I Presidenti di Faib e Fegica sono stati denunciati più di sei mesi fa. Ma nessuno, ancora, ne rivendica fieramente la paternità. Chi è che si sente diffamato?
Presumibilmente, sono oltre sei mesi che i Presidenti di Faib e Fegica sono stati denunciati alla Procura della Repubblica per il reato previsto dall’articolo 595, comma 3, del Codice Penale: diffamazione aggravata, con pene che, eventualmente, vanno da sei mesi a tre anni di reclusione, oltre la sanzione pecuniaria.
Eppure ancora nessuno ha ritenuto di dover rivendicare pubblicamente una iniziativa giudiziaria contro il Sindacato dei Gestori, che non ha precedenti da quando esiste la rappresentanza organizzata della Categoria.
È , quindi, del tutto probabile che, per arrivare a questo punto, qualcuno abbia ritenuto non solo fondata l’accusa (c’è sempre il pericolo di essere oggetto di una controquerela, in caso di manifesta infondatezza dell’accusa), ma anche molto grave la diffamazione da cui si è sentito colpito.
In questi casi, capita frequentemente che, chi si ritiene diffamato tanto gravemente, senta la necessità di “pulire” immediatamente la propria immagine pubblica, senza attendere la fine di un procedimento che ha, in ogni caso, tempi non certo rapidi, dando la dimostrazione della propria trasparenza anche con l’annuncio dell’azione di rivalsa.
A noi tutto questo sembra motivato più dalla voglia di dare una “lezione” esemplare a chi esercita il proprio compito istituzionale con visione critica, con funzione di controllo e, qualora ritenuto necessario, manifestando il proprio trasparente e motivato dissenso.
Senza timori o timidezze, che volendo ci si può anche affannare inutilmente a far passare per una impalpabile azione continua e discreta, e non rinunciando ad esporsi pubblicamente, anche a costo di “disturbare il manovratore”, accettando il rischio di ritorsioni.
Ad ogni modo, chiunque abbia un minimo di esperienza di questo settore ed una conoscenza appena superficiale di qualcuno dei suoi attori, con ogni probabilità sarà portato a ritenere una clamorosa ingenuità quella di credere che a tale azione (la denuncia), corrispondesse l’effetto sperato (il turbamento).
L’ennesimo sintomo dello stato di salute (pessimo) che affligge il settore ormai da tempo.
Sia come sia, in moltissimi ci hanno chiesto chi, secondo noi, può essere il “diffamato”.
E altrettanti hanno proposto le loro tesi.
Dal che, in attesa che qualcuno rivendichi fieramente l’atto, ci siamo risolti ad avviare una sorta di sondaggio: vota il tuo diffamato!
Ai vincitori, l’offerta di un caffè, alla prima occasione utile.