Il TAR del Lazio non accoglie le richieste di sospensiva avanzata da più parti. Confermato dunque il Decreto ministeriale con il quale è stato approvato il Piano di ristrutturazione della rete delle aree di servizio autostradali. E’ questa la decisione del TAR del Lazio, che di fatto ha così respinto le richieste di alcune aziende petrolifere, sindacati dei gestori e di servizi autostradali.
Il Decreto contestato contiene l’elenco delle aree, il cronoprogramma e il documento procedurale che definisce le modalità di espletamento delle gare per l’affidamento dei servizi di distribuzione dei carbolubrificanti e delle attività commerciali su tutte le 463 aree di servizio autostradali, compresa la rete ANAS, i raccordi e le tangenziali.
Nel respingere la domanda cautelare di sospensione del Piano contestato, così come spiegato in una delle ordinanze, il Tribunale Amministrativo Regionale ha considerato che "la complessità delle questioni sottoposte all’attenzione del Collegio non si prestano ad essere deliberate in sede di cognizione sommaria ma necessitano dell’approfondimento tipico della sede di merito" e che pertanto "è opportuno definire nel merito la controversia attraverso la fissazione della pubblica udienza, compatibilmente con i carichi di lavoro della Sezione". Udienza prevista per il 6 aprile 2016.
Per quanto riguarda gli altri punti del Decreto, i Giudici hanno ritenuto che nel "necessario contemperamento tra i diversi interessi sottesi alla presente vicenda, appare maggiormente meritevole di tutela l’esigenza di assicurare il pubblico servizio e, perciò, di portare celermente a compimento le procedure di affidamento avviate per le sub-concessioni delle aree di servizio, considerato che le attuali gestioni sono già state prorogate e scadranno il prossimo 31 dicembre".
Contro il Decreto – come si ricorderà – si erano opposti i gestori Faib, Fegica ed Anisa e l’Unione Petrolifera. In particolare ne venivano contestati alcune parti: la continuitå gestionale, il servizio non oil sottopensilina, l’indennizzo per i gestori degli impianti in chiusura e il massiccio ingresso di operatori della ristorazione con conseguente allontanamento dei gestori.