Comincia ad essere preoccupante il ciclo di chiusure delle aree di servizio sulle autostrade a dimostrazione della serietà e della fondatezza delle denunce delle Associazioni dei gestori autostradali.
Come da ultimo denunciato nell’Assemblea unitaria di Milano da Faib Autostrade, Fegica e Anisa la situazione sul segmento è divenuta drammatica. E in queste ore si avvicina alla decina il numero delle aree di servizio chiuse o verso la chiusura senza contare quelle in ristrutturazioni o i cui affidatari non intendono rinnovare le concessioni.
Il caso delle aree di servizio dell’Autobrennero, chiuse e con la minaccia di licenziamento del personale dipendente, sono solo l’ultimo episodio di una situazione che rischia di diventare emergenziale per i profili di servizio alla mobilità sul principale asse di comunicazione del Paese.
A fronte di questa situazione – denunciata da tempo nel silenzio immobile di Istituzioni e controparti – le Associazioni di Categoria hanno avviato sul segmento autostradale nei giorni scorsi delle iniziative di protesta e mobilitazione – dall’aggiustamento del margine in relazione alle esigenze gestionali alla sospensione di alcuni servizi come i pagamenti con carte di debito e carte fedeltà – che hanno richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica. Sull’argomento le Federazioni hanno aperto già da due anni una vertenza a cui il MISE non ha saputo o potuto far fronte. Sulla stessa autostrada del Brennero da ultimo Faib Autostrade, Fegica e Anisa hanno segnalato, con una nota unitaria lo scorso 6 maggio, il grave stato di sofferenza della rete.
Di fronte alla gravità delle realtà economiche delle gestioni autostradali qualcosa comincia a muoversi.
Proprio dall’Autostrada del Brennero è giunta alle tre Federazioni la disponibilità dichiarata ad un incontro per la disamina delle questioni segnalate.
E dopo mesi di richieste ed attese, sembrerebbe – stando a notizie filtrate da varie fonti – sbloccarsi anche la questione della proroga di 18 mesi degli affidamenti dei servizi autostradali scaduti.
In questo senso andrebbe la decisione assunta dal Ministero dei Trasporti in base al positivo parere espresso dall’Antitrust a favore di una proroga al 31 dicembre 2015.
Il rischio evidente era la paralisi dei servizi – da qui a fine giugno – sul principale corridoio della mobilità nazionale.
In questo senso si erano espresse tutte le principali Organizzazioni della filiera petrolifera in Autostrada consapevoli della necessità di avere il tempo necessario per procedere ad un riordino della distribuzione carburanti sul segmento.
Il dato rilevante della decisione è che non si tratterebbe di un risultato acquisito, quanto piuttosto della considerazione che ci troveremmo in una nuova fase, molto breve, a diposizione degli operatori del settore per ridelineare meccanismi e governace di sistema, atteso che quelli attuali hanno determinato una realtà assai vicina al default.
La decisione, che incrocia le aspettative del settore tutto, deve servire a varare sin da subito un piano di lavoro che ridiscuta i meccanismi dei bandi gara e degli affidamenti, dei livelli di royalty e di servizio che debbono essere garantiti, senza scorciatoie fine a se stesse e senza futuro, ma anche la stessa geografia della distribuzione carburanti in autostrada in relazione alla mutata realtà di mercato. La decisione in ultimo toglierebbe l’alibi alle Compagnie di sottrarsi al dovere di rinnovare gli accordi economici e normativi scaduti da anni.
Adesso ciascuno faccia la sua parte e anche abbastanza in fretta.