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Benzina, Faib: incontro inconcludente, attese deluse

L’incontro del tavolo petrolifero convocato dal Ministro Romani riazzera le posizioni dei diversi attori e fa ripartire da capo il confronto tra le parti.
E’ l’impressione di quasi tutti gli intervenuti all’incontro tenutosi nella sede del MSE, dai consumatori (Federconsumatori, Adoc, Adusbef, Adiconsum), alla GDO (Federdistribuzione, Ancd Conad, Ancc COOP), alle Associazioni dei Gestori (Faib Fegica e Figisc), all’Unione Petrolifera, all’Assopetroli, alla Federrmetano e Assogasmetano e Assogasliquidi, alle Regioni.
L’incontro presieduto dal Ministro Romani ha fatto il punto sullo stato dei lavori, prendendo atto che al momento l’unica proposta articolata ed organica è quella presentata dalle associazioni dei gestori Faib e Fegica, su cui si è registrata più di una convergenza, essendo le altre proposte in campo limitate a piccoli ritocchi che non incidono sulla struttura della rete.
Il capodipartimento per le imprese Dott. Giuseppe Tripoli ha chiesto a tutti i partecipanti di esprimere le loro posizioni in modo da poter acquisire elementi per una nuova sintesi.
“Registriamo un nulla di fatto – ha dichiarato Martino Landi, Presidente della Faib Confesercenti – al tavolo petrolifero. Avevamo richiesto a più riprese la riunione del tavolo auspicando da un lato l’atteso taglio delle accise, che poteva incidere per circa 4 centesimi litro e rilanciare le vendite, e dall’altro la ripresa del processo riformatore; non abbiamo avuto né l’uno ne l’altro”.
Il Ministro Romani, infatti, non ha né annunciato tagli alle accise né dato una indicazione di marcia per la riforma.
“Siamo in alto mare aperto, all’acquisizione delle posizioni in campo degli attori della filiera. Lontani dalla sintesi. Più o meno come un anno e mezzo fa.”
Sono andate deluse dunque le aspettative di gestori e consumatori che si aspettavano un deciso atteggiamento del Governo sul fronte del taglio al costo della benzina.
Per i gestori la crescita del prezzo è un danno in termini di erogato e una corsa che va arrestata. Il taglio di 4 cent al litro potrebbe dare un risparmio alle famiglie di circa 120 milioni di euro al mese, ossigeno per i consumi e per i costi di produzione. Una preoccupazione che cresce in maniera esponenziale alla luce della crisi libica.
Sul fronte della riforma i gestori lamentano una perdita secca di erogato (meno 7-8%), un rincaro delle spese di gestione del 10 % e un appesantimento delle condizioni di lavoro sugli impianti legati alla riduzione dei margini erosi dalle campagne promozionali e dagli sconti. Aumentano infatti i fenomeni di insolvenza degli accordi economici sottoscritti con le compagnie, di evasione dei versamenti cipreg e dell’aggiramento del fondo indennizzo. A questo si aggiunge una rinnovata esposizione ai fenomeni di micro-criminalità, che tendono a crescere in presenza di difficoltà economiche. Da qui l’esigenza di porre mano ad una riforma radicale come quella avanzata dai gestori e non di semplici piccoli aggiustamenti per lasciare tutto come sta, come vorrebbero i retisti e i petrolieri, a spese dei gestori.”
Se si guarda alle attese del paese sul fronte dei prezzi e a quelle dei gestori sul fronte della riforma della rete, possiamo dire che i risultati dell’incontro, ad oggi non incrociano le aspettative né degli uni né degli altri. Dunque, delusione.
Ma questo è solo un altro passaggio, in attesa del nuovo incontro. Auspichiamo per quella data che si possa giungere ad una nuova opportunità che potrebbe scaturire da una sintesi più avanzata rimessa al MSE sul terreno della profondità della riforma, ammesso che si sappia lavorare ad una ipotesi di vero cambiamento.