“E’ positivo che il Presidente De Vita prenda atto delle difficoltà della rete distributiva carburanti e, dunque, dei gestori – ha dichiarato il Presidente della Faib Confesercenti Martino Landi – peccato però che non svolga un’analisi conseguente sulle cause della crisi e del dilagare del fenomeno rete extrarete, alla base delle questioni aperte, e ometta il comportamento scorretto di qualche compagnia che si sottrae al negoziato sindacale – obbligatorio per legge – e di qualche altra che opera continui strappi alla tela normativa che l’Unione petrolifera vorrebbe salvare riformandola. Il Presidente dell’Unione petrolifera ripete la favola del non oil, ma non ci crede più neppure lui; invoca le liberalizzazioni per i gestori (su orari, self, contratti) e il mantenimento del monopolio esclusivista per le compagnie. Lamenta perdite milionarie salvo voler conservare lo status quo; critica l’arretratezza della rete italiana dimenticando che la proprietà della stessa è dei suoi associati; elogia il prezzo europeo praticato su parte della rete (meno del 10%) realizzato da quei soggetti che, guarda caso si alimentano sul libero mercato; Infine bolla chi non è d’accordo con lui come un demagogo.
Tra i punti indicati per una possibile riforma non c’è neppure l’accenno ad una sola delle questioni poste dai gestori. Il confronto in questo modo viene allo stesso modo proclamato e negato. Restano inevase le questioni spinose della formazione del prezzo tra rete ed extrarete, il superamento del vincolo dell’esclusiva, la calmierazione dei prezzi petroliferi, la giungla dei prezzi e della falsa scontistica, l’organizzazione oligopolistica verticalmente integrata del mercato: sono i nodi da cui oggi, con il dibattito parlamentare aperto, il DDL “libera la benzina”, intende partire con il sostegno di una larga base popolare: pensare di riportare tutto nel chiuso di qualche stanza ministeriale appare superato.”