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Bersani, artigiani e consumatori con i benzinai: contrari all'aumento delle accise

Dopo le dure prese di posizioni delle associazioni dei consumatori (Federconsumatori, Adusbef e Adoc) e dei benzinai di Faib e Fegica, che con un durissimo comunicato stampa congiunto hanno criticato aspramente la decisione del Governo di aumentare le accise su benzina e gasolio, si arricchisce il fronte degli oppositori al provvedimento governativo.
Con due prese di posizioni anche il segretario del principale partito d’opposizione ed ex Ministro dell’industria, Pier Luigi Bersani, e la Confartigianato intervengono sulla materia.
Il Segretario del Pd Bersani infatti ha dichiarato ai giornalisti “Siccome da giovane ho fatto il benzinaio, a me non possono raccontare favole: 1 centesimo al litro puo’ oscillare tra i 350 ed i 450 milioni, nei primi tre mesi dell’anno per effetto dell’Iva inaspettatamente il governo ha incassato circa 400 milioni di euro in piu’. Ora non si può mettere a carico della cultura l’aumento della benzina. Gli italiani non pensino che la benzina è aumentata per il cinema o per l’opera lirica. Parola di benzinaio. Quindi ora non si metta a carico della cultura l’aumento deI carburanti, perché è a carico di Tremonti".
La Confartigianato denuncia che l’accisa fus è una stangata per le aziende in quanto un centesimo di euro di accise in piu’ sul gasolio ”pesa” su ogni singola motrice per 500 euro all’anno di spesa in piu’. Un mezzo di 440 quintali di peso complessivo che percorra 150.000 km annui (percorrenza media minima perché il mezzo si ripaghi) – rilevano gli artigiani – e abbia un consumo di tre km/litro, ‘beve’ 50.000 litri di gasolio di qui la spesa di 500 euro all’anno in piu’. A conti fatti l’autotrasporto diventa suo malgrado il principale sponsor degli eventi culturali di questo bizzarro Paese”.
E cresce il malcontento tra tutti i lavoratori dell’autotrasporto privato di merci e di persone che stanno valutando le mosse da mettere in campo.
Si allarga la distanza tra il paese reale che in tutte le sue espressioni ha chiesto un taglio alle accise e il Governo che inaspettatamente ha aumentato le accise di 1 o 2 centesimi, pur in presenza di un calo generalizzato dei consumi, da quelli alimentari a quelli petroliferi. L’assurdità della manovra è che avviene in presenza di una congiuntura internazionale che può solo far prevedere ulteriori tensioni sul fronte dei prezzi internazionali, sia del brent che del platt’s. La questione libica e di la crisi di tutta l’area nord africana, uno dei principali bacini petroliferi mondiali, il disastro giapponese, le spinte energetiche dei paesi Bric, stanno lì a dichiarare che la fase negativa rischia di prolungarsi e assumere connotazioni strutturali. Alla luce di queste considerazioni appare davvero poco responsabile il paventato aumento addirittura di 2 cent/litro. Soprattutto in considerazione del fatto che ogni centesimo di aumento sui carburanti, nel giro di 4 mesi, si trasforma in due decimali di aumento inflativo, a penalizzare ancor di più i consumi che condizionano pesantemente la ripresa economica del nostro paese.
L’aumento è anche un segnale negativo per gli operatori integrati della filiera petrolifera. Come dirgli: il prezzo è importante, si monitorato e osservato, ma solo nella funzione mediatica, utile a qualche riunione scenica, magari con la presenza di mister prezzi, sempre più latitante e distante dai problemi dei cittadini e degli operatori della rete, ma sempre pronto a trovare un responsabile da indicare alle invettive dell’opinione pubblica. Con questo aumento il Governo svela la sua vera natura: rastrellare risorse, negare diritti, rinnegare impegni, con buona pace di chi lo fiancheggia e lo sostine.
L’azione è talmente evidente che sulla stessa scia si muovono indisturbate le Regioni con le addizionali regionali che spingono il pricing al sud a livelli record, oltre 1,60 al litro per la benzina e 1,50 per il gasolio.
Assurdità nell’assurdità è che non tutti sanno che le accise sui carburanti (sono più d’una e sulle quali si paga anche l’iva, la tassa sulla tassa!) hanno motivazioni antiche, che lasciano di stucco. Eccone alcune:

-1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
-14 lire per la crisi di Suez del 1956;
-10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
-10 lire per l alluvione di Firenze del 1966;
-10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
-99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
-75 lire per il terremoto dell Irpinia del 1980;
-205 lire per la missione in Libano del 1983;
-22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
-39 lire (0,020 euro) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004
-adesso 1 o 2 cent ( 20 o 40 vecchie lire) per il fondo dello spettacolo.

E poi si ha la faccia tosta di fare le commissioni sui prezzi, di assumere toni severi e pose da moralizzatori, di richiamare tutti al rigore. Per qualificare simili azioni di Governo non basterebbe Totò e la sua celeberrima “ma mi faccia il piacere, se ne vada” rivolta all’onorevole Cosimo Trombetta, potendosi dar luogo ad una nuova sceneggiatura di un operetta tutta made in Italy.

 

ACCISE LA BENZINA “ ……CHE SPETTACOLO “


a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri
del 23/03/2011

E’ una produzione ” POPOLO DELLA LIBERTA’ & C. film”
Regia di
SILVIO BERLUSCONI
Aiuto registi
GIULIO TREMONTI
PAOLO ROMANI
GIANNI LETTA

Vietata la Visione e il consumo ai GESTORI ed ai CONSUMATORI
con reddito inferiore ai 30.000 euro.