Faib, Fegica e Anisa, con una nota a firma dei tre Presidenti, hanno criticato l’impostazione dell’Atto di indirizzo ponendo all’attenzione dei soggetti istituzionali i problemi emergenti dall’emanazione dell’Atto di indirizzo finalizzato all’individuazione dei criteri per l’elaborazione di un piano di ristrutturazione della rete delle aree di servizio presenti sulle autostrade, che interviene dopo una proroga concessa – visto il parere favorevole espresso dall’Antitrust – per 18 mesi (fino al 31.12.2015).
La nota è stata inviata al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, On.le Sergio Chiamparino; all’Assessore all’Industria della Regione Marche, Presidente della Commissione Attività Produttive della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, On.le Antonio Canzian; all’Assessore all’Industria della Regione Piemonte, Coordinatore del Gruppo Tecnico Ristretto Carburanti della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, On.le Giuseppina De Santis, e ai rispettivi dirigenti, Dr. Pietro Talarico e Dr. Giacomo Orlanda; al Presidente dell’Autorità dei Trasporti Prof. Andrea Camanzi; al Presidente dell’AGCM, Prof. Giovanni Pitruzzella; al Presidente dell’Autorità di Garanzia dei Servizi Pubblici, Prof. Roberto Alesse, al Presidente della VIII^ Commissione della Camera dei Deputati On.le Ermete Realacci; oltre che ai Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti, On.le Maurizio Lupi, e dello Sviluppo Economico, Dott.ssa Federica Guidi, e ai rispettivi Vice Ministri, Sen. Riccardo Nencini e Prof. Claudio De Vincenti.
Nella missiva le tre Federazioni invitato le Autorità istituzionali a valutare compiutamente il quadro normativo di riferimento, a considerare gli interessi concreti operanti sul segmento, da quelli generali dei cittadini al diritto alla mobilità, dalla tutela del diritto d’impresa alle politiche occupazionali concludendo con un formale sollecito alle Regioni a far sentire la loro voce e ad intervenire nel processo decisionale rivendicando il ruolo che la Legge assegna loro e ad impugnare l’atto predisposto dal MiT e dal MiSE davanti alla Consulta, al fine di riappropriarsi delle competenze loro riservate dalle Leggi dello Stato.
La nota auspica un comportamento analogo da parte dell’Authority dei trasporti che dovrebbe "rivendicare" la sua potestà di indirizzo e verifica sul comparto. Come prevede la Legge istitutiva dell’Autorità stessa.
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