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Benzina, Landi: Il Governo mette le mani nelle tasche degli italiani e spinge alla crisi i distributori

La decisione del Consiglio dei Ministri di aumentare di 1 o 2 centesimi le accise sulla benzina sono aspramente criticate “Sconcerto e sorpresa si sposano con l’indignazione di una categoria che aveva chiesto, insieme alle associazioni dei consumatori, il taglio di 4 centesimi delle accise – ha dichiarato Martino Landi – Presidente della Faib Confesercenti”.
Al tesoretto accumulato in questi mesi di rialzi dei prezzi petroliferi, circa 400 milioni di euro, adesso segue la beffa dell’innalzamento delle accise per 1-2 centesimi.
Landi continua lamentando che” Il Ministro Romani, intervenuto ieri al tavolo della filiera petrolifera non solo non aveva fatto cenno all’iniziativa ma aveva dato qualche speranza sulla richiesta dei tagli all’accise e all’Iva. Questo governo mette le mani in tasca agli italiani in maniera assai pesante e poi fa le commissioni per indagare sugli aumenti dei prezzi”.
Sulla rete è allarme tra i gestori per le evidenti ricadute che ci saranno sul venduto che costituisce la base della loro redditività.
Landi denuncia che “questo aumento segue quello varato dalle Regioni con aumenti addizionali e aliquote sui carburanti fino al doppio (cinque centesimi) che denotano una scarsa considerazione del settore ridotta ad una specie di bancomat.
Il tutto potrebbe portare – in certe situazioni – ad un aumento medio di 6-7 centesimi litro, alla faccia dello stacco Europa".
Landi ricorda che il prelievo in questo campo “non è una variabile indipendente per le evidenti e forti ricadute sui costi di produzione e sui prezzi al consumo di tutti i beni, alimentari e non, determinando spinte inflazionistiche che deprimeranno ancor di più l’ economia.”

 


 

Benzina: allarme gestori, consumi affossati e voto inflazione

 

(ANSA) – ROMA, 23 MAR – La decisione di aumentare le accise sulla benzina e’ ”un atto incomprensibile e antipopolare” che finira’ per ”affossare i consumi e alimentare l’inflazione”. E’ l’allarme lanciato da Faib-Confesercenti e Fegica-Cisl, secondo i quali la misura ”dimostra tutta la distanza tra il Governo e il sentire comune”. ”Mentre i prezzi dei carburanti non accennano a frenare, i consumi continuano a registrare battute d’arresto,e si riaccendono pericolose tendenze inflazionistiche, il Governo – affermano le associazioni dei gestori – non trova di meglio che imporre una nuova ‘tassa sul macinato’ ed aggravare tutti gli indicatori che frenano una ripresa indispensabile per la vita delle famiglie e della collettivita’. A nulla valgono gli appelli, venuti praticamente da tutte le direzioni, a restituire, per l’intanto, il maggior gettito di IVA derivante dall’aumento dei carburanti fatto registrare dall’inizio dell’anno ad oggi: un maggior gettito, non previsto, che vale circa 400 milioni di euro nel breve volgere degli ultimi mesi”. ”Al contrario – proseguono – proprio mentre al ministero dello Sviluppo economico si pretende di ricercare con gli operatori del settore azioni capaci di contenere il costo dei carburanti, il Governo si rende responsabile, in modo del tutto incomprensibile, di un aumento delle accise (alle quali si aggiungera’ in automatico la relativa IVA), sul modello gia’ sperimentato ripetutamente dai tanto vituperati Governi della prima Repubblica. E’ una logica che rifiutiamo e che riteniamo non sia sopportabile dal Paese. Ogni centesimo sui carburanti vale un movimento annuo di 360 milioni di euro”. (ANSA).