Mauro Bussoni, Segretario generale di Confesercenti, intervistato da Eutekne.info – Il quotidiano del Commercialista, ha commentato la proposta, avanzata dal Centro studi di Confindustria, di tassare del 2% i prelievi di contante oltre i 1.500 euro mensili e, contemporaneamente, introdurre un credito d’imposta dello stesso importo per i pagamenti effettuati con moneta elettronica.
“Premesso che sulla necessità di utilizzare maggiormente la moneta elettronica siamo tutti d’accordo – ha spiegato Bussoni – questo non può essere fatto attraverso un processo di penalizzazione dell’utilizzo del contante, che andrebbe a svantaggio soprattutto di alcune categorie, pensiamo agli anziani che hanno poca dimestichezza con queste tipologie di pagamento, e creerebbe due effetti negativi. Intanto, si incentiverebbe il nero. Chi ha la possibilità di avere contante in mano non lo porterebbe più in banca e magari lo terrebbe a casa. Anche con tutti i possibili rischi, sapendo della tassazione sui prelievi non ci si andrebbe comunque a penalizzare da soli. In più, ci sarebbe l’effetto negativo sui consumi, che sono la vera emergenza economica di questo Paese. Nel 2019, la variazione dei consumi si fermerà al + 0,3%, il valore più basso degli ultimi cinque anni. Se non riprendono i consumi il Paese non rialza la testa. Più che varare misure limitative, dunque, c’è bisogno di politiche espansive”.
Sugli interventi per incentivare i pagamenti elettronici, il segretario generale ha risposto: “Intanto, andrebbero risolti i problemi con la diffusione della banda larga su tutto il territorio, la predisposizione di carte di credito contact less per i piccoli pagamenti e la riduzione dei costi per le transazioni e l’utilizzo del POS. Poi va varato un provvedimento serio, accompagnato da una forte campagna informativa”.
Il credito d’imposta del 2% è la “parte della proposta è buona. Le banche potrebbero anche fare da sostituti d’imposta. Incentiviamo e teniamo conto dei volumi: le famiglie italiane spendono in un anno circa 800 miliardi di euro, di cui 200 tramite carte. Noi crediamo che nell’arco di un triennio, con una seria politica di incentivazione, si possa arrivare a circa la metà di quanto speso. Si creerebbe un circolo virtuoso sui consumi che porterebbe benefici sia ai consumatori che allo Stato”.