Si allarga il fronte dell’opposizione al divieto di previsione del terzo prodotto eco compatibile sui nuovi impianti di distribuzione carburanti. Oltre agli operatori economici della filiera anche le Regioni si oppongono alla formulazione dell’Articolo 22.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha approvato, infatti, un documento sul DDL per il mercato e la concorrenza che chiede venga eliminato l’Articolo 22, che, nei nuovi punti vendita, vieta sostanzialmente di introdurre gli obblighi di distribuire un terzo carburante “ecologico".
Così anche le Regioni – con un proprio documento ufficiale – chiedono al Parlamento di eliminare dal Disegno di Legge Concorrenza l’Articolo 22. La stessa cosa che avevano chiesto le Associazioni dei gestori e gli altri pezzi della filiera. Il punto dirimente è quello che vieta di introdurre obblighi di distribuire un terzo carburante “ecologico” nei nuovi punti vendita, sebbene finalizzati alla ristrutturazione e riqualificazione ambientale della rete distributiva dei carburanti. Le Regioni contestano alla radice la norma prevista nel DDL concorrenza e sostengono che “le norme regionali che prevedono l’obbligo del carburante ecocompatibile non discendono da una programmazione di tipo economico quanto piuttosto dalla necessità di salvaguardia e tutela della salute e dell’ambiente”.
In questo senso, oltre a ritenere lesivo del loro potere di autonomia nel decidere circa l’apertura di nuovi impianti o la ristrutturazione degli stessi, “L’introduzione di un generale divieto di previsione obbligatoria di presenza di carburanti eco-compatibili, in particolare il metano, per i nuovi impianti o quelli completamente ristrutturati, costituirebbe un reale ostacolo al proseguimento delle politiche regionali volte a favorire la mobilità sostenibile e a basso impatto ambientale. (…) Si ritiene opportuno il mantenimento dell’originaria formulazione del comma 17 dell’Articolo 83 bis, del d.l. 112/2008 e quindi la soppressione dell’Articolo 22”, si legge nel documento delle Regioni.