Il perdurante stato di gravissima difficoltà dei Gestori della rete di distribuzione carburanti – che si va progressivamente aggravando in conseguenza delle condotte commerciali assunte dalle Aziende petrolifere e di un contesto totalmente deteriorato del quadro delle relazioni tra queste ed i Gestori e le loro istanze rappresentative – comporta l’esigenza di una ritrovata unità e di una massima compattezza tra le Organizzazioni di Categoria, che consenta di affrontare l’eccezionalità del momento con indirizzi comuni e forti iniziative di mobilitazione.
Partendo dal comune riconoscimento di questa priorità, Faib, Fegica e Figisc ritengono di dover far prevalere, sulle diverse sensibilità e sui diversi percorsi che hanno caratterizzato le proprie singole autonomie nella politica sindacale – e che hanno anche segnato talora momenti di oggettiva divergenza -, una nuova fase di ritrovata unità di intenti ed un programma di obiettivi da condividere tra tutte le componenti e concretamente perseguibili rispetto alle urgenze che interessano ad immediata scadenza la Categoria.
Unità a maggior ragione da opporre fermamente a netta contrapposizione della scelta – ormai diventata l’unico modo di rapportarsi dell’industria petrolifera nei confronti dei Gestori e della loro rappresentanza – di privilegiare il rapporto con il singolo Gestore, nel tentativo, con l’esasperazione di trattamenti discriminatori ed individuali, di accentuare contrapposizioni di interessi e divisioni, di infrangere ogni residua forma di solidarietà, mettendo, in spregio alle normative vigenti e ad ogni minimo livello di relazioni sostenibili, semplicemente le Organizzazioni di rappresentanza di fronte ai fatti compiuti ed a scelte unilaterali già adottate. Al prendere o lasciare.
Faib, Fegica e Figisc, nel ribadire la centralità dei contenuti del «Verbale d’Intesa» sottoscritto in data 27 luglio 2012 in sede ministeriale, che richiama espressamente la necessità di «assicurare, all’interno dello stesso marchio, al Gestore condizioni eque e non discriminatorie per competere nel mercato di riferimento» e di «assicurare la salvaguardia del margine del Gestore cosi come pattuito in sede dei singoli accordi di colore», sono a richiedere concrete misure al Governo per rimuovere l’inosservanza da parte degli operatori del settore di tali insostituibili elementi di principio, che, nonostante abbiano valore di Legge, in quanto già previsti dall’Articolo 27 della Legge 111/2011 e più recentemente ribaditi e specificati dall’Articolo 17 della Legge 27/2012, non hanno mai trovato – né sembra che le controparti se ne diano avviso – alcuna applicazione. Anzi, i comportamenti delle Compagnie petrolifere appaiono nettamente di segno contrario.
Le Organizzazioni di Categoria dei Gestori richiedono altresì l’intervento del Ministero per lo Sviluppo Economico per l’osservanza dell’impegno assunto nel medesimo «Verbale d’Intesa» del 27 luglio 2012, da Unione Petrolifera, a nome delle Aziende da essa rappresentate, di procedere ad una concreta ed immediata apertura dei Tavoli per le trattative sugli «accordi di colore» aziendali tra le Organizzazioni di categoria e le singole Compagnie petrolifere di cui alla Legge 57/2001, dovendo prendere atto che i primi incontri non solo sono risultati del tutto infruttuosi, ma hanno per di più evidenziato una precisa volontà di non entrare nel merito del confronto, finanche disconoscendo gli impegni assunti dalla rappresentanza industriale.
Le Aziende petrolifere stanno infatti artatamente dilazionando il rinnovo degli accordi – tutti ampiamente scaduti -, in aperta violazione delle norme sulla contrattazione collettiva obbligatoria ex Art. 19 della Legge 57/01, adducendo, come pretesto, la indeterminatezza delle nuove tipologie contrattuali da definirsi comunemente secondo quanto previsto dall’Articolo 17, Comma 2, della Legge 27/2012, ma alla cui definizione hanno negato qualsiasi contributo diverso da quello dell’istituzionalizzazione di un rapporto esclusivamente individuale con il singolo Gestore.
Utilizzando tale strumentale posizione, hanno finanche eluso ogni negoziazione sulla parte economica del rapporto con i Gestori, rimasta bloccata, nel tempo, a situazioni di mercato ormai non più attuali e progressivamente intaccata dall’imposizione di meccanismi di significativa e non più sostenibile compartecipazione agli sconti di prezzo per le attività oil, dal progressivo ed automatico adeguamento dei canoni per le attività non oil.
Un tanto, in un contesto di incontrollabile incremento degli oneri e costi di gestione e di dilatazione delle esposizioni finanziarie necessarie per l’approvvigionamento del prodotto – a causa del durissimo inasprimento del carico fiscale sui carburanti e delle dinamiche del mercato internazionale del greggio e dei prodotti finiti -, di drammatica flessione dei consumi ed ancor più degli erogati nella rete distributiva affidata in regime di comodato ed esclusiva di fornitura, nonché di una gravissima e prolungata fase di recessione economica, fattori tutti che hanno compromesso ogni equilibrio di gestione, gonfiando l’indebitamento complessivo delle imprese dei Gestori fino a diverse centinaia di milioni di euro, con un quotidiano stillicidio di Aziende ridotte ad un irreversibile default.
Faib, Fegica e Figisc diffidano preventivamente l’industria petrolifera ad opporre alle legittime richieste economiche dei Gestori il pretesto delle ridotte disponibilità dei bilanci del settore distributivo, dai quali le medesime Aziende hanno dilapidato ingenti risorse in dissennate, quanto non strutturali ed effimere, compagne di sconti estivi, delle quali la Categoria è stata chiamata non solo ad anticipare il valore, ma anche, in diversa misura e maniera, a finanziarne la praticabilità con sacrificio del proprio margine.
Convengono altresì che, in fase di auspicabile ripresa della negoziazione degli accordi, sia indispensabile procedere ad una revisione degli attuali meccanismi di regolazione contabile che, proprio in considerazione della grave situazione economica delle gestioni, sono fortemente sperequati a solo favore della parte più forte.
Le Organizzazioni di Categoria dei Gestori richiamano alla massima vigilanza sulla complessa e del tutto cruciale partita della definizione delle nuove forme contrattuali, su cui l’industria petrolifera ha tenuto e sta tenendo sin dall’inizio un atteggiamento assolutamente negativo ed elusivo del confronto sui veri nodi dei rapporti giuridici con le gestioni, intendendo semplicemente attestarsi sull’attuale status quo di massima confusione, affinché né trovino più alcuna applicazione le regole stabilite dalle norme e dagli accordi precedenti, né se ne definiscano di nuovi.
Una posizione, quella dell’industria petrolifera, che sembra trovare pericolosa sponda nelle recentissime segnalazioni dell’Authority della concorrenza e del mercato, che come corretta strada da percorre quella del superamento di ogni residuo di contrattazione collettiva, in un rapporto diretta tra singola Azienda e singolo Gestore, senza soggetti di rappresentanza, senza concertazioni né tipizzazioni che in qualche misura riequilibrino l’evidente disparità di potere contrattuale, così come indicato, e ripetutamente, dal legislatore.
Faib, Fegica e Figisc, in materia contrattuale – senza porre preclusioni di sorta a nessuna forma contrattuale alternativa che salvaguardi ruolo, dignità e sostenibilità economica al Gestore – condividono la necessità di superare il tradizionale rapporto di fornitura (che per
molti anni, in abbinamento con il comodato è pure stato un elemento di garanzia per la Categoria), il cui equilibrio è stato progressivamente infranto dall’obbligo di compartecipazione agli sconti di prezzo con aliquote crescenti del proprio margine, e convengono sull’opportunità di sciogliere il rapporto che lega oggi meccanicamente – ad esclusivo sfavore del Gestore stesso – il margine ed il prezzo, per riportare al centro degli strumenti giuridici una figura ed un valore – stabilmente determinato in relazione alle tipologie degli impianti, ed indipendente dalle variabili delle politiche commerciali di prezzo dell’industria petrolifera – di remunerazione del servizio offerto dall’impresa del Gestore nel contesto della filiera distributiva.
Le Organizzazioni di Categoria respingono con ferma determinazione il disegno di espellere progressivamente i Gestori dal settore attraverso l’indiscriminata generalizzazione del modello di impianto «ghost» – posizione anch’essa fortemente sostenuta dall’Antitrust – ed i processi di ulteriore dequalificazione e proliferazione – attraverso la rimozione di ogni vincolo di qualità, sicurezza e tutela ambientale – di una rete, già sovradimensionata e con gli erogati più bassi d’Europa.
Faib, Fegica e Figisc convengono di organizzare unitariamente specifiche iniziative di sensibilizzazione dei Gestori sul territorio e forme di forte mobilitazione della Categoria sul complesso delle questioni in agenda, ad iniziare da una prima ed immediata azione di messa in mora del Governo sulla problematica della gratuità delle carte di pagamento che, ad un anno dall’entrata in vigore della norma, rimane a tutt’oggi disapplicata ed elusa dal sistema bancario.
Faib, Fegica e Figisc, anche in relazione al continuo prelievo coatto messo attuato dal Governo sul prezzo dei carburanti, che finisce per aggravare uno stato di crisi che ha portato, in tre anni, alla diminuzione di circa il 20% dell’erogato medio, intendono definire ed avviare di comune accordo un processo di ulteriore sensibilizzazione e mobilitazione della Categoria con iniziative sindacali da assumere entro novembre dalle quali far ripartire l’iniziativa di proposta unitaria.
Poiché in questo settore si deve considerare esaurita una fase storica ed un’altra si va contraddittoriamente affermando, è più che mai necessario mettere fine agli arretramenti che la Categoria ha dovuto subire per rilanciare la centralità della figura del Gestore, come unico strumento attraverso il quale l’intero settore può uscire dalla crisi, con una netta azione di contrasto alle scelte che l’industria petrolifera ha effettuato e sta effettuando, che hanno come finalità la totale precarizzazione ed infine l’estromissione dei Gestori dalla conduzione dell’impianto, condannandoli a non avere alcun futuro.
Per queste considerazioni Faib, Fegica e Figisc fanno appello a tutti i Gestori affinché, consapevolmente e con ferma determinazione e con ritrovato spirito di solidarietà di Categoria, assumano questa ulteriore “battaglia” come bandiera della loro autonomia e del loro futuro.