Distributori carburanti – Interrogazione alla Camera dei Deputati dell’on Silvestroni al Ministro Di Maio: quali iniziative intende adottare per favorire la razionalizzazione della rete e l’innovazione dei rapporti commerciali nella fase distributiva finale, ricostituendo condizioni di redditività per le imprese che vi operano e per contrastare le illegalità.
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Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
la rete di distribuzione dei carburanti italiana con i suoi 25 mila punti vendita ha un erogato medio di circa 1.300 litri, ovvero la metà, e più, al di sotto degli indici di redditività media registrati nell’Europa avanzata;
nel corso degli anni grandi compagnie petrolifere o sono «fuggite» dal mercato (Esso), terziarizzandosi in una miriade di retisti, o si sono concentrate (Shell con Q8, TotalErg con Gruppi Api), passando dalle logiche industriali di settore a logiche meramente finanziarie, spesso in mano a banche o fondi;
oltre il 50 per cento dei punti vendita è ora in mano a soggetti privati con una frammentazione che conta circa 130 marchi, in cui, in aggiunta all’automazione integrale che desertifica il punto vendita, vanno diffondendosi il precariato degli operatori, la violazione del diritto del lavoro e forme di contrattualistica irrituale, in aperta elusione delle norme specifiche del settore, con ingenti riflessi sul piano dei livelli occupazionali e del reddito delle microimprese del settore;
da anni si incrementa la rete delle «pompe bianche», tra le quali si annidano zone «grigie», in cui si riversa — a giudizio delle autorità di controllo — gran parte del carburante commerciato illegalmente, con riflessi negativi rilevanti sul piano delle entrate erariali, della qualità ambientale e dell’inquinamento concorrenziale del mercato legale;
alle illegalità vere e proprie, nel settore si aggiungono storture legate al rigido meccanismo di controllo della filiera del prezzo nella catena distributiva da parte delle compagnie petrolifere fornitrici dei prodotti, che impediscono ogni autonomia e sostenibilità economica delle gestioni, con abuso di dipendenza economica e disparità di condizioni sia per una equa competizione sul mercato, sia per condizioni di accesso ai prezzi uniformi per il consumatore in tutta la rete;
per tutte le ragioni illustrate, il solo prezzo «più conveniente» non costituisce indicatore sufficiente a garanzia della correttezza e delle regole del mercato, dei livelli occupazionali, della legalità fiscale, contrattuale ed ambientale, della tutela del consumatore –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e quali iniziative intenda adottare per favorire la razionalizzazione della rete e l’innovazione dei rapporti commerciali nella fase distributiva finale, ricostituendo condizioni di redditività per le imprese che vi operano e salvaguardando l’occupazione, e per contrastare le illegalità di ogni tipo e l’ulteriore polverizzazione della rete.