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In una estate rovente, il caro benzina contribuisce a riscaldare il clima sia sul fronte dei prezzi che su quello della speculazione. Il punto di vista dei gestori

Ancora una volta al centro dell’attenzione nel periodo centrale delle consuete ferie estive il tema del caro benzina ha occupato le prime pagine dei giornali ed è stato portato alla ribalta da tutti i mass media. Prendendo spunto dai vari eventi che si sono verificati in queste ultime settimane, magari con messaggi anche distorti rispetto alla reale situazione venutasi a creare in questo settore, sono stati puntati i riflettori addosso ad un sistema distributivo e ad una filiera inefficiente cogliendo ancora una volta l’occasione per criminalizzare l’operato dei gestori ed accollare loro la responsabilità del caro carburanti.
Ad accendere la polemica è stato l’ennesimo aumento delle accise di mezzo centesimo al litro, (5 millesimi, le vecchie 10 lire) per molti organi di informazione scambiato per 5 centesimi (le vecchie 100 lire al litro), introdotto per alimentare il fondo terremoto e, a detta dell’Ufficio Dogane, il fondo sul bonus fiscale dei gestori, senza specificare quante risorse fossero assorbite da quel provvedimento secondo noi già abbondantemente coperto .
In seconda battuta è stato pubblicato il risultato delle indagini svolte dalla G.D.F con controlli effettuati su un campione di 2400 distributori. L’ennesima criminalizzazione dell’intera categoria dalla quale la Faib Nazionale, attraverso il suo Presidente, ha preso le distanze per il modo in cui e’ stata trattata la notizia. Il comunicato (che qui viene riprodotto) non e’ stato ripreso da alcuna testata giornalistica, forse perchè non ritenuto interessante, ma piu’ probabilmente perche’ non in linea con il sensazionalismo degli scoop sul problema del caro-benzina.
Da ultima, in ordine di cronaca, ma caratterizzata da altrettanta enfasi, la notizia del superamento della soglia fatidica dei 2 € al litro del prezzo della benzina, prima in autostrada e successivamente sulla rete ordinaria, a fronte dei continui aumenti dei listini decisi da tutte le Compagnie petrolifere. Un fenomeno preoccupante, segnalato solo in due aree di servizio autostradali sulle oltre 450 che ricoprono quella rete viaria e su alcuni distributori della rete ordinaria in quelle Regioni che hanno applicato l’accisa regionale sul listino servito, ma che comunque ha avuto l’effetto di mettere di nuovo sul banco degli imputati una categoria gia’ al collasso economico come quella dei gestori.
In sostanza, senza nulla togliere alla corretta informazione ed al ruolo delle Organizzazioni dei consumatori che giustamente devono tutelare i cittadini, si è sicuramente scatenata, ci auguriamo non volutamente, una sorta di caccia alle streghe nei confronti dei gestori della distribuzione carburanti. E questo a fronte di una crisi dei consumi senza precedenti che sta mettendo in ginocchio non solo questo settore, ma tutta l’economia italiana.


Dichiarazione Presidente Nazionale Faib Confesercenti (Federazione autonoma italiana benzinai) Martino Landi

 

Prendendo atto di quanto riportato dalla stampa sui controlli eseguiti dalla Guardia di Finanza su 2400 distributori di carburanti su tutto il territorio nazionale, oltre il 15% degli impianti sono risultati irregolari e quindi sanzionati per motivi di varia natura contravvenendo alle normative del settore.
Il mio auspicio, nonostante lo sforzo fatto dalle Forze dell’Ordine per garantire la massima correttezza e trasparenza nella vendita di questi prodotti, e’ che tali azioni di repressione delle frodi a danno dei consumatori vengano intensificate e siano punite con maggior determinazione e con sanzioni più severe. Questo a tutela dei cittadini, ma anche delle migliaia di gestori onesti che quotidianamente svolgono il proprio lavoro con professionalità e trasparenza al servizio dei consumatori.
Bisogna in ogni caso e per correttezza di informazione non fare di tutta l’erba un fascio, finendo per criminalizzare un’intera categoria. I veri colpevoli, quelli che come in questo caso sono stati denunciati per frode, 23 su 2400, vale a dire l’1%, e tra questi un solo caso di prodotto inquinato e allungato con altri liquidi altamente pericolosi per i motori. Tutt’altra cosa invece è sanzionare perchè manca magari un timbro su una autorizzazione scaduta.
La nostra Associazione è sempre stata e sempre sarà al fianco delle Autorità per garantire la legalità in un settore fortemente a rischio di truffe dovuto al continuo lievitare dei prezzi.