Le dichiarazioni del Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, che ha escluso la presenza di una norma nel Decreto Sviluppo per abbassare le accise sui carburanti, lasciano delusione e rammarico negli operatori della rete vendita dei carburanti.
“Le affermazioni del Ministro – dichiara Martino Landi, Presidente di Faib Confesercenti – contraddicono le recenti rassicurazioni del Sottosegretario allo stesso Ministero, Claudio De Vincenti, che aveva preannunciato, a più riprese, un taglio delle accise. Lo stesso Passera, non più tardi di qualche giorno fa, assicurava l’attenzione del Governo sul caro carburanti che in Italia, secondo gli ultimi dati disponibili di settembre, ha un’incidenza fiscale sulla benzina ed il gasolio rispettivamente del 56.3% e 53.2% a fronte di una media dell’Unione Europea del 51.2% e 45.7%, un gap che si riflette in maniera drammatica sul livello di competitività delle imprese e sulla capacità di spesa delle famiglie”. “Un riallineamento del peso fiscale sui carburanti alla media europea – sottolinea Landi – ridarebbe alle famiglie un bonus di un miliardo di euro l’anno. L’introduzione dell’accisa mobile, meccanismo già in vigore e che non ha bisogno di nuove norme, ed il conseguente taglio di 3 centesimi restituirebbe alle famiglie circa 300 milioni nei prossimi 4 mesi, in concomitanza con il periodo natalizio, che coincide con il picco dei consumi, ridando ossigeno al mercato interno. E’ una misura attesa dai consumatori e dagli operatori, varie volte già annunciata”.
“Il Governo tecnico – aggiunge il Presidente della Faib – continua a caratterizzarsi per una politica restrittiva a detrimento di misure per lo sviluppo. A questo punto, o l’esecutivo è in confusione, o siamo all’improvvisazione quotidiana, quello che occorre è che chiarisca la direzione di marcia. Al Ministro ricordiamo che la situazione dell’Italia oggi si riassume con un crollo dei consumi di carburanti che stimiamo in circa 1,9 milioni di litri ed una situazione drammatica di crisi degli erogati in autostrada, dove si rischia la chiusura del 30% degli impianti, con gravi disservizi, a fronte di un extra gettito per l’erario di quasi 3 miliardi di euro rispetto all’anno passato. Come si vede – conclude Landi – spazio per un intervento mirato e contenuto di taglio delle accise c’è n’è, quello che è finito è il tempo delle attese”.