Con una nota congiunta il Coordinamento Faib Fegica è intervenuto sulla nuova iniziativa di Eni.
Eni starebbe lanciando un operazione commerciale tutta basata sulla scontistica prevedendo un’iper sconto sulla rete a marchio già aderente all’Iperself h24, contestata dalle Associazioni dei gestori. In questo senso le strutture territoriali dell’Azienda stanno procedendo all’illustrazione dell’operazione che, sembrerebbe, parta da sconti di – 20-25 centesimi al litro. Si tratta di un’azione dirompente che mette in grandissima difficoltà i gestori dello stesso marchio, che per responsabilità non certo loro non possono aderirvi, e apre uno squarcio profondo con i gestori degli altri marchi.
Il lancio dell’operazione denominata “Riparti con Eni. Diamo un passaggio agli italiani”, il battage pubblicitario che ne seguirà, la discesa in campo dell’Amministratore Delegato Paolo Scaroni, che la presenterà nella giornata di domani giovedì 14 maggio, e l‘entità dello sconto potranno avere effetti difficili da prevedere nel loro impatto sulla rimanente rete con conseguenze che si annunciano gravi per quel che riguarda la corretta e normale funzionalità della distribuzione carburanti nel resto della settimana.
Con questa azione Eni dimostra che sono fondate le critiche all’attuale struttura della rete e che bene ha fatto il Legislatore – su sollecitazione del Coordinamento Faib Fegica – a dare indicazioni per superare il sistema verticalmente integrato, che caratterizza il settore, per superare le esclusive e far scendere i prezzi su tutta la rete.
Nella nota Faib e Fegica chiedono l’immediata convocazione del tavolo di confronto e denunciano “L’azione unilaterale intrapresa dall’Azienda con “Iperself h24”, con differenti modalità di adesione e di partecipazione del Gestore agli oneri discendenti, (Eni) si è posta al di fuori del quadro normativo e contrattuale, introducendo forzature ed elementi di divaricazione all’interno del settore.”
Faib e Fegica, in merito alla richiesta di presidio dell’impianto durante la nuova iniziativa (dalle 13 del sabato alle 24 della domenica) denunciano l’iniziativa “per avere evidenti profili di impraticabilità giuridica oltreché per far ricadere sulle imprese a marchio nuovi oneri aggiuntivi che si pongono al di fuori del contesto regolatorio e negoziale voluto dalla legge e per essere inaccettabili per il peggioramento delle condizioni di vita.” Faib e Fegica in questa direzione ribadiscono la contrarietà all’iniziativa e chiedono alle gestioni di non aderire e non firmare nessun impegno a garantire la presenza sugli impianti, anche quando chiusi.
Con questa ennesima fuga in avanti, in solitaria, l’Eni rischia di smantellare un sistema di presidio del territorio e di distribuzione carburanti, strategico per il Paese. Lo fa in un quadro opaco di intervento e di collusione con lo Stato.
C’è da chiedersi come una Società partecipata dallo Stato, quotata in borsa, in perdita secca da un triennio nella divisione Refening e Marketing, decide apertamente e deliberatamente di operare sotto costo, aggiungendo perdite a perdite: cosa ne pensano gli azionisti? Cosa ne pensano le autorità garanti della concorrenza e del mercato? Cosa ne pensa il Governo degli effetti micidiali che una tale iniziativa potrà avere sul mercato?
Sono interrogativi che non possono essere elusi, a cui il Governo deve porre attenzione perché non può bastare la spiegazione formale fornita da Eni “per esprimere vicinanza ai cittadini e alle famiglie italiane” in un momento di grave difficoltà. Se così fosse l’iniziativa dovrebbe essere estesa intanto a tutta la rete Eni, comprese le aree autostradali, e nel normale orario di apertura e chiusura, senza ulteriori stress per una categoria tartassata e in forte crisi economica a causa proprio del caro carburanti.
La conseguenza sarà fumo negli occhi e crisi nera degli operatori che perderanno margine e litri, condannando una parte rilevante della rete all’inattività o all’attività a basso regime durante la settimana con l’esplosione dei costi di gestione e il depauperamento degli impianti. Ancora più drammatica la situazione sulla rete autostradale, difatti esclusa dall’iniziativa e sempre più prossima al collasso economico con decine di impianti vicini alla chiusura, nell’impossibilità di pagare gli scarichi e sul punto del fallimento.
Non è di questa trovata stravagante che aveva bisogno il settore e neanche i cittadini che invece vorrebbero prezzi più bassi su tutta la rete e durante tutti i giorni della settimana senza ricorrere a eventi straordinari e a resse da sagra paesana.