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Presidenza Faib: fiscalità, risoluzione parlamentare e contrattazione i temi del dibattito. Presente l’on. De Toma

La Presidenza Nazionale Faib riunitasi a Roma l’11 Dicembre us presso la Confesercenti nazionale, ha discusso della programmazione dei lavori 2020 e a seguire dei temi degli adempimenti fiscali in relazione agli emendamenti presentati al governo dopo lo sciopero della categoria; del punto sulla trattativa/vertenza con Italiana Petroli e dei Tavoli negoziali aperti con Eni, Petrolifera Adriatica, Q8 ed EG; dell’ attività sindacale e del confronto sulle linee politiche da portare avanti e della risoluzione parlamentare De Toma, alla presenza del parlamentare dei 5 stelle, accompagnato dal capogruppo in X commissione on. Vallascas.

La Presidenza, dopo ampio dibattito, ha fissato al 22 aprile 2020 l’assemblea elettiva Faib, conseguente alla conferenza d’organizzazione del 23 ottobre 2018, di rinnovo degli organismi dirigenti.

La Presidenza ha quindi affrontato i temi emergenti dell’agenda relativi alle tematiche fiscali, alla base dello sciopero del 6 e 7 novembre us.

A proposito di ciò la Presidenza è stata messa al corrente dell’incontro tra le Agenzie delle Entrate e delle Dogane e Monopoli e le Associazioni di categoria sul tema della memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi di Benzina e Gasolio. Sul punto, fermo restando la posizione delle Federazioni, (richiesta di modifica della norma in modo da escludere l’adempimento o, in subordine, di rinviarne l’adozione) le associazione di categoria hanno ribadito la loro contrarietà a scaricare sulla rete oneri che dovrebbero toccare ai titolari degli impianti che dovrebbero dotare le aree di servizio di attrezzature in grado di adempie.re agli obblighi fiscali. Al momento, considerato che non sono intervenute modificazioni della norma -art. 2 comma 1 bis della legge 127/2015-,
il confronto si è concentrato sul Provvedimento dell’AdE del 28/05/2018, che introduceva un recepimento graduale dell’obbligo, che ha già imposto tale trasmissione agli impianti ad alta automazione e che fissava la data dell’1/1/2020 come avvio per tutti gli altri soggetti. In questa direzione, l’AdE d’intesa con le Dogane, accogliendo le istanze della categoria, ha proposto di procedere con l’estensione dell’obbligo di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi di benzina e gasolio (sono esclusi altri carburanti e lubrificanti) a partire dall’1/1/2020 per tutti gli impianti con erogato superiore ai tre milioni di litri, consentendo comunque, in sede di prima applicazione di trasmettere entro il mese di aprile gli incassi del primo trimestre. Successivamente hanno proposto l’avvio dell’obbligo dall’1/7/2020 per  gli impianti con erogato superiore a un milione e mezzo di litri e, infine, l’1/1/2021 il resto della platea. All’incontro, le associazioni hanno ribadito la posizione espressa e chiesto che il provvedimento preveda una gradualità maggiore; tenuto conto dell’inadeguatezza della rete e i costi che vengono scaricati addosso alla categoria. Per Faib occorre ribaltare l’approccio: la ristrutturazione e ammodernamento della rete non può dipendere e pesare sulle spalle del gestore, ma è l’industria petrolifera e i titolari privati che devono investire per dotare la rete degli strumenti necessari ad una gestione informatizzata. Le Federazioni si sono riservate di esprimere il proprio parere e le relative osservazioni una volta conosciuto il testo del provvedimento.

Apprezzamento invece è stato espresso dal gruppo dirigente Faib per il lavoro svolto anche a seguito della protesta culminata con lo sciopero del 6 e 7 novembre della categoria ,che ha consentito al legislatore di stralciare il provvedimento che obbligava i gestori a certificare la qualità della merce la regolarità della corretta movimentazione dei carburanti da quando escono dai depositi fino alla consegna sugli impianti sostituendo il das cartaceo con quello elettronico e il rinvio per l’obbligo di compilazione del registro UTF in formato elettronico.

Sugli Isa, la Presidenza ha manifestato tutte le sue preoccupazioni in ordine alle temute e certe anomalie. La preoccupazione maggiore è che gli “ISA” costringano già entro fine anno i Gestori a dichiarare ulteriori importi di reddito al fine di raggiungere i minimi livelli di affidabilità fiscale, rimettendoci sul piano Irpef ed Irap ed Iva.

Una prima anomalia scaturisce dalla inclusione negli oneri diversi di gestione di un componente negativo del reddito di impresa che assume la funzione di sostegno per la categoria che svolge mansioni di elevato interesse per lo Stato- fungendo da sostituto d’imposta- essendo gravata da un volume d’affari viziata dalla preponderante componente accise. Ancora , gli Isa non tengono conto della complessità della rete carburanti e della pluralità di contratti, benché illegali, esistenti sulla rete. Spesso anche in forma mista, facenti capo alla stessa realtà imprenditoriale. Ad oggi si calcola che oltre 5 mila p.v. siano gestiti con contrati di appalto di servizi, in cui i subappaltatori (gestori mascherati), pur svolgendo le stesse mansioni/funzioni dei gestori tradizionali, non sono in grado di compilare i relativi quadri della dichiarazione Isa, in quanto gli incassi risultano canalizzati direttamente sui c/c dell’appaltatore. Allo stesso modo per le esistenze iniziali e le rimanenze finali e ai costi per l’acquisto e conseguentemente al volume d’affari. Poiché si parla di un universo pari al 25% degli operatori della rete vendita, è evidente che lo strumento Isa risulta non riesce a consentire la corretta compilazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale. Allo stesso modo, si realizza un incongruità nel caso dell’attuazione del contratto di commissione tipizzato dalle Associazioni dei gestori e dei titolari di autorizzazione o concessione ai sensi dell’art 17 della L.27/2012 in cui si viene a replicare la stessa criticità sopra illustrata. Altra anomalia si verifica per le posizioni miste, di operatori cioè che gestiscono con la stessa società/soggetto giuridico più punti vendita con contratti diversi. Per Faib, in attesa della risoluzione delle illegalità contrattuali richiamate, è necessaria una fase di osservazione, un arco di tempo di 3 anni prevedendo la non applicabilità delle attività di selezione ai fini dell’eventuale azione di accertamento basata unicamente sul livello di affidabilità fiscale risultante dagli ISA.

Alla Presidenza Faib sono poi intervenuti l’on. Massimiliano De Toma e l’on Andrea Vallascas. Faib ha ringraziato i parlamentari 5 stelle per il lavoro svolto e per aver posto in modo organico e completo le problematiche della rete carburanti, svelando alla Camera l’insieme e la drammaticità della illegalità fiscale e del dumping contrattuale. Intervenendo alla Presidenza l’on De Toma ha ribadito l’unanimità con cui è stata votata la Risoluzione che impegna il Governo su molteplici fronti: dalla razionalizzazione e all’ammodernamento della rete distributiva,; dall’ elevare i livelli di tutela e protezione sia delle condizioni lavorative che dell’esercizio di impresa degli operatori del settore, per evitare situazioni di diffusa illegalità derivanti da inosservanza delle norme e da ipotesi di abuso di dipendenza economica nei rapporti tra i titolari degli impianti, favorendo lo sviluppo di differenti tipologie contrattuali come previsto dalla legge, con particolare attenzione ai trattamenti minimi delle gestioni, nel caso anche di inosservanza della contrattazione; al potenziamento dell’attività di sorveglianza dei prezzi praticati, utilizzando le rilevazioni per l’avvio di controlli da parte della Guardia di finanza; all’estensione anche al settore dei carburanti la normativa delle vendite sottocosto; al rafforzamento del contrasto all’evasione, alla contraffazione e ai fenomeni di concorrenza sleale, mediante la prevenzione delle frodi IVA, vietando l’utilizzo delle “lettere di intento” e il controllo della tracciabilità del carburante in tutte le fasi della filiera con l’ introduzione di automatismi nel monitoraggio dei quantitativi di prodotto erogati; alla previsione dell’obbligo di installazione, all’interno dei depositi carburante, di contatori quali- quantitativi, con lettura anche da remoto e forme incentivanti per l’ammodernamento della strumentazione di verifica e contrasto dei fenomeni illeciti. Su questi temi gli onn.li De Toma e Vallascas si sono impegnati come gruppo 5 stelle a svolgere un azione di pressing sul Governo perché dia seguito agli impegni presi.

La Presidenza ha quindi discusso della vertenza più problematica tra quelle aperte con le petrolifere. Quella con Italiana Petroli, ha riscontrato una chiusura aziendale che contraddice le aperture formali, delle proposte di rinnovo che non tengono conto delle posizioni dei gestori e perseguono fini opposti a quelli dichiarati della centralità del gestore e mirano invece diritte dritte verso l’abuso di posizione dominante. Forte e unanime è stato il richiamo da parte degli intervenuti nel dibattito a ribadire che se questa compagnia è intenzionata a chiudere un accordo con le organizzazioni dei gestori deve dare un segno di discontinuità rispetto al passato, cosa invece che ancora non sta facendo. A distanza di due anni dalla fusione si continua a registrare uno stato confusionale che mette a dura prova la sostenibilità delle gestioni che non trovano risposte alle tante segnalazioni sulla trasparenza contabile/amministrativa e ai ritardi cronici nel rimborsare le partite dare/avere.

Mentre con Eni è ripartito un confronto che si auspica veloce e costruttivo sia sulla viabilità autostradale che ordinaria.

Infine con Petrolifera Adriatica, vertenza calda e con strascichi giudiziari in corso, la trattativa, dopo mesi di stallo e di silenzio da parte della società petrolifera marchigiana, sembra essersi rimessa in moto, pur restando allo stato le posizioni abbastanza lontane.