da quelli di Eni in un intorno più o meno significativo, vale anche per i marchi delle altre compagnie petrolifere operanti in Italia” e chiede “quali iniziative di competenza il Ministro intenda intraprendere affinché i prezzi dei carburanti, la cui distribuzione costituisce un servizio essenziale per la collettività e per garantire il diritto costituzionale alla mobilità dei cittadini, rispondano a criteri di equità e ragionevolezza; quali iniziative di competenza intenda assumere in relazione ai comportamenti adottati nell’imporre un sovraprezzo, a giudizio dell’interrogante tanto evidentemente abnormi quanto del tutto ingiustificati verso i consumatori che, per scelta o necessità, intendono rifornirsi, usufruendo del servizio all’atto dell’erogazione del carburante; quali iniziative di competenza intenda avviare nei confronti di Eni, partecipata dallo Stato, che, quale incontestata azienda leader del mercato, appare all’interrogante
costituire punta estrema di un tale fenomeno, capace di condizionare il resto del mercato; per quali ragioni, essendo il Ministero dello sviluppo economico nel pieno e diretto possesso di tutte le informazioni, degli elementi documentali, e delle competenze, non risulti allo stato ancora adottata alcun tipo di iniziativa.
Leggi l’interrogazione
Il testo integrale dell’interrogazione:
Premesso che:
– la distribuzione dei prodotti carbolubrificanti, pur non rientrando più nel concetto di pubblico servizio e non essendo più soggetta alla definizione di tariffa per effetto delle modifiche legislative introdotte nel corso degli ultimi 20 anni che hanno liberalizzato sia l’attività di rivendita che il prezzo al pubblico dei carburanti, mantiene inalterata una delicata importanza strategica per il Paese oltreché una caratteristica di essenzialità del servizio in forza della sua stretta interdipendenza con il diritto costituzionalmente garantito alla mobilità dei cittadini;
– anche in considerazione di tale carattere essenziale per l’interesse collettivo nel suo complesso e per ciascun cittadino consumatore in particolare, il legislatore ha ritenuto di dover affidare al Ministero dello sviluppo economico il compito di mettere a disposizione dei cittadini un sistema di informazione elettronico – Osservatorio prezzi – volto a pubblicare a beneficio del consumatore il prezzo di ciascun prodotto praticato da ciascun impianto di distribuzione carburanti, rendendo obbligatorio per i gestori il suo aggiornamento certo e puntuale;
– al medesimo Ministero dello sviluppo economico sono stati assegnati, nella persona del cosiddetto «Mister Prezzi», compiti di sorveglianza circa l’andamento e la congruenza dei prezzi praticati al pubblico in particolare dei prodotti carburanti: attività che, nel tempo, ha comportato numerosi interventi diretti, anche e non solo in termini di moral situation, nei confronti delle compagnie petrolifere operanti in Italia;
– presso lo stesso Ministero debbono, ex lege, essere depositati, perché ne sia curata la loro pubblicizzazione, gli accordi collettivi di categoria tra le compagnie petrolifere e le associazioni dei gestori, con le quali intese, tra l’altro, risultano essere definiti, ai sensi e per gli effetti delle leggi speciali di settore (decreto legislativo 32 del 1998, articolo 1; legge n. 57 del 2001, articolo 19; legge n. 27 del 2012, articolo 17) i criteri per la determinazione dei prezzi nonché le condizioni economiche (cosiddetti per brevità «margini») da riconoscersi ai gestori a motivo dell’attività e del servizio prestato presso gli impianti;
– dalla «rilevazione dei prezzi praticati alla pompa», diffusa quotidianamente dalla storica pubblicazione di settore, « Staffetta Quotidiana», ed elaborata proprio sulla base dei dati raccolti e resi pubblici dall’Osservatorio prezzi del Ministero dello sviluppo economico, risulta – a titolo di esempio la rilevazione del giorno 18 febbraio 2016 – una abnorme e ictu oculi ingiustificata differenza tra il prezzo medio imposto al pubblico per la modalità di vendita in self service e quello per la modalità servita;
– in particolare, dai dati ministeriali emerge che presso gli impianti delle reti italiane, un consumatore che, per scelta o necessità, per fare rifornimento alla sua auto si rivolga ad un erogatore servito paga mediamente 8,8 centesimi di euro in più al litro per la benzina (1,461 contro 1,373) e 9,1 centesimi di euro in più al litro per il gasolio (1,276 contro 1,185) di quanto spenderebbe ad un erogatore self service, spesso peraltro posti entrambi nel medesimo impianto;
– è bene subito chiarire che si tratta di cifre per niente trascurabili sia per le tasche dei consumatori (oltre 5 euro su un pieno medio di un auto) sia se messe in relazione al «margine industriale lordo» che le compagnie petrolifere «denunciano» ed il Ministero dello sviluppo economico assume per le sue statistiche e pubblica: assunto il valore di 17,3 eurocent/lt, quale margine industriale lordo medio (IVA compresa) rilevato dal Ministero dello sviluppo economico, nel 2015, il sovraprezzo di 8,8 sulla benzina venduta in servito pesa per oltre il 50 per cento;
– allo stesso modo del sovraprezzo di 9,1 imposto sul gasolio venduto in servito, assunto quale margine industriale lordo medio rilevato nel 2015 il valore di 17,9 eurocent/lt (IVA compresa) per il medesimo prodotto;
– ancora più rilevante – e palesemente ingiustificato – è il suddetto sovraprezzo se si analizza – a mero titolo di esempio – quello imposto dall’Eni, azienda leader del mercato sia in termini di quota mercato (oltre 25 per cento) sia in termini di punti vendita (poco meno del 20 per cento) la stessa inoltre è saldamente sotto il controllo del Governo (30 per cento del pacchetto azionario di proprietà della Cassa depositi e prestiti; consiglio d’amministrazione nominato dal Ministero dell’economia e delle finanze, per quanto risulti nominalmente soggetto giuridico privato;
– secondo i dati dell’Osservatorio prezzi del Ministero dello sviluppo economico, pubblicati da Staffetta Quotidiana, gli impianti della rete a marchio Eni praticano mediamente un sovraprezzo medio di 12,2 eurocent/lt sulla benzina (1,492 contro 1,370; +3,4 cent oltre la media Italia) e di 12,4 eurocent/lt sul gasolio (1,319 contro 1,195; +3,3 cent oltre la media Italia);
– tuttavia, è del tutto agevole constatare da una verifica diretta sul territorio come risulti assai facile imbattersi in impianti a marchio Eni che arrivano a praticare, presso il medesimo punto vendita, fino a 20 eurocent/lt di sovraprezzo per lo stesso prodotto tra erogazione servita e in self service; in quale misura tutto questo sia tanto dannoso per i consumatori, quanto abnorme e del tutto ingiustificato anche sul piano più strettamente commerciale, lo si può facilmente evincere verificando, attraverso l’esame degli accordi collettivi per i gestori Eni depositati presso il Ministero dello sviluppo economico, come di norma solo 2 eurocent/lt (fino a un massimo di 3,2) del suddetto sovraprezzo – 12 cent medi con punte di 20 – venga riconosciuto dalla compagnia ai propri gestori per quella attività – il servizio – che sola potrebbe giustificare un delta prezzo tra vendite in self service e in servito
– ne consegue che Eni, oltre al proprio «margine industriale» ragionevolmente incassato sul prezzo base relativo alle vendite in self service, aggiunge a proprio esclusivo beneficio e a giudizio dell’interrogante in assenza di alcuna ragionevole giustificazione – posto che la manodopera per l’erogazione dei carburanti in servito è un onere a carico del gestore, remunerata dal margine contrattualmente definito come sopra già quantificato – un incasso extra che va tra i 9 e i 18 cent/ litro, fino a raddoppiare di fatto il proprio margine industriale medio esposto dal Ministero dello sviluppo economico;
– ragionamento omogeneo, con numeri che possono discostarsi da quelli di Eni in un intorno più o meno significativo, vale anche per i marchi delle altre compagnie petrolifere operanti in Italia.
CHIEDE
– quali iniziative di competenza il Ministro intenda intraprendere affinché i prezzi dei carburanti, la cui distribuzione costituisce un servizio essenziale per la collettività e per garantire il diritto costituzionale alla mobilità dei cittadini, rispondano a criteri di equità e ragionevolezza;
– quali iniziative di competenza intenda assumere in relazione ai comportamenti adottati nell’imporre un sovraprezzo, a giu
dizio dell’interrogante tanto evidentemente abnormi quanto del tutto ingiustificati verso i consumatori che, per scelta o necessità, intendono rifornirsi, usufruendo del servizio all’atto dell’erogazione del carburante;
– quali iniziative di competenza intenda avviare nei confronti di Eni, partecipata dallo Stato, che, quale incontestata azienda leader del mercato, appare all’interrogante costituire punta estrema di un tale fenomeno, capace di condizionare il resto del mercato;
– per quali ragioni, essendo il Ministero dello sviluppo economico nel pieno e diretto possesso di tutte le informazioni, degli elementi documentali, e delle competenze, non risulti allo stato ancora adottata alcun tipo di iniziativa. (5-07913)