Con una nota unitaria le tre associazioni dei gestori sono immediatamente intervenute per segnalare al Sottosegretario Gianni Letta e al Ministro Paolo Romani, nonché al Sottosegretario con delega Stefano Saglia, la vivissima preoccupazione della categoria dei gestori in merito a notizie riguardanti il mancato inserimento nel decreto milleproroghe del bonus fiscale. Questione che per la categoria riveste vitale importanza.
Nella nota unitaria si legge che la mancata previsione normativa più volte ribadita e sottoscritta, qualora non fosse prevista, “porrebbe l’intera categoria in uno stato di grande sofferenza ed una buonissima parte direttamente nelle condizioni di dover rinunciare alle proprie attività.”
Le tre associazioni confermano che “In questo contesto ed in mancanza di una urgente modifica del suddetto schema prima che venga emanato dal Consiglio dei Ministri, alle Federazioni scriventi non rimarrebbe che dovere necessariamente riconsiderare l’atteggiamento pienamente collaborativo ai tavoli aperti presso il Mise per la riforma del settore” , ponendo sul tavolo la necessità inderogabile di “mettere immediatamente allo studio azioni sindacali tali da ottenere nuova attenzione alle legittime istanze della categoria” considerato che, ha dichiarato il Presidente della Faib Martino Landi, “qualora dovesse trovare conferma il mancato inserimento del provvedimento di deduzione forfetaria del reddito d’impresa a favore dei Gestori, saremmo in presenza di un venir meno agli impegni sottoscritti dal sottosegretario Saglia ed avallati dal Sottosegretario Letta.“
“Se così fosse – ha continuato Landi – e ci auguriamo che così non sia, saremmo in presenza dell’inattendibilità di questo governo che finge di preoccuparsi per i cittadini, insieme a tanti attori pubblici, del prezzo della benzina, salvo poi aumentarlo alle prime difficoltà, manovrando allegramente la leva delle accise come è avvenuto in Abruzzo, come sta avvenendo in Puglia ed anche in Calabria, nel silenzio assordante di media, associazioni dei consumatori ed antitrust.”
In presenza di una grave difficoltà della finanza pubblica si chiama una intera categoria di operatori economici, che presta il suo servizio con lealtà e professionalità allo Stato, incassando per esso oltre 40 miliardi di euro l’anno, a proprio rischio e pericolo, a pagare il conto della crisi.
“Ci auguriamo – ha concluso Landi – che il provvedimento venga recuperato, con senso di responsabilità e lealtà istituzionale, anche se in extremis, per risparmiare difficoltà ai cittadini e consentire al tavolo di confronto ministeriale di poter proseguire il lavoro di riforma del settore.”