Nulla di fatto dall’incontro svoltosi stamane al Ministero dello Sviluppo Economico tra il Sottosegretario on. Stefano Saglia, (accompagnato dai Capi Dipartimento dell’Energia, Ing. Bortoni e delle Imprese, dr Tripoli e dal Direttore Generale Ing. Dialuce) e le organizzazioni dei gestori Faib, Fegica e Figisc.
Il Ministero, dando seguito alle dichiarazioni rilasciate nella serata del 6 luglio dal Ministro Scajola, ha avanzato la proposta di soluzione della vertenza presentando un ipotesi di copertura finanziaria del bonus fiscale, ribadendo l’impegno a convocare il tavolo petrolifero regolarmente e a rilanciare la mediazione con le compagnie con i procedimenti di conciliazione in atto.
Le tre sigle, pur riconoscendo al Sottosegretario Saglia un importante impegno nelle ultime settimane, per la risoluzione delle questioni centrali della vertenza, hanno ribadito le ragioni dello sciopero che è la risposta della categoria ad un anno di silenzio del Governo sul tema del bonus fiscale e degli obiettivi fissati nel protocollo d’intesa( liberalizzazione attività non oil, rilancio misure di sostegno ai gestori, riforma in senso imprenditoriale della distribuzione carburanti) oltre che di debolezza nel confronto-mediazione con Eni e Shell.
Le tre sigle hanno, dunque, ribadito che non bastano misure provvisorie per scongiurare uno sciopero che nasce da emergenze e sofferenze gravi del settore.
La soluzione proposta dal ministro Scajola e avanzata dal Sottosegretario Saglia coglie solo in parte le richieste avanzate dalla categoria: il bosus fiscale e’ stato proposto soltanto limitatamente ad un anno, quello in corso, mentre i gestori chiedono una misura strutturale.
Secondo la Faib, a fronte di un impegno quotidiano nella riscossione di imposte, pari a circa 25 miliardi di euro l’anno da parte dei gestori, a rischio della sicurezza personale e dell’incasso, non ci può essere il perpetuarsi di una misura rinnovata di anno in anno, a titolo di elargizione benevola. Un incasso che, in caso di furto o rapine, i gestori sono costretti a rifondere allo Stato ed alle compagnie petrolifere.
Faib ha denunciato che non c’è, nel panorama economico, alcun operatore che svolga funzione di custodia ed incasso del denaro pubblico a titolo gratuito e a proprio rischio. Il bonus e’ dunque una misura dovuta a titolo di risarcimento nei confronti di una categoria che rischia in nome e per conto dello Stato e delle compagnia, sulla propria pelle.
Il bonus proposto dal Governo non puo’ essere, dunque, una concessione da elemosinare di anno in anno, o scambiato sul tavolo della politica sindacale di volta in volta, in luogo di un riconoscimenti strutturale e dovuto a chi rischia in prima persona. L’alternativa al bonus è il riconoscimento di un aggio sull’incasso, realativamente ad accise ed iva.
Faib Fegica e Figisc hanno anche sottolineato nuovamente che sulla vertenza pendono, peraltro, gli impegni sottoscritti oltre un anno fa dal ministro nel protocollo d’intesa con la categoria, rimasti lettera morta, e il giudizio negativo sulla mediazione del ministero nei confronti di alcune compagnie petrolifere, una delle quali pubblica, che mettono in atto politiche inique e destabilizzanti.
Le tre Federazioni hanno ribadito con senso di responsabilità la volontà di ricercare un’equa soluzione alla vertenza in atto sottolineando come al momento non vi siano elementi concreti determinanti per la revoca della chiusura degli impianti.
Sciopero dunque confermato.