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Crisi della distribuzione carburanti, il 21 novembre centinaia di gestori a Roma per la manifestazione nazionale

La grave crisi della distribuzione carburanti, le politiche miopi delle Compagnie petrolifere e l’incapacità del Governo di far rispettare le Leggi stanno portando gli operatori della rete carburanti sull’orlo del tracollo. Già oggi, secondo stime, le piccole imprese di gestione sono indebitate, verso Compagnie petrolifere e sistema bancario, complessivamente per oltre 300 milioni di euro. A questo quadro va aggiunto la drammatica contrazione dei volumi iniziata nel 2008 (-20% su rete ordinaria e -50% su autostrade), la schiacciante politica fiscale del Governo, che ha portato, nel giro di un anno, la pressione ai livelli più alti dell’intera Unione Europea e i comportamenti irresponsabili delle Compagnie petrolifere: un insieme di scelte e fattori che richiede una risposta ferma e decisa della Categoria.
Alla luce di questa drammatica situazione, Faib, Fegica e Figisc hanno deciso di convocare i propri gruppi dirigenti a Roma per il 21 novembre prossimo, al Cinema Capranichetta, in Piazza Montecitorio, con la quale dare l’avvio ad una serie di iniziative di agitazione e di chiusura articolate su tutto il territorio nazionale, sia su rete ordinaria che autostradale, per protestare contro un sistema ingessato e oligopolistico che il Paese stesso non è più in grado di reggere.
Per chiedere il rispetto della contrattazione collettiva e del rinnovo degli accordi, della Legge sulla gratuità delle transazioni con moneta elettronica, per l’abbattimento delle accise, per il rispetto del Verbale ministeriale sulle politiche di pricing eque e non discriminatorie, per la trasparenza dei prezzi praticati.
Faib, Fegica e Figisc denunciano, ancora una volta, la pretesa intollerabile delle Compagnie petrolifere di voler marginalizzare il ruolo degli operatori della rete e di voler saltare ogni livello di contrattazione collettiva per imporre ai gestori il taglio netto dei loro margini e di ogni autonomia commerciale, fino ad espellerli forzatamente dal settore.
Una politica iniqua e inaccettabile che richiede una forte mobilitazione per la quale Faib Fegica e Figisc richiedono il contributo di tutti gli operatori.

 

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