Partecipata Assemblea dei gestori carburanti dell’Abruzzo ad Avezzano, con la presenza del Presidente Nazionale Faib Martino Landi, del Direttore Confesercenti Carlo Rossi e del Coordinatore Faib Sabatino D’Elia.
La riunione ha posto al centro la critica all’attuale quadro normativo regionale e sviluppato il dibattito sulla revisione della legislazione locale.
Gli intervenuti hanno sottolineato l’esigenza di pervenire in tempi brevi alla modifica della Legge Regionale abruzzese ormai obsoleta, la n° 10 del 2005. Dal confronto è emersa la necessità di intervenire su molti versanti dell’attuale normativa a partire dalla programmazione regionale. In particolare gli operatori presenti hanno espresso l’intenzione di proporre, sulla scorta di quanto fatto dalla Regione Toscana, il divieto al funzionamento dei distributori senza la presenza del gestore nelle aree urbane e, quindi, disciplinare nel modo in cui viene suggerito dalla Faib Nazionale, tutta la complessa questione degli impianti "ghost".
A tal proposito è stata gradita, oltre che risultare utile, la presenza all’Assemblea del Vice Presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo, Giovanni D’amico, e del Consigliere Regionale Giuseppe Di Pangrazio. Entrambi hanno dato piena e convinta disponibilità a seguire ed a condividere il percorso per arrivare ad una revisione della normativa di settore.
L’Assemblea ha anche affrontato il tema dei rapporti con le Amministrazioni Comunali, a partire da quella di Avezzano, Città che ha ospitato l’Assemblea. I presenti hanno sottolineato l’esigenza di avere rapporti più stretti con le Amministrazioni Comunali e far sentire la propria voce in particolare per ciò che concerne la regolamentazione degli orari, e dei giorni di chiusura (domenica e festivi), la disciplina della Tares e il rispetto delle ordinanze, la revisione del piano carburanti.
L’incontro dopo la discussione sulla normativa regionale ha affrontato tutti gli altri aspetti relativi ai rapporti dei gestori con le Compagnie petrolifere e con il Governo, dopo le iniziative di sciopero e di protesta di fine anno. In particolare il Presidente Landi ha ripercorso e informato i numerosi gestori sulle iniziative che Faib ha sostenuto unitariamente, nelle ultime settimane, rispetto al forte richiamo e alla necessità di rinnovare gli accordi scaduti con tutte le Compagnie petrolifere. Il rinnovo è necessario per far fronte alla forte contrazione dei volumi e all’aumento sproporzionato dei costi di gestione cui i gestori devono far fronte, in un momento così delicato della distribuzione dei carburanti. Landi nella sua rassegna ha dato conto della scarsa disponibilità delle Aziende petrolifere al confronto costruttivo. Esse sono concentrate esclusivamente su politiche di pricing, con aggravi per i gestori cui viene richiesto il contributo al finanziamento delle stesse.
Landi ha illustrato lo stato del dibattito sulle nuove forme contrattuali, il confronto in atto con l’ Unione Petrolifera e il Governo. Al momento le nuove tipologie non sono state tipizzate e, dunque, non sono applicabili.
Lo scoglio principale, ha detto il Presidente Nazionale Faib, è costituito dall’obbligo di definire una trattativa di secondo livello economico/normativo di colore, calato su ogni nuova forma contrattuale da definire con le Organizzazioni di rappresentanza dei gestori. Ciò che non è pensabile ne ammissibile è la contrattazione tra Aziende e singolo gestore poiché lo squilibrio contrattuale tra le parti in campo è talmente evidente da essere visibile persino ad un cieco.
Il dibattito ha registrato numerosi interventi dei gestori che hanno denunciato il comportamento scorretto di alcune Compagnie che stanno praticando una politica di espulsione dei gestori, costringendoli a sottoscrivere contratti di prestatori d’opera, contravvenendo alle Leggi dello Stato.
Landi ha ricordato su questo punto che Faib , unitariamente alle altre sigle sindacali, ha richiesto l’attivazione della mediazione delle vertenze collettive al Ministero competente, secondo quanto previsto dalla normativa vigente .
Da ultimo è stata illustrata la nuova normativa che obbliga i gestori alla comunicazione dei prezzi praticati al Ministero dello Sviluppo Economico, con un aggravio gestionali e dei costi tanto più pesante quanto inutile ai cittadini oltre che alle Istituzioni. Un prezzo che la demagogia imperante impone al settore nel silenzio imbarazzante dell’intera filiera che non comprende come il saccheggio continuo delle risorse peseranno in maniera determinante sull’impoverimento della rete e dei servizi al cittadino.