Faib Autostrade, Fegica ed Anisa, in relazione allo stato di pesantissima crisi delle gestioni delle Aree di servizio e di gravissimo degrado in cui versa la rete autostradale – situazioni che si vanno progressivamente aggravando in conseguenza delle politiche commerciali condotte dalle Aziende petrolifere e di un contesto, analogamente alla rete ordinaria, ormai totalmente deteriorato sotto il profilo delle relazioni tra queste ed i Gestori e le loro istanze rappresentative -, convengono sulla necessità indilazionabile di riprendere tutte le iniziative di mobilitazione e protesta – in precedenza già adottate in forma autonoma – in chiave di ritrovata unità e di massima compattezza tra le Organizzazioni di Categoria, al fine di affrontare l’emergenza del momento con indirizzi comuni e decisivi.
Le Organizzazioni di Categoria, rilevando che sul settore della distribuzione dei carburanti pesa in generale una forte contrazione dei consumi – dovuta sia alla lunga e drammatica crisi economica che investe il Paese, sia alla pesantissima e continuamente accresciuta pressione fiscale su tali beni indispensabili alla libera mobilità di cittadini ed imprese -, denunciano la gravità che questo fenomeno ha assunto nella rete distributiva autostradale, contrassegnato da una flessione delle vendite che si stima superiore di almeno tre volte a quella registrata nella rete ordinaria – risultato negativo determinato da prolungate scelte commerciali e di pricing tendenti ad accreditare presso l’utenza il concetto che i prezzi della rete autostradale sono sempre più alti di quella della rete ordinaria, ed aggravato peraltro dalle scelte integralmente discriminatorie e unilaterali attuate in occasione delle campagne di sconti del periodo estivo -, con un progressivo coinvolgimento negativo anche sulle altre attività di servizio svolte su questa rete.
Il carattere di autentica emergenza della crisi del comparto autostradale è, del resto, riassumibile in pochi drammatici dati: il sessanta per cento delle Aree di servizio è attestato sotto la soglia della sostenibilità economica per garantire il livello di servizio che viene richiesto dagli obblighi della concessione, mentre ormai ben un impianto su cinque ha assunto un carattere di assoluta marginalità con un volume di erogato che risulta spesso inferiore a quello di un impianto di rete ordinaria. Ma l’intera rete versa in gravissima difficoltà economica.
Faib Autostrade, Fegica ed Anisa denunciano, infatti, come, ad ulteriore aggravio del contesto drasticamente negativo dei consumi, si debba aggiungere la condotta operativa delle Compagnie petrolifere:
a) sia in materia di rapporti economici – improntati ad una sistematica dilazione del rinnovo degli accordi economici, alla ripetuta violazione unilaterale degli impegni sugli accordi vigenti, alla ingiustificata protrazione nel liquidare spettanze concordate nei modi e nei tempi stabiliti, fattori tutti che ingenerano ulteriori danni economici e compromettono irrimediabilmente le liquidità delle gestioni;
b) sia in materia di politiche di pricing – unilateralmente definite e messe in atto autonomamente od anche in combinazione con interventi dei Concessionari – che, con clamorose disparità di trattamento commerciale nell’ambito dello stesso marchio, tratta e bacino d’utenza, operano con differenze di prezzo fino a valori massimi anche di 30 centesimi/litro, che hanno determinato strutturalmente e continuativamente situazioni di pesantissima turbativa della concorrenza, con un tanto accelerando una drastica marginalizzazione di intere parti della rete e condannando al default le gestioni.
Faib Autostrade, Fegica ed Anisa evidenziano, pertanto, l’impossibilità materiale da parte delle gestioni di continuare sostenere l’aumento esponenziale dei costi di struttura necessari a garantire tutti i servizi con la continuità richiesta dagli obblighi dei bandi di concessione, a fronte sia del crollo delle vendite sia di margini bloccati a tutti gli effetti da anni: sui Gestori, infatti, si stanno scaricando nel modo più cinico ed irresponsabile tutte le contraddizioni e le irresolutezze del sistema.
Sottopongono al Governo ed ai soggetti che operano nel settore la necessità di operare con assoluta urgenza delle scelte: o il servizio in autostrada deve essere mantenuto con standard di qualità elevati – in considerazione della strategicità della rete viaria su cui sono collocati – e, in questa ipotesi, bisognerà immettere risorse sufficienti a coprire gli elevati costi, anche se le marginalità non sono significative o non ci sono affatto, ovvero si dovrà operare sia per una necessaria razionalizzazione della rete autostradale – con il ricorso ai relativi ammortizzatori di sistema -, sia per una revisione dell’onerosità dei servizi, mediante una ristrutturazione della rete medesima e la definizione di standard e modalità di servizio alternative.
Nel ribadire la centralità dei contenuti del «Verbale d’Intesa» sottoscritto in data 27 luglio 2012 in sede ministeriale, che richiama espressamente la necessità di «assicurare, all’interno dello stesso marchio, al Gestore condizioni eque e non discriminatorie per competere nel mercato di riferimento» e di «assicurare la salvaguardia del margine del gestore cosi come pattuito in sede dei singoli accordi di colore», le Organizzazioni di Categoria sono a richiedere concrete misure al Governo per rimuovere l’inosservanza da parte degli operatori del settore di tali insostituibili elementi di principio, che, nonostante abbiano valore di Legge, in quanto già previsti dall’Articolo 27 della Legge 111/2011 e più recentemente ribaditi e specificati dall’Articolo 17 della Legge 27/2012, non hanno mai trovato alcuna applicazione, nonché per l’osservanza dell’impegno assunto nel medesimo «Verbale d’Intesa» del 27 luglio 2012, da Unione Petrolifera, a nome delle Aziende da essa rappresentate, di procedere ad una concreta ed immediata apertura dei Tavoli per le trattative sugli «accordi di colore» aziendali tra le Organizzazioni di categoria e le singole Compagnie petrolifere di cui alla Legge 57/2001.
A tale situazione di totale inadempienza, va aggiunto che non ha avuto alcun seguito il Tavolo ministeriale che era stato attivato, sin dal mese di aprile, in forza delle diverse iniziative assunte dalle Organizzazioni di Categoria, per la precisa responsabilità di Unione Petrolifera che non ha inteso sottoscrivere i contenuti del documento che era stato elaborato dopo una intensa fase di confronto tra Ministero, Concessionari, industria petrolifera e Gestori. Le Compagnie, in assoluta malafede, hanno inteso usare il Tavolo ministeriale stesso solo per aprire un varco per accordi di con i Concessionari, finalizzati alla chiusura dei contenziosi in atto, unitamente al riconoscimento di una diminuzione delle royalty in funzione delle contrazioni del traffico, peraltro senza affatto riversare tale beneficio all’intero sistema, nonostante gli impegni assunti in sede ministeriale.
Faib Autostrade, Fegica ed Anisa denunciano – ad ulteriore comprova di quale sia la deriva in cui il comparto autostradale si va ancora avviando e per quali precise responsabilità – come le stesse Compagnie che hanno fatto lievitare, per la loro superficialità, le royalty per ottenere gli affidamenti, ora stiano anticipando la loro intenzione di non partecipare alle «nuove gare» e stiano cominciando a disertare – la vicenda Tamoil sulla Salerno-Reggio Calabria ne è un esempio – le tratte meno appetibili, o come intendano preferire in alternativa – e la vicenda degli sconti estivi sulla rete ordinaria da cui è stata esclusa l’autostrada ne è una prova eclatante – un riposizionamento al di fuori del sistema autostradale.
Le Organizzazioni di Categoria – sia pure esperendo nel contempo le eventuali disponibilità delle controparti ad un dialogo costruttivo su tutto il complesso del contenzioso e previa sensibilizzazione del Governo – convengono, di fronte alla drammaticità del contesto e dovendo rappresentare le insopprimibili necessità della Categoria, di dover rilanciare, sia con le modalità già utilizzate in precedenza nel corso della vertenza autostrade, sia con ulteriori modalità che verranno concordate e formalizzate nel prossimo mese di novembre – a partire dall’Assemblea Unitaria indetta a Roma per il prossimo 6 novembre -, una campagna di mobilitazione ed agitazione che utilizzerà sia la disapplicazione degli accordi sul prezzo massimo che la diminuzione dei servizi fino al loro azzeramento, sia la rinuncia alla moneta elettronica (bancaria e non), che la dismissione di tutte le campagne promozionali e dei programmi di fidelizzazione al marchio, fino alla chiusura delle aree di servizio da attuarsi sia con la sospensione del servizio notturno che alla chiusura totale.
Faib Autostrade, Fegica ed Anisa intendono estendere alla rete autostradale, secondo modalità da convenire assieme, le iniziative di protesta che verranno adottate sulla rete ordinaria in relazione alla gratuità delle carte di pagamento.
Convengono, infine, di valutare la praticabilità di avviamento di una azione di class action (o di similari opportunità di contenzioso collettivo) in riferimento alla esclusione del comparto autostradale dalle compagne di sconto estivo praticate da alcune Aziende petrolifere sulla rete ordinaria, iniziative che hanno causato ai Gestori della aree di servizio un danno economico stimabile nell’ordine di alcune decine di milioni di euro.