Stando ad accreditate indiscrezioni provenienti direttamente dal Ministero dello Sviluppo Economico, il settore della distribuzione carburanti sarebbe, nella sostanza, cancellato dal decreto liberalizzazioni.
Nei meandri del Ministero, infatti, si va stringendo l’assedio portato dalla potente lobby dei petrolieri per smontare, pezzo a pezzo, tutti i principi della riforma annunciati a più riprese da autorevoli esponenti del Governo ed ai quali avevano lavorato gli uffici della Presidenza del Consiglio.
Nessun intervento teso a ridimensionare lo strapotere delle Compagnie petrolifere, nessuna apertura alla competizione ed al mercato, niente impianti “multimarca” (per rimanere alle parole utilizzate dall’Antitrust) e persino niente sul vincolo di fornitura in esclusiva che impedisce ai gestori di tutti i 25.000 impianti della rete italiana di praticare gli stessi prezzi che, attualmente, gli automobilisti trovano solo preso gli impianti “no logo” e sotto i supermercati.
E’ quanto è stato appreso dal Coordinamento Nazionale Unitario dei Gestori di Faib Confesercenti e Fegica Cisl e che viene riferito in una nota.
Si preannuncia – ove tali indiscrezioni non fossero smentite dai fatti – una clamorosa marcia indietro che frustra, oltre le buone intenzioni annunciate, anche le speranze di tutti coloro – gestori e automobilisti – avevano riposto grande fiducia nella capacità di questo Governo di intervenire concretamente per colpire posizioni dominanti e monopolio, oltreché privilegi e rendite di posizione.
Ciò nonostante – conclude la nota di Faib e Fegica – vogliamo ancora augurarci che, in extremis, la Presidenza del Consiglio intenda sostenere le ragioni profonde di una riforma alla quale sarà comunque legato un messaggio inequivocabile, in un verso o al suo opposto, per l’intero Paese.
Ma almeno ci si astenga dall’impudenza di continuare a sostenere che sono le categorie, tutte le categorie, ad opporsi al cambiamento ed alle liberalizzazioni.