COMUNICATO STAMPA
Roma, 1° luglio 2019
“L’entrata in vigore oggi dell’obbligo di memorizzazione e la trasmissione telematica dei corrispettivi non oil, è l’ennesima ingiustizia scaricata sui benzinai dal Governo e dalla parte alta della filiera. L’atteso provvedimento di chiarimento contenuto nel Decreto Crescita, infatti, non ha risolto il problema dei gestori carburanti. La mobilitazione del 17 luglio resta dunque confermata”. Ad annunciarlo, in una nota, è Faib, la Federazione Autonoma Italiana Benzinai Confesercenti.
“La grande maggioranza dei nostri operatori carburanti – spiega il Presidente di Faib Martino Landi – sarà costretto ad attuare una norma assurda, che non considera che il fatturato dei gestori carburanti è ‘viziato e determinato’ dal peso preponderante delle accise. Il problema è chiaro. Anche un punto vendita marginale, con un venduto di 400 mila litri l’anno e che sviluppa un volume d’affari di circa 600 mila euro, ma con solo l’1% di fatturato derivante dalla vendita dei piccoli prodotti per l’auto (cioè 6mila euro l’anno, 500 lordi al mese), per una norma assurda si trova ad essere equiparato ad attività che fatturano più di 400 mila euro. Con la differenza che sui carburanti il benzinaio ha un margine lordo del solo 2%. E nonostante questo ci siamo dovuti far carico della fattura elettronica e adesso di questo nuovo onere, che costerà oltre 10 milioni di euro. Una batosta che si abbatte su una categoria che vende un prodotto completamente tracciato e sottoposto ad una rigida legislazione fiscale e doganale. Dalla raffineria alla logistica fino all’immissione in cisterna, il prodotto è seguito sia dall’Amministrazione pubblica che dal titolare dell’impianto. Proprio per questo non siamo mai stati soggetti allo scontrino fiscale per la parte dei ricavi derivanti dall’oil. Perché oggi vogliono appiopparci un altro costo e un altro adempimento?”
“Per questo, come Faib, abbiamo chiesto al Governo di chiarire, una volta per tutte, che il volume d’affari dei gestori carburanti va sempre inteso al netto del costo di fornitura, così come già il Legislatore ha previsto, per il comparto, ai fini dell’accesso del regime di contabilità semplificata. Si equipari dunque il fatturato derivante dall’acquisto e vendita dei prodotti non oil al pari delle altre attività e si stralci definitivamente, nelle prossime settimane e con apposito Atto, i carburanti dall’obbligo di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi.
“Al Governo abbiamo anche segnalato – conclude il Presidente di Faib – che il nuovo obbligo si somma con la chiusura della fase transitoria dell’introduzione della fattura elettronica – fronte su cui si rileva il rischio elevato di sanzioni pesanti per gli errori formali in un montante di circa 22 milioni di fatture già emesse – e al provvedimento in itinere dell’introduzione del “DAS elettronico”, oltre all’applicazione da quest’anno dei nuovi indici di affidabilità fiscale. Un carico di novità normative che arriva mentre il settore affoga in una crisi ufficializzata dai tavoli di crisi aperti al Mise.”