Con una nota unitaria le Federazioni dei gestori carburanti, rappresentative delle circa 400 aree di servizio attive sulle tratte autostradali, in riferimenti al recente dibattitto pubblico sulle concessioni, scaturito dalla tragedia del crollo del ponte Morandi a Genova, hanno richiesto un incontro urgente alfine di esporre le forti criticità presenti relative ai servizi per la mobilità autostradale e avanzare proposte migliorative nella gestione delle tratte.
Faib, Fegica e Anisa hanno in questi anni ripetutamente segnalato ai responsabili ministeriali, e ai Ministri stessi, le gravi, reiterate e diffuse violazioni della normativa di settore e da ultimo del Decreto Interministeriale del 7 agosto 2015 ( Piano di ristrutturazione della rete delle aree di servizio autostradali) da parte delle società concessionarie e degli affidatari dei servizi carbolubrificanti e ristorazione.
Per le Federazioni dei gestori tali violazioni hanno determinato lo stravolgimento della normativa a tutto favore dei concessionari e delle imprese di ristorazioni, in alcuni casi in capo ai medesimi azionisti. Ciò ha determinato la crescente emarginazione delle imprese di gestione carburanti, ottenuta tramite la costante violazione delle norme di settore (L.1034/70, DPR 1269/71, L.498/92, D. Lgs 112/98, D.Lgs.32/98, L. 57/2001, L.27/2012), l’accaparramento da parte delle gestioni food e il conseguente fagocitamento dei servizi carburanti. Da ciò è dipeso il mancato raggiungimento degli obiettivi posti a fondamento del Decreto interministeriale del 7 agosto 2015: razionalizzazione e ammodernamento della rete distributiva, contenimento delle eccessive royalty pretese dai concessionari sia sulle vendite oil che food, recupero della sostenibilità economica delle aree di servizio, valorizzazione del servizio pubblico reso, riduzione dei prezzi al pubblico alle migliori condizioni di mercato. Questi obiettivi ad ormai tre anni di distanza, si può ben dire che sono stati largamente falliti, anche per effetto della costante violazione della norma, con un effetto drammatico sulle vendite e sulla manutenzione della rete, abbandonata a sé stessa.
Le Federazioni che in questi anni hanno continuamente evidenziato- in completa solitudine- che il livello dei prezzi dei carburanti -ma vale altrettanto per il caffè o il panino- è stato, ed è, ingiustificatamente più alto di quello praticato su rete ordinaria proprio per il peso esercitato dalle royalties pretese dai concessionari, in aggiunta al pedaggio, già tra i più cari d’Europa, hanno richiamato l’attenzione del Governo sulla necessità di un’ inversione di linea per ridare efficienza alla gestione dei servizi in autostrada. Le Federazioni hanno anche ricordato che è aperta da anni una vertenza autostrade con le compagnie petrolifere e le concessionarie e con i Ministeri delle Infrastrutture e dello Sviluppo economico sulle condizioni drammatiche delle imprese di gestione dei servizi carburanti. In circa dieci anni gli erogati carburanti in Autostrada sono crollati del 60%, riducendosi al 6% del totale venduto in Italia.
La conseguenza, per Faib Fegica e Anisa, è che se non si interviene con decisione si rischia di consegnare ai concessionari un settore interamente soggetto a pubblica concessione, vale a dire essenzialmente un patrimonio della collettività, che pure genera un volume di affari e utili straordinari. Per pochi eletti.
La nota denuncia che in tutto questo i gestori autostradali espulsi dalla rete non hanno potuto neanche beneficiare -nella stragrande maggioranza dei casi- dell’indennizzo che il Decreto interministeriale aveva previsto a carico degli stessi concessionari ed affidatari, in alternativa al principio della “continuità gestionale” previsto dalla norma.
Su questi punti le Federazioni dei gestori autostradali hanno anche ricordato di aver, già in passato, evidenziato a più riprese che l’inerzia dei Ministeri competenti, pure di fronte alle denunce ricevute, ha finito con il favorire il convincimento che la violazione delle norme, alla ricerca del proprio privato interesse, potesse rimanere impunita. Il tutto a danno, allo stesso tempo, degli interessi generali e della collettività, la cui tutela dovrebbe presiedere l’utilizzo delle concessioni pubbliche, oltreché degli interessi di una categoria di lavoratori e piccole imprese che il legislatore ha ritenuto meritevoli di tutele attraverso l’emanazione delle Leggi prima richiamate.
Faib Fegica e Anisa alla luce di quanto sopra esposto hanno anche più volte richiesto-inascoltati- la separazione delle concessioni, distinguendo la gestione delle aree di servizio da quelle della viabilità, già gravata dal pedaggio.
Le Federazioni dei gestori hanno sollecitato dunque un incontro urgente per illustrare nel dettaglio le criticità descritte e le proposte migliorative del sevizio a presidio del diritto alla mobilità.
Per il Presidente di Faib Autostrade Lucchesi “il dossier delle concessioni autostradali se aperto deve essere rivisto in ogni singolo dettaglio, per garantire più concorrenza e servizi sul segmento, eliminando privilegi e rendite di posizioni sui servizi Food, per contenere i prezzi e ridare competitività alle imprese, evitando di consegnare un grande patrimonio pubblico ad un oligopolio.”