Dumping contrattuale, aumento dei margini del gestore, ristrutturazione della rete, azzeramento dei costi della moneta elettronica e nuove tipologie contrattuali, i temi al centro del confronto.
La Presidenza Nazionale Faib riunitasi a Roma il 24 settembre us presso la sede della Confesercenti nazionale, ha discusso dei vari punti all’odg, a partire dalla vertenza Italiana Petroli e dell’andamento del tavolo ministeriale e delle iniziative di protesta.
Sul tema il presidente Landi ha evidenziato che la caduta del Governo Conte 1 e la nascita del Governo Conte 2 ha al momento cambiato lo scenario politico di riferimento e fermato il tavolo della vertenza collettiva attivata al Mise ai sensi del D. Lgs n. 32/98, art. 1 comma 6 per il rinnovo degli accordi aziendali. Il cambio di Ministro e Sottosegretari- per Landi- riporta la vertenza di fatti ad un punto di aggiornamento dei lavori in corso. L’ultimo incontro registrò la sostanziale distanza delle posizioni delle due controparti. Faib Fegica e Figisc denunciarono le problematicità legate alla negoziazione con Italiana Petroli, che ricorre sistematicamente alla tattica dilatatoria del prendere tempo sulle questioni di interesse: dalla contestazione di praticare contratti one to one alle procedure di rimborso dei cali, ai buoni carburanti e più in generale alla scarsa trasparenza sulle partite dare/avere che non consentono ai gestori di capire a quali condizioni economiche si lavora. L’azienda in quella sede pur ribadendo il proprio impegno a voler negoziare per giungere ad un Accordo di rinnovo, non fu in grado di assumere impegni concreti, alla presenza dei dirigenti del Ministero, insistendo sulla posizione di negare un significativo aumento dei margini per i gestori e la necessità di ridurre la forchetta tra prezzi self e prezzi serviti. Dopo l’ultimo incontro non è cambiato nulla, tanto che con una nota ai vertici rete di Italiana Petroli del 29 agosto Faib, è nuovamente intervenuta a segnalare alla compagnia violazioni normative e contrattuali contestando il comportamento scorretto dell’Azienda relativo al ritardo che in tanti casi supera anche di svariati mesi il mancato rimborso a favore dei gestori delle carte petrolifere, buoni carburanti, cali carburanti. La situazione nelle ultime settimane di agosto e in queste di settembre registra tantissimi gestori associati in gravissime difficoltà ad approvvigionarsi del carburante, non avendo disponibilità sui propri conti correnti causa i mancati rimborsi da parte dell’Azienda delle partite a credito. Faib, rilanciando la vertenza ministeriale, con la partecipazione del nuovo Sottosegretario delegato, auspica “vivamente di risolvere definitivamente queste storture, senza escludere l’ipotesi di “seguire altre strade per avere giustizia”. La Presidenza ha approvato una richiesta di mobilitazione generale dei gestori per nuove iniziative di protesta contro la compagnia, pronti a tornare in piazza a far sentire la voce, questa volta anche sotto la direzione di Italina Petroli.
La Presidenza ha quindi affrontato il tema dell’aggiornamento sul confronto con Petrolifera Adriatica e di criticità emerse sui pv di Retitalia. Partendo da Retitalia è stato evidenziato che continuano a pervenire dal territorio segnalazioni dai gestori su diverse criticità in riferimento sia a Retitalia che ai sindacati che avrebbero sottoscritto l’Accordo. In sostanza in fase di sigla dell’accordo non è stata riportata una nota a verbale con l’evidenza che Faib non era tra le parti che avevano sottoscritto l’intesa, generando confusione tra le parti. La Faib è stata pertanto più volte costretta a chiarire di non aver sottoscritto- per motivati e fondati argomenti- alcuna intesa con Retitalia.
Ciò detto, sono state evidenziate iniziative dell’azienda che non appaiono in linea con l’intesa sottoscritta tra Retitalia e le altre due Federazioni dei gestori. Le violazioni sarebbero sostanziali in quanto andrebbero a ledere da una parte il margine gestore concordato tra le parti e dall’altra a stravolgere la gestione dei prezzi praticati. Su questo il Presidente ha sottolineato che Faib nazionale è intervenuta fornendo alle strutture territoriali le precisazioni del caso e le procedure da attuare
Su Petrolifera Adriatica, a parte la controversia legale in corso che sta vedendo il riconoscimento delle tesi dei gestori in sede giudiziale, con importanti pronunciamenti dei giudici, sul versante delle relazioni sindacali non si registrano novità di rilievo se non tentativi altalenanti di confronto informali ai vari livelli che al momento non hanno portato alla ripresa del confronto tra le parti. Per Faib, resta evidente l’esigenza di riportare nell’alveo della regolarità normativa di settore un’Azienda importante in modo da dare certezza operativa a centinaia di gestori con un Accordo che definisca le condizioni economiche e normative, mettendo fine ad un lungo periodo di confusione.
La Presidenza ha quindi affrontato il tema del confronto con Eni per il rinnovo dell’Accordo economico sia sulla RO che sulla RA. Con l’Azienda sono cominciati gli incontri e il confronto mira a portare il negoziato su un terreno di coerenza con l’evoluzione del mercato rispetto a quello del clima di solidarietà che ispirò l’accordo del 2014. Oggi con tutta evidenza il mercato è cambiato ed Eni è chiamata a riaffermare un ruolo di leader, di riaffermazione delle regole valide per tutti e di guida in un momento di transizione e disorientamento energetico. La riaffermazione della strategicità del settore nella mobilità nazionale, civile e commerciale, del ruolo del gestore quale presidio del servizio di sicurezza e di qualità per il territorio e l’automobilista, le nuove tecnologie applicate alla distribuzione, la proiezione della stazione di energie per il futuro sono temi ai quali non si può sfuggire. Faib sarà al tavolo con l’intento di premiare la maggiore professionalità dei gestori sulle moderne aree di servizio e migliorare le prestazioni per i cittadini consumatori, incrociando le nuove domande, e le condizioni di lavoro degli addetti, in linea con le aspettative e le ambizioni dei gestori a marchio anche pensando ad importanti innovazioni contrattuali.
Sulle relazioni con Assopetroli la Presidenza ha registrato tutte le problematicità note ma anche alcuni piccoli passi avanti compiuti. Nell’ultimo incontro ufficiale si è convenuto sull’opportunità di lavorare congiuntamente per promuovere azioni adeguate ai problemi che affliggono la rete. Le tre Federazioni ed Assopetroli hanno condiviso che il moltiplicarsi di comportamenti illegali, intesa nella sua complessività, richiede una mobilitazione della filiera distributiva in quanto priorità assoluta.
Nell’incontro è chiaramente emersa l’urgenza di avviare un confronto, sul “principio della regolarità contrattuale” nei rapporti tra titolari di Autorizzazione e Gestori, sugli effetti generati dalla digitalizzazione della fiscalità d’impresa, sull’impatto dei costi della moneta elettronica e dello stato della razionalizzazione della rete. Su tali principi c’è stata ampia convergenza così come l’ampia condivisione sulla necessità di inserire tra i temi in discussione nella prossima legge di bilancio anche la proposta normativa che preveda la totale inibizione dell’utilizzo delle lettere d’intento nel settore dei carburanti. Da ciò è derivata la disponibilità delle parti all’apertura di un confronto per un “Protocollo d’Intesa” che riaffermi le linee guida della normativa di settore e vagli la possibilità di definire nuove forme contrattuali da tipizzare
La Presidenza ha esaminato la nuova situazione politica del paese e i rapporti con il nuovo Governo e le istituzioni parlamentari per la riforma del settore gravato da una forte illegalità e da una diffusa violazione della normativa contrattuale oltre che ad un inedito e forzato accanimento fiscale verso il quale Faib ha già una volta protestato con la dichiarazione di sciopero. Si è parlato di illegalità complessiva. E difatti siamo di fronte ad una rete in cui l’illegalità imperversa sia come quantitativi dei prodotti introdotti in evasione di iva ed accise, sia come qualità dei prodotti esitati (gasolio tagliato con oli combustibili esenti da imposte di fabbricazione), per non parlare delle regole di sistema. Tutti temi segnalati con una nota unitaria al nuovo Ministro Patuanelli. Per Faib la priorità numero 1 da segnalare alla politica e al nuovo Governo
è che occorre liberare la maggioranza dei gestori dalla condizione di subalternità a cui li ha ridotti l’avvento delle reti indipendenti spingendoli in quell’area che abbiamo definito di caporalato petrolifero. Bisogna ridare legalità ad oltre il 60% della rete.
Da questo punto di vista il nuovo Governo ha un impegno di lavoro notevole. Diversi esponenti della Presidenza hanno rilanciato l’idea di stabilire in forza di legge, con contrattazione nazionale tra la rappresentanza dei gestori e la rappresentanza dei titolari di autorizzazioni (compagnie e retisti) un costo di distribuzione valido erga omnes quale remunerazione minima del lavoro inteso come costo di distribuzione nei casi in cui per le ridotte dimensioni delle reti non si possa procedere ad un confronto tra le parti, affermando il diritto al riconoscimento condiviso di un margine necessario a sostenere la distribuzione carburanti.
Sulla partita fiscale la Presidenza ha manifestato l’intenzione di procedere ad una nuova mobilitazione che partendo dalla trasmissione telematica dei corrispettivi metta in fila le varie novità che sono state introdotte a rappresentare nuove criticità per la rete.
Il disagio dei gestori, che lamentano un accanimento fiscale verso la categoria è determinato dal proliferare dei nuovi adempimenti fiscali: l’introduzione della fattura elettronica, la trasmissione telematica dei corrispettivi, il caos ISA, per il quale sarebbe necessaria la disapplicazione per l’anno d’imposta 2018 in considerazione del particolare regime fiscale dei gestori carburanti che rischiano di finire nella stragrande maggioranza nell’area dell’incongruità. Per Faib è necessaria la disapplicazione ISA per il 2018 o la loro applicazione in via facoltativa, disinnescare le questioni aperte dall’ingorgo fiscale del 2019 e mettere mano alla definizione del volume d’affari dei gestori carburanti. Faib chiede ancora una volta che il volume d’affari dei gestori carburanti vada sempre inteso al netto del costo di fornitura, così come già il Legislatore ha previsto, per il settore, ai fini dell’accesso al regime di contabilità semplificata (art. 18, c. 10 del D.P.R. n. 600/73) riconoscendone di fatto la peculiarità in senso più ampio. Questa specificazione restituirebbe ai gestori carburanti l’opportunità di poter fruire di quelle agevolazioni che il legislatore di volta in volta riconosce ai piccoli imprenditori meritevoli di sostegno. Di fatti oggi un benzinaio che gestisce un impianto marginale con un venduto di 400 mila litri con solo l’1% di fatturato derivante dalla vendita dei piccoli prodotti per l’auto (cioè 5 mila euro l’anno, 416 euro lordi al mese), per una norma assurda si trova ad essere equiparato ad attività che fatturano più di 400 mila euro. La Presidenza ritiene che sia giunto il momento che la categoria unita affronti questo tema.
La Presidenza segnala con preoccupazione le anticipazioni apparse sulla stampa riferite ai contenuti della bozza del Decreto Ambiente, che riferiscono dell’ipotesi di un aumento sui carburanti e più nello specifico sul diesel. Un vero e proprio salasso. L’ipotesi è quella del taglio dei sussidi ambientali dannosi che hanno assicurato imposte sul gasolio inferiori a quelli della benzina. Se l’ipotesi fosse confermata gli effetti sarebbero estremamente dannosi per gli automobilisti, in primo luogo, per il settore dell’autotrasporto, con effetto a caduta su tutti i cittadini per l’inevitabile aumento dei costi delle materie prime e, dunque, sui consumi, considerando che oltre l’80% delle merci vengono trasportate su gomma, senza considerare gli ulteriori effetti negativi sulla crisi dell’industria automobilistica. Il maggior costo complessivo di tale manovra se adottata fino alle estreme conseguenze sarebbe molto pesante (qualche fonte indica in circa 2 miliardi di euro le ricadute negative per il sistema Italia).
La Presidenza della Faib Confesercenti ritiene che occorra ribaltare l’impostazione, non prevedendo ulteriori tasse sui carburanti, tra le più alte in Europa, ma incentivando, semmai, l’uso di fonti meno inquinanti. Del resto, con la stessa logica che si sta assumendo per gli acquisti, in cui si è scelto, come richiesto anche da Confesercenti, di incentivare l’uso della moneta elettronica, abbandonando la proposta di tassare l’uso del contante.
La Presidenza ha quindi dibattuto sulla questione dello statuto Cipreg apprezzando il lavoro svolto e le importanti novità introdotte, pur in presenza di perduranti criticità operative. È stato apprezzato che a 25 anni dalla sua nascita il Cipreg rilancia con tutti gli attori della filiera e si rafforza con un intervento di aggiornamento dello statuto che recepisce i grandi mutamenti intervenuti e riafferma la volontà delle parti a sostenere questo strumento di welfare a favore dei gestori.
Il Cipreg attualmente ha 14.000 soggetti aderenti, riconducibili a circa 11.000 gestioni, con una raccolta complessiva di oltre 876 milioni di euro, rappresentando quindi un riferimento di tutela per i gestori unico nel suo genere. La riaffermazione di tale strumento attraverso gli accantonamenti destinati al “bonus di fine gestione” degli aderenti al Cipreg continueranno dunque ad essere versati, nella misura stabilita dagli Accordi collettivi aziendali, dalle Società titolari di autorizzazione/concessione direttamente alla Compagnia Assicuratrice Delegataria che ne garantisce una gestione separata e assolutamente protetta, in presenza di rendimenti sempre superiori a quelli di altre forme di investimenti. In più il Cipreg potrà d’ora in poi essere utilizzato per iniziative mutualistiche a favore dei gestori aderenti ed un più semplice accesso a garanzie fideiussorie.
La Presidenza infine ha deliberato la partecipazione attiva alla prossima fiera Oil&NonOil con una iniziativa mirata.