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Faib, Landi: Governo accolga richiesta di Rete Imprese Italia: si proroghi al 1° gennaio 2020 l’entrata in vigore della trasmissione elettronica dei corrispettivi

 

Cresce il malessere tra i gestori carburanti per l’imminente entrata in vigore del nuovo obbligo della trasmissione elettronica dei corrispettivi.

“Non è possibile che la nostra categoria- dice Martino Landi Presidente Faib- faccia sempre da cavia anticipando di 6 mesi ( ancora una volta…) l’obbligo della trasmissione telematica dei corrispettivi. Tanto più che rimane tuttora dubitativa la formulazione di fatturato o giro d’affari rifrito alla nostra categoria che come si sa ha un’attività fortemente condizionata dalla fiscalità che grava sul giro complessivo delle nostre attività per oltre il 65% tra accise ed iva. E’ evidente che non si può paragonare l’esercizio di vendita dei carburanti a quelli degli altri esercizi commerciali. E poi non si capisce francamente l’escluisione di alcune attività comunque legate alla commercializzazione di prodotti di monopolio o sottoposte ad aggio.

Le attività non oil presenti sulle nostre strutture non superano nel 99% dei casi i 400 mila euro. Ma per un meccanismo perverso rischiamo di essere trascinati nel giro infernale dell’anticipazione dell’obbligo a trasmettere in anticipo telematicamente i corrispettivi, anche nei casi di poche migliaia di euro all’anno, per il combinato disposto dell’incidenza della vendita carburante, che come abbiamo visto risponde a criteri assurdi nel determinare il nostro fatturato. Siamo alla follia totale di un sistema fiscale che colpisce alla cieca.

Di fronte a queste distorsioni chiediamo che il Governo accolga le richieste di Rete Imprese Italia e faccia slittare al 1° gennaio 2020 l’obbligo per tutti, evitando inutili e dannose anticipazioni. Sul tema siamo pronti allo sciopero per sottolineare l’iniquità di una previsione normativa che penalizza solo i gestori. Vogliamo la trasparenza amministrativa, siamo contro l’illegalità e l’evasione, a tutti i livelli, siamo un’attività già completamente controllata dallo Stato: ma non possiamo essere sempre quelli su cui si scaricano i costi e le contraddizioni del sistema: per questo siamo pronti allo sciopero generale.”

 

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