Il caro carburanti si riflette sia sui consumi della rete ordinaria, scesi drasticamente in febbraio del 20,2% per la benzina e del 14,9% per il gasolio, sia sul minor gettito atteso. La novità è che lo Stato, in presenza di un prolungato trend negativo dei consumi, rischia di sballare i conti.
La forte crescita dell’accisa sulla benzina, passata da 0,564€/litro nel 2011 a 0,7042€/litro nel 2012, e sul gasolio, passata da 0,423€/litro a 0,593€/litro, ha determinato un crollo dei consumi di benzina nel mese di febbraio ed un minor gettito da accise rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, pari ad un milione e 700 mila euro, e dall’Iva di quasi 3 milioni di euro.
I conti sono salvati dal gasolio, che comunque segna una contrazione. Nel mese di gennaio 2012, il gettito da accisa sul gasolio è stato superiore di 151,6 milioni di euro rispetto al 2011, nel mese di febbraio, dato il calo dei consumi, la differenza (rispetto all’anno precedente) si è ridotta a 92 milioni di euro.
Riassumendo, nel mese di gennaio le entrate imputate all’accisa sono state superiori di 228 milioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, nel mese di febbraio questa differenza si è ridotta a 90,7 milioni, circa il 60,3% in meno, a dimostrazione che la corda non si può tirare all’infinito.
Tra Iva e accisa il gettito è stato di 433 milioni di euro in più nei primi due mesi del 2012 rispetto al 2011. Tuttavia nel mese di febbraio il crollo dei consumi ha ridotto di quasi un terzo la differenza delle entrate da un anno all’altro rispetto al mese precedente.
“La conclusione – sottolinea Martino Landi, Presidente della Faib – è che se dovesse intervenire un nuovo aumento (si pensi al ventilato aumento dell’aliquota Iva al 23% dal prossimo 1 ottobre), questo determinerebbe un’ulteriore contrazione sia degli erogati che delle entrate. L’effetto combinato è che ci ritroveremmo in una spirale rialzista per rincorrere il gettito atteso, causando al contempo un aumento generalizzato dei prezzi, una riduzione fortissima della domanda e dei consumi, con inevitabili ripercussioni sia sui livelli produttivi che occupazionali, con un conseguente radicamento e prolungamento della fase recessiva in presenza di una spirale inflattiva. La rete carburanti ne uscirebbe decimata”.
“Il Governo, dunque – conclude Landi – deve ritarare le politiche di prelievo fiscale sui carburanti perché si possono ottenere gli stessi livelli di gettito con più consumi”.