Così Faib Fegica e Anisa in una nota
A causa del blocco alla mobilità ed alla produzione, imposto dal lockdown emergenziale, che ha pressoché azzerato i consumi di carburante e che è destinato a protrarsi ancora per settimane, si fa sempre più drammatica la situazione economica dei gestori delle aree di servizio autostradali per l’esaurimento della liquidità e dei canali di credito, e si rischia ogni giorno che passa la chiusura progressiva degli impianti ed il fallimento di centinaia di piccole imprese di gestione: situazione denunciata sin dall’inizio di marzo e che ha portato – dopo diverse settimane di inerzia totale dei
soggetti responsabili del comparto – alla apertura di un tavolo interministeriale coordinato dal MiSE, che tuttavia non ha prodotto ancora interventi risolutivi.
Spicca in questa crisi, l’atteggiamento irresponsabilmente dilatorio dei Concessionari delle tratte, che tuttavia percepiscono ricche royalty di posizione sulle attività di vendita di carburanti e di altri beni e servizi svolte sulla rete autostradale (royalty che sono, peraltro, causa importante di una pesantissima perdita di competitività del comparto che si protrae da anni), i quali, affermata a parole una tanto generica quanto gratuita disponibilità ad intervenire, perseguono di fatto una condotta dilatoria e bizantina per non mettere a disposizione risorse di alcun tipo.
Per contro a questo tipo di condotta, dopo un incerto avvio, una parte significativa dell’industria petrolifera presente sulla rete autostradale (ENI, Kuwait Italiana e Tamoil, aderenti all’Unione Petrolifera ed IP, che si è dichiarata pronta ad effettuare lo stesso intervento) ha deciso di rompere gli indugi e, attraverso Accordi con le Organizzazioni di Categoria, rispetto al rischio di chiusura immediata degli impianti, di intervenire con misure reali e tempestive di sostegno economico, che, se ancora non sono certo risolutive della profonda crisi delle gestioni autostradali, costituiscono il primo mattone del pacchetto delle misure necessarie a sostenerle nella fase emergenziale, e rappresentano anche un evidente segnale di discontinuità rispetto all’inerzia strumentale sia dei Concessionari sia di altre aziende presenti nella rete distributiva autostradale, che non hanno più alibi per non intervenire.