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Comunicato Stampa Faib Toscana e Liguria

Purtroppo, per effetto, prima della manovra "salva Italia", poi per gli aumenti regionali delle accise, assistiamo a una corsa continua, verso l’alto del prezzo dei carburanti.
Una situazione che penalizza famiglie, imprese e prima di tutti gestori degli impianti, che avvertono una forte contrazione dei loro erogati.
Infatti, teniamo a ricordare che su 50 euro di benzina, meno di 1,50 euro va a finire nelle tasche dei benzinai.
La Faib ha sempre denunciato, che l’Italia è il Paese europeo, dove la tassazione incide maggiormente sul prezzo finale del carburante.
Al tempo stesso, la Faib, ha da oltre un anno, messo in campo una proposta di riforma del settore della distribuzione carburanti, finalizzata ad aprire il mercato, rompere i monopoli, aumentare la concorrenza e recare le condizioni per avere prezzi più bassi su tutta la rete.
La soluzione, secondo noi, infatti, non è quella di aumentare i punti vendita ma di intervenire su una rete di distribuzione vecchia e di rompere un assetto oligopolistico della filiera petrolifera.
La proposta della Faib, prevede una riforma e separazione della rete, eliminando, almeno parzialmente il vincolo di esclusiva nell’acquisto dei carburanti, anche per gli impianti con marchio, e non solo per le pompe bianche.
Una proposta di riforma di cui è stata promotrice la Faib, insieme a Confesercenti , alla Fegica Cisl, a numerose associazioni dei consumatori. Tra l’altro oltre 100 parlamentari dei diversi gruppi politici hanno aderito al progetto e circa 600.000 cittadini lo hanno sottoscritto.
Dispiace quindi, che oltre alla contrarietà scontata, sulla nostra proposta, di Unione Petrolifera, che difende i propri privilegi, sulla loro stessa posizione si ritrovi il Presidente Nazionale della Figisc, l’altra associazione dei gestori aderente, come Assopetroli, a Confcommercio.
Una scelta che non fa gli interessi della categoria e che ignora le preoccupazioni ed i timori della quasi totalità dei gestori per il loro futuro, di fronte alla contrazione degli erogati e all’indifferenza delle compagnie petrolifere. 
 


 

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