Si è svolta, il 20 novembre u.s. c/o l’Hotel Una a Cavaglià (VC) l’Assemblea dei gestori autostradali del Nord Ovest. L’Assemblea, presieduta e introdotta dal Presidente Nazionale di Faib Autostrade, Tonino Lucchesi, ha discusso della situazione del mercato e delle vertenze con le singole Compagnie e con la Società Autostrade. Nell’introduzione, Lucchesi ha posto particolare attenzione alle situazioni di sofferenza delle gestioni, dell’acquisizione di Shell da parte di Q8 e dei contratti d’appalto, della situazione Tamoil, della chiusura delle aree ASPI, delle tratte in maggiore sofferenza, delle relazioni con Total-Erg, dopo l’accordo sottoscritto, in riferimento alle ultime iniziative della Compagnia e della corrispondenza intercorsa con le Associazioni. Nel suo intervento, Lucchesi ha detto che Faib Autostrade è fortemente preoccupata per la delicatissima situazione venutasi a determinare sulla tratta autostradale, evidenziata dal forte crollo dei consumi petroliferi che si aggirano mediamente oltre il 50%, con inevitabili ripercussioni sulle attività non oil, anch’esse interessate da significativi cali di vendita. Tale quadro è ancora più preoccupante in relazione alle politiche attuate dalle Compagnie petrolifere che di fatto tendono ad affrontare l’insieme della questione in ordine sparso e in contrapposizione al Sindacato dei gestori. Per Lucchesi, che ha citato sia l’Antitrust che il MIT, a questa crisi ha concorso il livello eccessivamente elevato delle royalties corrisposte dalle Compagnie petrolifere alle Società concessionarie, riconoscendo un valore estremamente elevato delle royalties, già di per sé molto alte e sostanzialmente parametrate a volumi di traffico superiori di oltre il 10% dei volumi attuali. Questa situazione ha determinato progressivamente l’emergere di prezzi sempre più alti rispetto a quelli sulla rete ordinaria con l’effetto negativo di scoraggiare ulteriormente i consumi. Sulla rete ad oggi si contano già 7-8 ads chiuse e alcune altre, la cui chiusura è stata evitata in extremis, in procinto di chiudere, con Compagnie che stanno abbandonando il segmento. Il risultato è che in questo momento qualche tronco autostradale è senza servizi, con tutto quello che consegue in termini di sicurezza e assistenza per gli automobilisti, in violazione del quadro normativo che contempla l’attività come servizio pubblico. Per Lucchesi, è invece necessario un patto di filiera tra operatori per affrontare la gravità del momento; ma questo dovrebbe indurre le Compagnie a non eludere il quadro normativo e a valorizzare la professionalità dei gestori. Lucchesi ha poi affrontato le singole questioni delle Compagnie maggiormente in sofferenza come Tamoil, gli ex Shell ora in Q8, Api-Ip, proponendo per ciascuna azioni diversificate, in relazione alle diverse casistiche.
Nel suo intervento Martino Landi, Presidente Nazionale Faib, ha fatto una rapida panoramica delle questioni aperte sulla rete, da quella della moneta elettronica alle carte aziendali, ai singoli Tavoli aperti di trattativa e all’accordo concluso con Esso su rete ordinaria.
Landi ha censurato l’atteggiamento delle Compagnie petrolifere che cercando di sottrarsi al confronto, in rete ordinaria come su autostrade, attuando tecniche dilatorie, stanno contribuendo ad affossare il settore, scavando il terreno anche sotto i propri piedi, come nel caso di Tamoil e Api-Ip.
Verso queste ultime ha illustrato le iniziative intraprese per ricondurle all’obbligo a negoziare il rinnovo degli accordi e, dall’altro, a non violare il quadro normativo in materia di trattamento economico e normativo. Verso Tamoil è in via di definizione l’iniziativa legale per condotta antisindacale, dopo che gli era stata già recapitata, senza riscontri, la diffida stragiudiziale. Grande attenzione si sta dedicando al Tavolo Api-Ip, nel quale l’Azienda continua ad impegnarsi a dilatare i tempi. Su questo Landi ha criticato anche l’Unione Petrolifera che non può consentire ai suoi associati di violare il quadro delle Leggi esistenti. Landi ha quindi illustrato lo stato delle relazioni in essere e il livello di confronto raggiunto in sede di negoziato con Eni, TotalErg e Q8. Con Eni si sono registrati importanti passi avanti, ma l’accordo è ancora in una fase delicata; lo stesso con TotalErg, dove le aree di convergenza sono importanti ma permangono distanze su temi essenziali per l’equilibrio delle gestioni. Su Q8 il confronto è più complesso in ragione dell’implementazione della rete Shell e del modello industriale scelto dalla Compagnia, che vede fortemente contraria la parte sindacale ma non chiusa al confronto.
Dopo un ampio dibattitto, in conclusione di lavori, il Direttore Faib, Gaetano Pergamo, ha evidenziato le linee di lavoro che si stanno seguendo a livello nazionale per la ristrutturazione della rete sia su rete ordinaria che su quella autostradale. Su quest’ultimo segmento della viabilità, la positiva accoglienza della proposta di proroga di 18 mesi degli attuali affidamenti delle concessioni oil, fatta dal Ministero dei Trasporti, su favorevole parere dell’Antitrust, secondo il Direttore Faib, può aprire una fase nuova nella gestione delle aree di servizio in Autostrade, per delineare un nuovo modello distributivo, considerato che quello attuale non è più in grado di garantire redditività.
Per fare ciò, per il Direttore Faib, occorre che, su questo segmento della viabilità si superi, in un quadro di nuova “coesione di settore”, la conflittualità esistente per la mancata negoziazione per il rinnovo degli accordi tra le parti, salvo lodevoli eccezioni, e per l’azione discriminante verso le gestioni autostradali, perpetrate con azioni di pricing fortemente penalizzanti. Ma la questione riguarda l’insieme degli attori della distribuzione carburanti in Autostrada e, dunque, anche i concessionari. In questo quadro di grande preoccupazione, la Faib vuole sapere come i concessionari intendono fronteggiare la gravissima crisi del segmento, per il semplice fatto che i gestori delle aree sono quelli maggiormente esposti e i primi a pagare il conto dei costi derivanti dal mantenimento dei servizi. A questi criteri si sono ispirate le Federazioni di settore unitariamente nell’audizione al Ministero dei Trasporti del 23 settembre u.s. quando hanno chiesto una forte ristrutturazione della rete, con chiusura di circa il 50% dei pv, portando la distanza tra aree a 50 Km., e alla revisione, da parte dei concessionari, dei criteri generali delle procedure concorrenziali, con attenzione all’equilibrio delle gestioni, alla puntuale definizione dei servizi essenziali ed irrinunciabili da garantire, alla gestione delle attività non oil, nel rispetto degli accordi di settore e della continuità gestionale, stipulati nel rispetto della normativa vigente, prevedendo espressamente l’obbligo di praticare condizioni eque e non discriminatorie tra le aree autostradali e le stazioni di servizio su rete ordinaria, insistenti nello stesso bacino ed operanti con lo stesso marchio.
Infine sulla tipizzazione delle forme contrattuali, il Direttore Faib ha detto che occorre fare un ulteriore sforzo e tipizzare anche altre formule, delineandone i contorni e definendo la sfera normativa e del trattamento economico. Bisogna evitare una evidente e stridente difformità della sfera del diritto che deve necessariamente garantire aree di tutela che metta gli operatori sullo stesso piano, pur nella diversità delle singole ed autonome posizioni imprenditoriali. Oggi abbiamo operatori in gravi difficoltà economiche, con diversità contrattuali che il legislatore ha inteso ricondurre in una più amp
ia cornice regolamentare.
In conclusione, il Direttore Faib ha ribadito che – allo stato attuale e in assenza di una grande assunzione di responsabilità di tutti gli attori – permane la preoccupazione che c’è sulla capacità di garantire la continuità del pubblico servizio affidato in concessione, stante il quadro denunciato anche dal MIT e dall’Antitrust. Preoccupa, infatti, la gestione della regolarità del servizio e della presenza sul segmento della pluralità concreta dei marchi, che a questo punto potrebbe essere minacciata, e il rispetto al forte richiamo contenuto nel parere dell’Antitrust che ha sottolineato la necessità di rivedere al ribasso i livelli di royalties. Se le criticità non dovessero trovare un’equa composizione si porrebbe in tutta evidenza la questione della governance della viabilità autostradale e un necessario scorporo delle attività di gestione affidate in concessione. Appare evidente che il 2015 si presenta come l’anno di svolta, in attesa dell’Atto di indirizzo che il MIT dovrà emanare in accoglimento delle diverse esigenze della collettività.