“Ridurre il prezzo della benzina e del gasolio attraverso la restituzione delle maggiori entrate che lo Stato ha in conseguenza all’incremento del gettito Iva quando i prezzi alla pompa aumentano”.
E’ quanto prevede un emendamento del Pd alla Legge di stabilità che sostituisce la normativa esistente la quale non ha consentito la piena applicazione della cosiddetta “accisa mobile”.
“Vogliamo, in questo modo difendere il potere d’acquisto dei consumatori – spiega il primo firmatario Andrea Lulli, Capogruppo Pd in Commissione Attività Produttive – dare un concreto sostegno alle imprese e contenere le conseguenze sull’inflazione che ogni aumento dei carburanti porta inevitabilmente con se.
Con la nostra proposta – prosegue Lulli – vogliamo dare piena attuazione al principio di non compartecipazione dello Stato agli incrementi dell’Iva derivati dall’aumento del prezzo industriale dei carburanti. Viene, infatti, stabilito un procedimento automatico che alla fine di ogni trimestre fa scattare variazioni di accisa di almeno un centesimo di euro proprio per compensare l’eventuale maggiore gettito Iva da benzina e gasolio per autotrazione dovuto all’andamento dei prezzi di questi prodotti petroliferi finiti.
Le variazioni di accisa saranno stabilite con un Decreto interministeriale dei Ministeri dell’Economia e dello Sviluppo Economico e saranno separate per la benzina e per il gasolio. La nostra proposta prevede che qualora le variazioni per benzina e per gasolio risultino minime e tali da non permettere l’emanazione del provvedimento correttivo dell’accisa, l’ammontare maturato venga cumulato per essere considerato nel calcolo di verifica del trimestre successivo. Con l’approvazione del nostro emendamento si avranno le prime riduzioni del costo dei carburanti già dal prossimo primo gennaio”.
E’ una norma senza oneri per lo Stato ma potrebbe da gennaio portare qualche beneficio agli automobilisti.
La norma proposta sostituisce la normativa già esistente, prevista dall’Articolo 1, comma 290 e seguenti della Legge 24 dicembre 2007 n. 244, per la quale i meccanismi di calcolo e le condizioni da essa previste non hanno consentita la piena applicazione del sistema della cosiddetta “accisa mobile”, che vuol essere uno strumento a difesa del potere d’acquisto dei consumatori, oltre che di contenimento della dinamica inflazionistica, proprio per il peso che l’andamento dei prezzi alla pompa dei carburanti più diffusi ha sull’indice generale dei prezzi calcolato da Istat.
Con tale emendamento si vuole dare piena e reale attuazione al principio di non compartecipazione dello Stato agli incrementi di Iva derivanti dall’incremento del prezzo industriale dei carburanti, specie in presenza di tensioni sulle quotazioni internazionali del petrolio e dei prodotti finiti. In particolare, la proposta si concentra sui prodotti a maggior impatto sui cittadini ed il settore dell’autotrasporto, cioè la benzina ed il gasolio per autotrasporto.
Viene stabilito un procedimento automatico che alla fine di ogni trimestre fa scattare, separatamente per la benzina e per il gasolio per autotrazione, variazioni di accisa di almeno 1 centesimo di euro proprio per compensare l’eventuale maggior gettito dell’Iva da benzina e gasolio autotrazione dovute all’andamento dei prezzi internazionali nazionali di tali prodotti petroliferi finiti.
La disposizione di Legge proposta prevede che anche qualora dalla valutazione delle singole variazioni per benzina e per gasolio autotrazione risultino che le variazioni siano minime e tali da non permettere l’emanazione del provvedimento correttivo dell’accisa per uno oppure per tutti e due i carburanti considerati dalla disposizione, l’ammontare maturato sarà cumulato per essere considerato, separatamente per benzina e per gasolio, nel calcolo di verifica dei trimestri successivi.
La norma poi è suscettibile di favorire, nei limiti del possibile, la ripresa dei consumi, laddove effettivamente applicata, oltre che a contenere il famoso stacco Italia.