La Presidenza Nazionale della Faib riunita a Roma, unitamente ai Comitati di Colore, ha esaminato i vari punti all’ordine del giorno e deliberato all’unanimità di delegare alla Giunta Nazionale l’organizzazione dell’Assemblea congressuale della Federazione, da tenersi preferibilmente nella prima metà del 2013.
La discussione, che ha visto un’ampia partecipazione, ha affrontato la questione dell’attuazione e della verifica degli impegni del verbale ministeriale del 27 luglio 2012 siglato tra M.S.E, Unione Petrolifera, Retisti e Faib, Fegica, Figisc; particolare attenzione il dibattito ha riservato all’attuazione dell’Art. 17, Legge 27/2012, sulle tipologie contrattuali, facendo il punto sia sullo stato del confronto tra Associazioni gestori, UP, Retisti e M.S.E, dopo il 31 agosto, sia sulla prima tornata di incontri con le Compagnie petrolifere. Su questo punto, la Presidenza ha giudicato positivamente l’apertura dei diversi tavoli che, seppure con problematiche diverse, hanno segnato la volontà di far ripartire la stagione del confronto. L’organismo ha anche esaminato la situazione generale, individuando i criteri e gli obiettivi per la definizione della linea politico-sindacale per il rinnovo degli accordi con le Compagnie petrolifere, anche alla luce degli impegni richiamati nel verbale d’intesa ministeriale. Quali riferimenti imprescindibili si segnalano il principio di intangibilità del margine del gestore, la non discriminazione tra operatori dello stesso marchio nella stessa area commerciale, e la tutela dall’abuso di dipendenza economica.
Il dibattito ha evidenziato un forte malessere della categoria, legato essenzialmente alle politiche di pricing delle Aziende che hanno scaricato sulle gestioni parte degli sconti riversati al pubblico. Gli intervenuti hanno denunciato tutte quelle Aziende che, attuando una politica aggressiva sugli sconti offerti ai consumatori, hanno richiesto ai propri gestori cospicui contributi, azzerando di fatto i margini, compromettendo gli equilibri di gestione dei punti vendita, al punto di non pareggiare nemmeno le spese fisse legate alla conduzione degli impianti, creando situazioni di forte sofferenza tra i vari marchi, in un mercato gravato dal vincolo d’esclusiva. Il dibattitto, pur apprezzando l’intento di ridurre il prezzo dei carburanti, obiettivo da sempre richiamato dalla rappresentanza sindacale, ha rimarcato che le campagne di sconto sono state vanificate dai continui rincari settimanali, decisi dall’industria petrolifera, tanto da portare il prezzo, in alcune aree, sopra i 2 euro litro, e dall’ ennesimo aumento agostano delle accise.
Il tutto ha determinato che l’industria petrolifera – o una parte di essa – da una parte e lo Stato dall’altra, anche in presenza di una contrazione degli erogati, che è proseguita nei mesi di luglio e agosto, hanno incrementato i propri introiti ad ulteriore danno dei gestori che, di fronte al calo dei litri venduti, sono stati chiamati a partecipare agli sconti di tasca propria – anche con anticipazioni finanziarie – e dei consumatori.
Le oscillazioni di prezzo, che hanno tenuto banco durante l’estate, hanno garantito da una parte la sostenibilità delle campagne promozionali a dall’altra le entrate fiscali dello Stato, che ha notevolmente incrementato il gettito Iva. E’ del tutto evidente che non può essere tollerato ulteriormente che a fronte di una continua contrazione degli erogati, si pretenda un dimezzamento dei margini riconosciuti dagli accordi di colore, già insufficienti a ricoprire le spese di gestione.
La Presidenza, richiamandosi al verbale ministeriale siglato da tutta la rappresentanza di filiera, compresa quella petrolifera, sulla base delle denunce esposte, ha assunto la netta contrarietà alle richieste di contribuzione da parte delle Compagnie petrolifere, giudicando inammissibile la richiesta di rinuncia al proprio margine per finanziare la competizione dei prezzi. In questo senso, la Presidenza ha rinnovato l’invito a tutti i gestori a respingere al mittente le richieste di compartecipazione a politiche di sconto unilaterali e punitive per i bilanci delle gestioni.
Sulle nuove tipologie contrattuali è stato chiarito che la mancata intesa con i Rappresentanti dell’industria petrolifera non si è realizzata sull’individuazione delle varie forme applicabili alla distribuzione carburanti, che anzi sono state condivise, ma su come tali forme si intendono implementarle nella distribuzione carburanti. La Presidenza Faib, confortata dall’ufficio legale confederale, ha ribadito che la previsione normativa contemplata nell’Articolo 17 prevede, indubitabilmente, che una volta individuate le varie tipologie contrattuali, esse dovranno essere tipizzate azienda per azienda con le organizzazioni dei gestori, nel quadro delle attuali relazioni industriali, definendo gli aspetti economici e normativi, durate e clausole di salvaguardia delle parti coinvolte. Altre interpretazioni, sostenute, sembrerebbe, da una parte dall’industria petrolifera, sono fuori dall’attuale quadro normativo richiamato e ribadito nell’Articolo 17, sono da respingere e certamente non incontreranno né ora né mai il consenso di Faib. La salvaguardia dei margini e la tipizzazione verticale delle forme contrattuali sono e saranno obiettivi irrinunciabili della mission di Faib.
La Presidenza ha anche affrontato la discussione sulla moneta elettronica e la crisi delle autostrade, dopo il mancato accordo in sede ministeriale, prevedendo in tempi brevi il blocco della riscossione con moneta elettronica qualora si continui a disattendere la Legge. Sulla questione autostrade, l’intervento del Presidente Lucchesi ha evidenziato il perdurare di una crisi che al momento appare inarrestabile e che richiede interventi ed azioni drastiche e ultimative verso il mondo petrolifero che continua a sottovalutare l’entità delle sofferenze economiche dei gestori. Il Presidente Lucchesi ha illustrato una serie di iniziative estremamente incisive che saranno rese pubbliche nel prossimo incontro di coordinamento di Faib Autostrade.
La Presidenza Nazionale, alla luce della discussione, ha confermato lo stato di crisi del settore, ribadito la dichiarazione di stato di agitazione della categoria, riconfermando le iniziative di protesta e di sciopero sospese a fine luglio, laddove non si realizzassero significativi risultati nei prossimi giorni. In questa direzione la Presidenza ha deciso di rivolgere al Governo – d’intesa con Fegica e Figisc – la richiesta di verifica degli impegni presi in sede ministeriale, definiti nel verbale siglato al MISE con il Sottosegretario, Prof Claudio De Vincenti, e le rappresentanze dell’industria petrolifera. Il ruolo del Governo, artefice e garante del verbale che portò alla sospensione dello sciopero della categoria della prima settimana di agosto, è sempre più centrale e spetta all’esecutivo l’azione di verifica. La rappresentanza sindacale – nel suo complesso – ha dato sin qui prova di grande senso di responsabilità e di equilibrio, dando riscontro immediato della serietà dei propri impegni. Ora la richiesta è che anche le altre parti della filiera facciano altrettanto. Le Associazioni dei gestori chiedono il pieno rispetto degli impegni presi.
In questo percorso di incontri e verifica, la Presidenza Faib ha dato mandato al proprio gruppo dirigente di adoperarsi per realizzare la massima convergenza di obiettivi e strumenti per conseguire la più ampia rappresentanza a disposizione della categoria.