Si è tenuto in questi giorni a Palazzo Vecchio di Firenze un Convegno organizzato da "Quotidiano Energia. Oltre cento gli operatori del settore che hanno preso parte alla giornata, tra cui anche nomi del panorama toscano: Cecchi Spa, Sirtam Spa e Beyfin.
Diverse le questioni che si sono affrontate durante il Convegno.
Innanzitutto la crescita esponenziale delle pompe bianche, le cosiddette no-logo che, in base ai dati diffusi durante il Convegno, sono risultate la seconda Compagnia in Italia per numero di impianti e forse la terza per erogato.
Al Convegno, oltre ai tecnici, sono intervenuti anche diversi operatori. Nello specifico, per la Toscana, lo ha fatto il Presidente della Sirtam Raffaello Lenzi. Nella sua relazione il Presidente Sirtam ha messo in luce la tendenza ormai diffusa da parte di tanti operatori privati detentori di impianti, di allontanarsi dai marchi nazionali. Un atteggiamento dovuto al fatto che anche con i retisti, le Compagnie si comporterebbero in maniera oppressiva come con i gestori.
Altri interventi sono giunti da tre operatori del nord-est (Costantin, San Marco Petroli, Vega Srl) che, oltre a riportare le proprie esperienze, hanno messo in luce delle differenze macroscopiche.
Fermo restando il fatto che tutti gli impianti sono altamente remunerativi e con alti erogati, alcuni hanno affermato che con i propri 50 impianti, del tutto selfizzati, riescono a fare concorrenza erogando anche 5/6 milioni di litri con una sola persona.
Dal Convegno sono emerse anche le contraddizioni della rete italiana. Infatti dichiarazioni opposte sono quelle assunte da altri operatori (come Costantin e San Marco Petroli) che hanno affermato che i propri impianti sono altamente remunerativi e con grandi erogati grazie al “Servito”.
La rete no logo si pone le questioni più complesse della concorrenza, al di là del dato elementare del pricing nel momento in cui valutano con soddisfazione la performance rete delle no logo, nello stesso tempo, sostengono l’importanza che anche le reti private si organizzino per avere una loro carta di fidelizzazione. Per quanto riguarda la logistica, la San Marco Petroli ha sostenuto che “per raggiungere una logistica remunerativa, i privati, oltre ad avere consistenti risorse economiche, debbano anche avere un raggio di consegna non superiore ai 150/ massimo 200 Km”.
Nei vari interventi è stata fatta presente anche la diversa legislazione regionale. Agli intervenuti non poteva piacere la posizione della Regione Toscana che, a loro dire, ma in modo del tutto scorretto, sarebbe in contrasto con le norme Nazionali e Comunitarie. in realtà la Regione Toscana ha giustamente avocato a sè in linea con i propri compiti istituzionali il governo del territorio e deliberato una Legge che sa coniugare il rispetto dei livelli più alti di concorrenza con quelli più adeguati di garanzia dei servizi ai cittadini, nei centri cittadini come nelle realtà rurali. Esigenze che evidentemente sfuggono ai singoli operatori che sono concentrati solo sul garantire a se stessi le migliori condizioni di mercato, con buona pace di quelli dei cittadini e dei territori.
Nello specifico sono le norme sulla liberalizzazione del settore e nello specifico per gli impianti Ghost e per gli orari a dare fastidio, non considerando che già oggi la distribuzione carburanti è uno dei settori più liberalizzati in assoluto nel panorama italiano e la rete italiana non soffre certo di assenza di impianti ma semmai il problema è di una sovrabbondanza di punti vendita.
Nelle conclusioni, poi, i rappresentanti del Ministero hanno confermato l’incontro del 30 ottobre sulle questioni della distribuzione carburanti al cui tavolo siederanno tutte le parti.