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Carburanti: al via la commissione dinamiche prezzi. Faib, adesso si riconvochi il tavolo per affrontare veri nodi del settore

Prende il via la Commissione per la valutazione delle dinamiche dei prezzi dei carburanti. Il ministro Paolo Romani ha, infatti, firmato il decreto in attuazione del piano di iniziative del tavolo permanente di confronto sul mercato petrolifero.
La Commissione dovrà lavorare per individuare sistemi chiari e condivisi di rilevazione statistica dei prezzi, verificarne la formazione e l’andamento e il cosiddetto "Stacco Italia".
Alla Commissione sarà rimesso anche il compito di indagare l’esistenza dell’ipotizzata doppia velocità.
Il nuovo organismo potrà esercitare il potere di segnalazione alle Autorità competenti. Per il ministro Romani “con l’istituzione della commissione si risponde in modo concreto a una richiesta delle associazioni dei consumatori. Questo organismo rafforza la capacità di monitoraggio e la trasparenza sull’andamento dei prezzi, coinvolgendo fortemente tutti i protagonisti del settore. Il governo procede verso la riforma strutturale del settore carburanti.”
Faib, nel ribadire il proprio giudizio di sostanziale duplicazione di organismi e funzioni (vedi nota del 24 gennaio sul sito Faib) utile solo a dare spazio agli addetti al prezzificio, chiede al Ministro di adoperarsi per affrontare le vere questioni di fondo del comparto e avviare l’immediata riconvocazione del tavolo petrolifero, che rimane l’unica sede autorevole per il confronto fra le parti e per le conseguenti decisioni.
Quanto alla commissione “dinamiche”, secondo Faib, tra gli argomenti da affrontare, in via prioritaria, ci sarebbe la formazione dei prezzi, nei canali rete ed extrarete e i meccanismi di impedimento dell’estensione a tutta la distribuzione carburanti, nel 70% dei casi vecchia ed obsoleta, dei prezzi praticati in extrarete.
A questo proposito Faib sottolinea di aver più volte rilevato che il confronto con l’Europa mostra che il prezzo Italia è in linea con quello degli altri paesi UE e si colloca, stabilmente , al 10 posto in Europa per il prezzo della benzina e al 7 per il gasolio, presentando più convenienza rispetto a paesi come Germania e Regno Unito. Se poi si attuasse la proposta avanzata da Faib, e dalle altre associazioni, di superare il meccanismo rete/extrarete, il prezzo in Italia sarebbe di gran lunga il più conveniente; così come pure se si procedesse con coraggio sulla strada dell’introduzione di maggior concorrenza nei livelli di approvvigionamenti dei prodotti petroliferi, oggi in regime di esclusiva.
Il Tavolo petrolifero è, ad ogni modo, la sede più autorevole per far luce sulle storture del sistema Italia, all’origine dei clamori alimentati a fase alterne dai consumatori e da qualche operatore interessato a tesaurizzare rendite di posizioni speculative.
Preoccupano le voci che si inseguono in questi giorni circa la volontà del Governo di procedere in modo unilaterale, con un proprio decreto, cosi come preannunciato dal Sottosegretario Saglia .
E’ del tutto evidente che, nel caso malaugurato ci dovessimo trovare di fronte ad atti di forza, che tradiscono gli impegni assunti e stravolgono il lavoro condiviso dalla filiera, i gestori, e la loro rappresentanza, senza esclusioni, saranno determinati, oggi come ieri, nel difendere i propri diritti.
L’attenzione al livello dei prezzi, che qualcuno alimenta in maniera strumentale e subdola, inevitabilmente porterà all’esplosione dei problemi aperti sulla rete carburanti, connessi ai temi dell’efficienza e dell’ammodernamento, della bonifica ambientale e della sostenibilità, della complessità di sistema, della divaricazione dei prezzi legati al doppio canale, rete ed extrarete, dell’esternalizzazione dei costi e dell’esproprio dei margini dei gestori. La stessa vicenda del bonus deve trovare una soluzione condivisa e partecipata.
Tutte questioni che hanno superato i livelli di guardia e rischiano di portare la rete ad una conflittualità permanente con ripercussioni gravissime per il paese, per i cittadini e per tutto il settore.
Ecco perché secondo la Faib è necessario che venga riconvocato a breve il cosiddetto tavolo petrolifero per far ripartire il confronto che è inspiegabilmente, e forse colpevolmente, fermo da settimane.