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Coronavirus. Iniziative, nazionali e locali, a tutela della categoria coinvolta nei provvedimenti di limitazione della mobilità.

 Faib, Fegica e Figisc/ Anisa scrivono alle compagnie petrolifere e ai retisti per chiedere maggiore protezione verso i gestori coinvolti nelle aree a rischio.

Con una nota unitaria indirizzata ai direttori rete delle compagnie petrolifere e ai rappresentanti dei retisti privati, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, in rappresentanza dei gestori degli impianti sia della rete ordinaria che autostradale, esprimono la piena e incondizionata condivisione e adesione alle Ordinanze delle Autorità/Amministrazioni locali messe in atto al fine di per prevenire il fenomeno della diffusione del virus, che sta mettendo a rischio l’incolumità e la sicurezza sanitaria di tutti i cittadini, in particolar modo nelle zone del Paese coinvolte. Senza allarmismi, ma senza sottovalutazioni.

Nella nota viene evidenziato che pur consapevoli che i gestori carburanti svolgono un ruolo essenziale dei servizi di pubblica utilità, non faranno mancare il loro supporto per aiutare con il massimo impegno cittadini e la Protezione civile al fine di garantire la mobilità e l’approvvigionamento dei carburanti ventiquattr’ore su ventiquattro.

Essendo, tuttavia, questa attività, in questo momento così particolare, a rischio medio alto, dovendo entrare in contatto con un numero elevato di clienti provenienti dalle diverse aree geografiche, chiedono ai titolari degli impianti di adoperarsi affinchè possano essere fornite a tutti i gestori e loro addetti, le attrezzature di protezione (mascherine, guanti e tutto ciò che può essere utile) per la prevenzione.

Infine, Faib, Fegica e Figisc/Anisa invitano i destinatari della missiva ad adoperarsi verso quei gestori che rientrano tra le aree di chiusura forzata delle attività o interdette dal blocco della mobilità, per interventi qualora richiesti dalle gestioni in difficoltà economiche di provvedere al blocco dell’ultimo pagamento rid o al ristorno di quanto già pagato e rimasto invenduto in cisterna, ivi compresa la sospensione dei drop e necessità di flessibilità dei rifornimenti e ogni altra specificità di cui si ravvisa l’urgenza.