Dietrofront del Governo sulle accise sulla benzina.
L’esecutivo questa volta disattiva il bancomat dei gestori e lascia scadere l’aumento disposto dal Governo Letta e disinnesca anche il previsto, e contestato, aumento delle accise.
Il Governo, con una doppia decisione, ha lasciato scadere (il 31 dicembre 2014) l’aumento delle accise che era stato disposto dal Governo Letta per il 2014, nell’ambito del Decreto Legge “Fare”, n° 69/2013, e abrogato, con il Decreto Legge “Milleproroghe”, 192/2014, varato il 31 dicembre u.s., la clausola di salvaguardia prevista dal Decreto Legge IMU 102/2013 che prevedeva, con provvedimento che avrebbe dovuto emettere il Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ulteriori aumenti dell’aliquota dell’accisa sulla benzina e sul gasolio a partire dal 1° gennaio 2015, come clausola di salvaguardia.
Doppio respiro di sollievo, dunque, per gli automobilisti e per gli stessi gestori che auspicano una ripresa dei consumi petroliferi, che potrebbero essere stimolati sia dal calo del prezzo internazionale del petrolio sia dalla diminuita pressione fiscale.
Le accise su benzina e gasolio, pertanto tornano così ai livelli di marzo 2014. In tal senso, la nota del 31 dicembre dell’Agenzia delle Dogane ha fatto sapere che le aliquote di accisa sulla benzina e sul gasolio autotrazione, a decorrere dal 1° gennaio 2015, sono quindi applicate nella misura di:
– benzina e benzina con piombo: euro 728,40 per mille litri
– gasolio usato come carburante: euro 617,40 per mille litri
Le accise, fatto più unico che raro, si riducono quindi di 0,24 centesimi a litro. Il dato, al di là della sua stessa portata, riveste un’importanza dal punto di vista delle aspettative da parte dei consumatori, segnalando un’attenuazione delle politiche di inasprimento fiscale finora perseguito.