Faib, Fegica e Anisa con una nota congiunta hanno diffidato Eni sulla questione del principio di continuità gestionale sanciti dalla Legge 1034/70 e dal DM 7 agosto 2015.
La nota delle Associazioni, inviata ai vertici Eni, ai Direttori Generali dei Ministeri delle Infrastrutture e dello Sviluppo Economico, oltre che a quelli di Aiscat e Aspi, denuncia “numerose segnalazioni ricevute dai propri associati…che codesta azienda, a fronte dell’obbligo che la normativa … le ha posto in capo avuto riguardo il rispetto del principio della continuità gestionale, sta richiedendo l’adesione dei gestori delle aree di servizio di cui si è aggiudicata l’affidamento dei servizi carbolubrificanti, ad un complesso nucleo contrattuale, all’interno del quale figurano obblighi ed impegni che si pretenderebbe di imporre unilateralmente a carico dei gestori.”
Ad avviso delle tre Associazioni tali “Obblighi ed impegni … oltre a rendere del tutto squilibrata la relazione contrattuale tra le parti, appaiono evidentemente in contrasto con le Leggi speciali del settore carbolubrificanti (in particolare il D.lgs. 32/1998, la Legge 57/2001, la Legge 27/2012) e con gli Accordi collettivi interprofessionali (in particolare gli Accordi interprofessionali del 29.7.1997, 23.7.1998, 8.7.2002, 4.12.2002) ed aziendali (in particolare gli Accordi collettivi di colore del 13.7.2010, 25.11.2010, 12.4.2011), sottoscritti e vigenti ai sensi e per gli effetti delle medesima normativa richiamata.”
Le Federazioni invitano l’Azienda ad andare nella direzione indicata dai principi ispiratori ed dagli obiettivi posti da Antitrust e Ministeri competenti al momento del varo del Decreto Interministeriale 7 agosto 2015 , nelle cui premesse si richiama letteralmente il “fine di rendere economicamente sostenibile la gestione delle aree di servizio” per evitare di aggravare “il pregiudizio ed il danno ingiusto già arrecato alle gestioni con altri comportamenti aziendali già precedentemente più volte denunciati e a tutt’oggi non ancora rimossi.”
La segnalazione delle Associazioni dei gestori a questo proposito evidenzia in modo particolare la questione dell’imposizione arbitraria di condizioni e prezzi ingiustificatamente alti e del tutto discriminatori, dell’indisponibilità aziendale del tutto immotivata al rinnovo ed all’adeguamento degli Accordi collettivi economico-normativi previsti dalla Legge ed ormai scaduti da circa cinque anni, del rifiuto illegittimo a fare fronte e dare esecuzione agli impegni, anche economici, assunti attraverso i suddetti Accordi collettivi vigenti.
Le Federazioni, alla luce delle considerazioni evidenziate, hanno invitato e diffidato Eni a ritirare immediatamente le “proposte” avanzate verso i gestori e a riformularle in modo tale che le stesse siano coerenti con il quadro normativo di riferimento già richiamato e con gli Accordi collettivi vigenti.