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Carburanti, "difendiamo il modello italiano"

Per gli operatori saranno i consumatori a scegliere. Protocollo Mse al centro del convegno Faib. Vecchio: documento “da riempire di contenuti in vista dell’Antitrust”.

Quotidiano Energia 

di Luigi Stieri

Roma, 22 aprile – Siamo certi che il consumatore italiano voglia che la rete carburanti si evolva verso il tanto agognato “modello europeo”? Questa la domanda ricorrente emersa nel corso del convegno organizzato oggi a Roma dalla Faib Confesercenti in occasione della presentazione dell’“Oil Report” 2010 il primo Annuario della Distribuzione Carburanti in Italia, una guida che fotografa lo stato della rete (nazionale ed estera) e fornisce informazioni su uomini, numeri, leggi e società.
Il tutto nasce dalla straordinaria coincidenza giusto ieri della presentazione al ministero dello Sviluppo Economico del protocollo di lavoro per riformare la rete carburanti italiana (QE 21/4). Il convegno di oggi è stato il naturale luogo di “incontro e scontro” delle diverse compagini che animano il settore, dai gestori alle compagnie, dai rappresentanti della politica ai consumatori. Al centro del dibattito la necessità di “fare dell’Italia un Paese europeo, anche sulla benzina”, come aveva sottolineato ieri il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia.
L’Italia e il consumatore italiano, gli hanno fatto eco oggi i direttori rete di Api-IP (Corrado Feola), Erg (Claudio Spinaci), Q8 (Stefano Saccone) e Total (Paul Mannes) non possono essere assimilati alle altre realtà europee. “Oggi il nostro cliente può scegliere” tra farsi servire (pagando di più) o utilizzare il self service (risparmiando), a differenza di quello europeo, “coatto” nel dovere fare il pieno senza l’ausilio del gestore. In ogni caso, hanno sottolineato nel corso della tavola rotonda, moderata dal direttore di Quotidiano Energia, Stefano Delli Colli, i rappresentanti delle compagnie, sarà lo stesso consumatore, con le sue scelte, a guidare la naturale evoluzione della rete carburanti del Belpaese. Unica voce fuori dal coro quella del direttore rete dell’Eni, Roberto Russo, secondo il quale il modello del futuro è quello tedesco, fatto, tra le altre cose, di diverse modalità contrattuali, ampio spazio dedicato al non-oil e prezzi che possono variare anche più volte al giorno.
Entrando nel merito del protocollo di lavoro presentato ieri, i numeri uno di Faib (Martino Landi), Fegica (Roberto Timpani) e Figisc (Luca Squeri) hanno espresso, anche se con toni e modalità alquanto differenti, la necessità di seguire l’evoluzione del documento governativo, una bozza di lavoro a tutti gli effetti.
Quello di ieri, ha confermato il d.g. per il mercato e la concorrenza del ministero dello Sviluppo Economico, Gianfrancesco Vecchio, non è “un fatto storico” ma solo un primo passo, condiviso nei tavoli settoriali che da mesi lavorano di concerto al Mse, verso una soluzione duratura delle problematiche che da anni affliggono il settore della distribuzione dei carburanti. Quanto agli strumenti applicativi del protocollo, Vecchio ha negato l’esistenza di un piano preciso per i singoli interventi previsti ma ha lasciato la porta aperta a diverse soluzioni. Fatto sta che il testo “dovrà ora essere riempito di contenuti”. Prima di allora l’Antitrust “non potrà pronunciarsi” nel merito.
Il documento presentato ieri è un “punto di partenza su cui lavorare”, ha rimarcato il presidente della Commissione Prezzi del Senato, Sergio Divina, il quale, prendendo spunto dalle richieste di un rappresentante della Faib Trento, ha sottolineato la necessità di rivedere i vincoli delle forniture in esclusiva, lasciando spazio al gestore-imprenditore di negoziare una fetta degli approvvigionamenti sul libero mercato. Una soluzione che potrebbe favorire una discesa dei prezzi. Il consumatore, ha aggiunto Divina, è il soggetto debole e la Commissione del Senato mira a difenderlo. Di qui l’iniziativa di “moral suasion” sull’Eni per evitare che la prima compagnia italiana (partecipata dallo Stato) “desse il la” ad una nuova ondata di rialzi in concomitanza con le festività pasquali.
L’esistenza di un “doppio canale”, rete ed extrarete, è il primo problema da affrontare secondo il consigliere di Pierluigi Bersani, Umberto Carpi, mentre per quanto attiene alla regolamentazione periodica delle variazioni dei listini questa fa “a pugni con il mercato petrolifero” (spesso soggetto a brusche impennate) e, per assurdo, potrebbe favorire una salita dei prezzi al consumo laddove le compagnie scelgano di arrotondare in eccesso per proteggersi da possibili turbolenze di Borsa, lasciandosi poi margini per tagliare.
Concorde sull’analisi di Carpi anche il segretario dell’Adoc, Carlo Pileri, secondo il quale però i prezzi settimanali potrebbero evitare la confusione quotidiana che vige ora. Quanto al protocollo di lavoro, Pileri ha sottolineato che dal dibattito al Mse è rimasta fuori la parte più importante della composizione del prezzo dei carburanti, quella fiscale che fa capo allo Stato, e altresì quella legata alle compagnie petrolifere.