La crisi dei consumi si ripercuote, inevitabilmente, anche sul già provato settore della vendita di carburanti. Se nei primi due mesi dell’anno i carburanti hanno subito – dati ufficiali – un calo di vendite medio del 6,3% di benzina e del 4% di gasolio, secondo un sondaggio condotto da Faib Confesercenti, la più grande Associazione di gestori, tra i suoi operatori, i dati ufficiali che fotografano una contrazione media coprono le maggiori perdite dei distributori a marchio collocati in aree più disagiate o nei centri urbani che arrivano a sfiorare il 20%. Un dato che si è andato aggravando nel periodo delle ferie pasquali quando, complice il maltempo, la riduzione degli italiani sulle strade ha fatto segnare un ulteriore decremento con punte su diverse aree del 25% del venduto rispetto alla Pasqua dello scorso anno. Questi dati si inseriscono in un quadro che vede dal 2010 al 2012 una riduzione dei consumi di benzina sulla rete ordinaria del 22,3% e una riduzione dei consumi di gasolio rete del 10,2%. Se i consumi dei carburanti per il 2013 andassero come i mesi di gennaio e febbraio arriveremmo a una variazione cumulata dal 2010 al 2013 del -28.5% per la benzina e del -14.2% per il gasolio. Una perdita di erogati che mette in crisi le gestioni degli operatori della rete, che vedono assottigliarsi i propri margini mentre lo Stato, nel periodo 2010-2012, tramite la leva fiscale, ha fatto salvi i suoi introiti. Tuttavia, la crisi comincia a mordere anche le casse dello Stato che nei primi due mesi del 2013 vede il gettito fiscale da accisa e iva ridotto di 66 milioni di euro per la benzina e di quasi 73 milioni sul gasolio, per un totale di 138 milioni di euro.
“I risultati – spiega Martino Landi, Presidente di Faib – sono disastrosi per i gestori che hanno lasciato sul campo, tra aumenti dei costi di gestione e del denaro, oltre il 50% del proprio margine. I dati poi variano in ragione della posizione geografica e della tipologia degli impianti. In alcune stazioni delle autostrade, quest’anno quasi disertate dai viaggiatori del ponte pasquale, si sono rilevate punte del 40% di carburanti venduti in meno rispetto all’anno precedente. Un po’ meglio vanno i gestori delle grandi città, soprattutto delle città a forte richiamo turistico. Ma la media nazionale dei nostri gestori si attesta comunque su un -20% di vendite, in un periodo in cui le quotazioni dei carburanti sono rimaste stabili. A influire di più, evidentemente – continua Landi – è la grave crisi che attraversa il Paese ed il caro carburanti causato dalla componente fiscale del prezzo. Non è un caso, infatti, che laddove possibile molti italiani decidano di passare il confine per risparmiare: i gestori svizzeri che sorgono nei pressi dei nostri confini hanno registrato aumenti anche oltre il 30%”. Questo ultimo dato, abbinato al peggioramento delle entrate fiscali da carburanti nel primo bimestre dell’anno, dovrebbe far riflettere il Governo sul da farsi: riportare il prelievo almeno nella media europea e scongiurare il previsto aumento dell’Iva.”