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Carburanti: gestori preparano sciopero di 3 giorni dal 15 al 17 settembre. Riuniti i gruppi dirigenti l'8 settembre a Roma al Capranichetta di piazza Monte Citorio

I gestori delle pompe di benzina incroceranno le braccia per tre giorni da mercoledi 15 a venerdi 17 settembre per protestare contro ”il gravissimo deterioramento della situazione in cui versano le piccole e medie imprese” del settore. Faib, Fegica, Figisc si riuniranno gia’ mercoledi 8 settembre, alla presenza di esponenti parlamentari, per mettere a punto le iniziative da intraprendere ed esplorare la possibilita’ di margini di trattativa sulla vertenza. E nel frattempo prendono carta e penna e scrivono al premier, informandolo della loro vertenza e chiedendo l’apertura di un tavolo di confronto alla presidenza del Consiglio dei ministri. Faib Fegica e Figisc hanno anche inviato a Berlusconi il testo degli impegni sottoscritti dal suo governo con la categoria dei gestori, chiedendone il pieno rispetto. La proclamazione dello sciopero generale e’ l’inevitabile risposta al gravissimo deterioramento dei rapporti con il governo, accusato di essere inaffidabile, e l’industria petrolifera che pensa solo a macinare utili e a scaricare i costi sulla rete.
Le tre sigle chiedono il ritorno agli impegni sottoscritti appena due anni fa, nel Protocollo di intesa Scajola, che valsero al governo italiano la cancellazione della procedura di infrazione europea e pesanti ammende. Quegli impegni vanno rispettati, altrimenti questo governo perde ogni credibilità nei confronti non solo della categoria dei benzinai ma di tutte le parti sociali e dei diversi interlocutori. Si fanno facili promesse, pur di incassare risultati politicamente importanti, tanto non saranno rispettati. Questo è il messaggio che chiunque può trarne a beneficio del governo italiano in carica. Per gli smemorati- dentro e fuori del settore- occorre ricordare che le norme- accettate dalla categoria in cambio di quelle promesse- poi confluite nel 133/2008, portarono ulteriori elementi di liberalizzazioni che- al solo annuncio- costarono durissime contestazioni al precedente governo Prodi, con la proclamazione da parte di alcune sigle di ben 15 giorni di sciopero. Oggi non si può far finta di niente.
Soprattutto il governo deve sapere che gioca la sua credibilità quando mette la firma di un suo ministro su un atto ufficiale.
Per questo i benzinai aderenti a Faib, Fegica, Figisc hanno deciso di scrivere nuovamente al presidente del Consiglio e ministro ad interim, Silvio Berlusconi, e al sottosegretario, Gianni Letta.

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