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Audizione X^ Commissione Senato, Faib: fiducia nei lavori della Commissione

Attenzione ed interesse: Martino Landi, Presidente della Faib, commenta così l’esito dell’audizione svolta presso la X^ Commissione del Senato che sta esaminando il testo del D.L. 1/2012 per la conversione in Legge.
Faib ha consegnato ai rappresentanti dei gruppi politici un documento unitario del Coordinamento Faib Fegica che ripercorre la vicenda della distribuzione carburanti in Italia, dai primi interventi liberalizzatori sino agli ultimi provvedimenti, evidenziando criticità e facendo proposte concrete.
Nel suo intervento il Presidente Landi ha rimarcato che “Il filo conduttore dei vari interventi, nel corso dell’ultimo decennio, è stato il costante aumento del livello dei prezzi, per l’enorme peso fiscale, cresciuto a dismisura nell’ultimo anno, e per il prezzo industriale mediamente al di sopra di quello europeo.”
Nel corso dell’audizione è stato evidenziato che i tanti interventi non sono riusciti a ricondurre all’interno della media europea i prezzi praticati in Italia di benzina e gasolio: con polemiche quotidiane e stanchi ritornelli che non convincono più.
Il dato nuovo – di questi ultimi 2 anni – che si stenta a cogliere è che al malessere dei cittadini si è andato sommando, con stratificazioni successive, il malcontento di una parte essenziale e centrale della filiera: i gestori, che pure per tanti anni hanno garantito unità e stabilità al sistema.
L’errore che si continua a fare è non chiedersi cosa è successo, non vedere la profonda modificazione che sta subendo la rete, la divaricazione crescente tra rete ed extrarete, da cui il calo drammatico degli erogati e il depauperamento delle risorse e l’impoverimento delle gestioni, la crisi di fiducia del settore, lo stress delle relazioni industriali gestori aziende, la scelta unilaterale di esternalizzare i costi – tutti i costi – e accentrare le scelte strategiche, a cui si chiamano i gestori alla condivisione – anche onerosa – al di fuori di qualsiasi confronto, finendo con lo scaricare sugli operatori della rete i costi di una concorrenza impropria, che inevitabilmente mette le mani – con violenza – nelle tasche dei gestori, sino ad impoverirli.
E’ da un dato di oggettivo malessere che bisogna partire per comprendere il dibattito in atto. Non serve la levata di scudi dell’industria petrolifera o peggio ancora le minacce velate e palesi: esse non risolvono i problemi posti, semmai li aggravano.
In questo senso la grande maggioranza dei gestori degli impianti carburanti, anche al di là di quelli aderenti al Coordinamento Nazionale Unitario di Faib Confesercenti e Fegica Cisl, rivendica con orgoglio la propria azione volta a sostenere un percorso innovativo e originale capace rilanciare il mercato della distribuzione carburanti alla concorrenza, attraverso una vera liberalizzazione, per un prezzo giusto, per la libertà di impresa. E’ una risposta alla crisi del settore, una risposta che ha diverse chiavi di declinazioni, che va oltre l’enfatizzazione facile dell’esclusiva e dell’esproprio proletario, che nessuno propone né sostiene.
Di fronte ai problemi si propongono idee, soluzioni, alternative.
Per dare benefici al Paese, ai consumatori e ai gestori. Chi fa finta che va tutto bene, non fa i conti con il malessere dei cittadini e dei gestori e alla fine serve male i suoi stessi interessi, sebbene circondato da adulatori e soggetti variamente interessati.
Tante volte abbiamo richiamato la necessità del coraggio, di percorrere strade nuove, assumendo un ruolo che ha attirato atteggiamenti e comportamenti inaccettabili all’interno di un confronto democratico.
In questa direzione Faib Confesercenti ha manifestato delusione per la retromarcia inaspettata del Governo, che delude le aspettative di apertura del mercato petrolifero, piegandosi alle tante, interessate, e “dotte”, “spiegazioni” e “motivazioni” dei soggetti coinvolti.
Il Governo deve rispondere alla domanda: va tutto bene? E se va tutto bene, perché interviene? E che liberalizzazione è quella che riguarda poco più di 500 operatori su 25 mila?
Per Faib, occorre pensare a percorsi che introducono più competitività, che allarghino gli spazi di mercato e diminuiscano la dipendenza economica di una parte della filiera.
E invece ci ritroviamo con il ripristino oneroso del monopolio bancario sul traffico delle transazioni economiche elettroniche, con un processo di espulsione dei gestori dal mercato tramite impianti ghost, la messa all’indice del servizio di assistenza sulla rete, evidenziato con il differenziale in crescita del prezzo servito, l’abbandono del percorso di ammodernamento delle aree e delle stazioni attraverso la cancellazione della previsione di nuove colonnine per carburanti eco-compatibili, l’attacco alla democrazia sindacale.
Di fronte a queste argomentazioni la X^ Commissione del Senato, che già aveva votato coraggiose prese di posizioni, ha mostrato attenzione e voglia di riformare.
Noi auspichiamo che il Parlamento, e il Senato in prims, sappia riprendere il cammino delle riforme e dell’innovazione.

 

1) Riaffermando la piena validità del quadro delle relazioni industriali nel rispetto dei principi costituzionalmente garantiti.

 

2) respingendo i tentativi di regressione della rete vendita, attraverso i processi di espulsione dei gestori e di ghostizzazione, che sono l’esatto contrario dell’allargamento del non oil e delle nuove aree multi servizio.

 

3) garantendo – attraverso la gratuità delle carte di pagamento – la sicurezza degli operatori che lavorano per lo stato, incassando custodendo e versando nelle casse pubbliche 30 miliardi di euro l’anno, oltre che dei cittadini.

 

4) Assumendo con coraggio quelle iniziative finalizzate a dare più dinamicità al settore, attenuando il regime di esclusiva per la parte eccedente la quota prevalente o introducendo una normazione della stessa esclusiva, che impedisca fattispecie di dipendenza economica o di condotte anticoncorrenziali.

Rimane al centro del dibattito politico e istituzionale, nel più ampio scenario della regolazione dell’intero settore, la questione della separazione delle reti, del risparmio, dell’efficienza e della sostenibilità energetica nel contesto della contabilità dell’economia nazionale.
E’ in questo senso che le migliaia e migliaia di operatori delle piccole imprese di gestione carburanti aderenti alla Faib Confesercenti rivolgono un appello alle forze parlamentari e ai singoli Senatori e Deputati, perché sappiano cogliere l’opportunità di sostenere soluzioni legislative adeguate ai tempi nuovi, per un mercato più aperto, competitivo e per un prezzo veramente europeo.