A poche ore dallo sciopero nazionale dei gestori di Italiana Petroli e dalla chiusura degli impianti a marchio Ip e TotalErg prevista per il 5 giugno 2019 il Presidente Faib Martino Landi lancia un appello ai gestori a marchio della Italiana Petroli.
“Mercoledì prossimo abbiamo la possibilità di far capire ai dirigenti della Italiana Petroli che i gestori IP e TotalErg sono stufi di essere considerati come limoni da spremere, addetti alle vendite sugli impianti capaci di produrre reddito solo ed esclusivamente per le politiche finanziarie del gruppo. Individui costretti a sottomettersi alla volontà aziendale, a cui è negata anche la possibilità di comprendere a che margine si sta lavorando, tanto è stata complicata la gestione economica degli impianti.
Mercoledì abbiamo la possibilità di dire all’azienda che i gestori IP e TotalErg sono uniti e sono stufi di percepire un margine da fame, di essere sottomessi a politiche commerciali unilaterali e controproducenti, che non vogliono far fallire le loro piccole imprese di gestione.
Per questo si chiuderanno gli impianti per 36 ore per non chiudere per sempre.
Scioperiamo per chiedere di aggiornare i margini al costo della vita, perché tutto aumenta e noi siamo fermi da anni, mentre tutto aumenta; scioperiamo per dire basta a condizioni inaccettabili per la sostenibilità delle gestioni; per denunciare le ripetute violazioni degli Accordi collettivi; per mandare in soffitta l’ imposizione di prezzi di vendita iniqui e discriminatori; per superare politiche penalizzanti e anti competitive; per condannare la pratica indecente di un differenziale self servito fuori da qualsiasi ragionevolezza. Scioperiamo perchè i gestori di Italiana Petroli sono in uno stato di profonda sofferenza. Scioperiamo perchè questo è profondamente vero è drammatico. Per questo bisogna convincere tutti i colleghi a chiudere. Non avremo altre possibilità. L’azienda sta esercitando pressioni e lusinghe per non far chiudere e far fallire la protesta.
Sappi che non siamo soli, insieme ai gestori stanno lottando per la difesa del posto di lavoro e per le condizioni economiche dignitose anche i 1500 dipendenti del gruppo Api, che tramite la loro rappresentanza sindacale hanno espresso solidarietà e vicinanza agli oltre 5000 gestori che tutti i giorni aprendo la serranda rappresentano lo storico marchio petrolifero.
Se dovessimo fallire gli effetti sarebbero drammatici per tutti i gestori di Italiana Petroli e la compagnia avrebbe mano libera nel determinare le proprie politiche predatorie. Chi vuole portare il proprio contributo a sostegno della chiusura degli impianti può partecipare al presidio aperto sotto al Mise, per dare forza alla lotta dei gestori, rivolgendosi alle Faib provinciali e venendo a Roma a far sentire la sua voce. Importante è chiudere gli impianti, manifestare il proprio orgoglio e uscire dalla lamentazione.
Venire sotto al Mise significa infine sostenere la richiesta di immediata attivazione della procedura di mediazione delle vertenze collettive nei confronti di Italiana petroli S.p.A. da parte del governo a cui è stato assegnato questo compito, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1, comma 6, del D. L.vo 32/1998, come modificato dalla Legge 57/2001 e dalla Legge 27/2012.